Gli stati europei non sono gli unici a dover pensare alla propria difesa. La Corea del Sud è stata a lungo considerata una nazione che perseguiva la non proliferazione di armi nucleari, potendo ovviamente confidare nel cosiddetto ombrello nucleare degli Stati Uniti. Oggi però il contesto strategico attorno a Seul è cambiato radicalmente. La Corea del Nord vanta un arsenale nucleare e in genere missilistico più ampio e sofisticato, mentre la fiducia nella deterrenza estesa degli Usa si sta riducendo a causa della polarizzazione politica americana e dei dubbi sulla volontà di Washington di mettere a repentaglio le proprie città per un alleato. Il risultato è stato la nascita di un serio dibattito nazionale sulla reale necessità della Corea del Sud di dotarsi di armi nucleari, idea che inizialmente era considerata marginale e oggi è divenuta concreta.
La minaccia di Pyongyang
Il fattore scatenante è certamente il rapido sviluppo di armi da parte di Pyongyang che ora schiera missili balistici a corto raggio, lanciabili da postazioni mobili, quindi difficili da rilevare e in grado di eludere la difesa del Sud. Del resto il capo Kim Jong Un ha apertamente abbracciato la dottrina che consente il ricorso al nucleare qualora il suo regime si sentisse minacciato. Contemporaneamente i sudcoreani dubitano che Washington userebbe effettivamente armi nucleari per sostenere il contrattacco. Dunque a Seoul hanno cominciato a chiedersi per quanto tempo potranno fare affidamento sulla deterrenza di Washington.
Oggi la strategia convenzionale della Corea del Sud mira a contrastare il Nord senza ricorrere al nucleare, pensando invece ad attacchi preventivi. Il sistema di difesa aerea e missilistica fornisce una difesa missilistica stratificata, mentre la rappresaglia massiccia vedrebbe un attacco condotto per rovesciare il regime. Resta però un evidente squilibrio nucleare e la prevenzione dipende da un’intelligence che sia molto efficiente. Sul piano tecnico Seul potrebbe sviluppare armi nucleari in tempi relativamente rapidi. La sua industria e i suoi sistemi di lancio le conferiscono quella che gli esperti chiamano “latenza nucleare”, ovvero la capacità di costruire una bomba qualora fosse necessario, tuttavia l’accordo nucleare civile tra Usa e Repubblica di Corea proibisce agli asiatici di riprocessare o arricchire uranio.
I dubbi sulla deterrenza estesa degli Stati Uniti
È improbabile che Washington permetta cambiamenti, nemmeno per i suoi alleati più stretti. E nel momento in cui Seul si muovesse per costruire una bomba rischierebbe l’isolamento internazionale con ripercussioni economiche. Su questo la politica interna è divisa: i pro-armi nucleari sostengono che solo avendo ordigni indipendenti si potrebbe garantire la sopravvivenza nazionale e che la deterrenza scoraggerebbe anche Cina e Russia dall’aiutare Kim Jong un. Ma una bomba sudcoreana innescherebbe una crisi nei rapporti con Washington, lo stesso rapporto che è alla base di tutta la sicurezza militare ed economica di Seul.
Oltre a possibili sanzioni si potrebbe verificare una fuga degli investitori e l’arrivo di ritorsioni cinesi sulle esportazioni. Un altro effetto sarebbe una corsa agli armamenti a livello regionale: il Giappone potrebbe seguire l’esempio e Taiwan sentirsi sotto pressione per fare lo stesso. Infine, le armi nucleari non risolverebbero la maggiore vulnerabilità di Seul: non poter competere contro le ingenti forze convenzionali e chimico-biologiche di Pyongyang.
Il dibattito politico interno in Corea del Sud
A oggi, quindi, il tema delle armi nucleari in Corea del Sud non è più teorico; l’arsenale della Corea del Nord è reale e la politica statunitense è imprevedibile, ma il loro sviluppo di imporrebbe costi strategici ed economici molto onerosi, risolvendo al contempo pochi dei reali problemi di difesa del Paese. Intanto, giovedì 18 dicembre il Ministero della Difesa sudcoreano ha dichiarato che cercherà di avviare negoziati con Usa per ottenere l’accesso al combustibile per la costruzione di sottomarini a propulsione nucleare. Ciò richiede la revisione dell’accordo bilaterale sull’energia nucleare e per questo Seoul elaborerà un piano per l’anno prossimo che includa i principi della Corea sia per la costruzione delle unità sottomarine spinte dall’atomo, sia la nuova posizione sulla non proliferazione nucleare.
Da quanto si legge sulla stampa nazionale si prevede l’istituzione di un organismo intergovernativo per designare il progetto come iniziativa strategica nazionale, elaborando norme e ordinanze di sicurezza relative all’uso di reattori nucleari nei sottomarini.
