Tutti gli attentati alle caserme d’Italia
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Tutti gli attentati alle caserme d’Italia

Bombe molotov e colpi di mitra nei giorni scorsi, a Secondigliano e a Firenze, contro due simboli delle istituzioni. Gli episodi degli ultimi anni

La sparatoria alla caserma di Secondigliano, Napoli, non è un caso isolato. Non è la prima volta che le caserme in Italia vengono prese di mira e con loro, le Istituzioni che essere rappresentano. Cambiano ‘solo’ le motivazioni, i soggetti e le modalità con le quali vengono ‘colpite’: ordigni rudimentali, mitra, pistole, bazuka. Dietro, ogni colpo una matrice differente: dalla Camorra alla Sacra Corona Unita, dagli anarchici a ex brigatisti rossi.

Tutti, però, hanno un unico e solo obiettivo: colpire le Istituzioni, cercare di ‘ferire’ lo Stato. Ieri, 4 bombe molotov contro la caserma di Rovezzano, comune dell’hinterland di Firenze. 

Ecco alcuni degli episodi più gravi accaduti tra il 1996 e il 2016.

Molotov degli anarchici a Firenze

Il lancio degli ordigni sarebbe una "vendetta" contro le forze dellʼordine intervenute a una festa non autorizzata, organizzata da un gruppo di anarchici, in una villa disabitata a cui stavano partecipando circa cinquanta persone. Nello scoppio le fiamme hanno annerito la facciata dell'edificio e bruciato il motore esterno di un condizionatore, ma non hanno fatto feriti. Un attentato che arriva a 48 ore di distanza dai fatti di Napoli.

Raffica di mitra sulla caserma di Secondigliano

ANSA/ CIRO FUSCO

Venticinque colpi da due diversi fucili mitragliatori, sparati da quattro uomini. Le sequenze dell’agguato vengono riprese dalle telecamere di videosorveglianza della Caserma di via del Macello a Secondigliano, Napoli. E’ da poco trascorsa la mezzanotte, quando una pattuglia dei carabinieri, dopo il consueto giro per il controllo del territorio, rientra in caserma e si scatena l’inferno.

La raffica di colpi di kalashnikov colpiscono il portone principale, la facciata della caserma infrangendo i vetri delle finestre del pianoterra e del primo piano e le auto private dei carabinieri parcheggiate davanti alla struttura. La caserma è nel quartiere Secondigliano, vicina al rione Guanella dominato dal clan Lo Russo, il cui boss è stato arrestato qualche giorno fa con l’accusa di omicidio.

E’ una coincidenza oppure è direttamente collegato a questo arresto? Sicuramente i quattro uomini non volevano uccidere nessuno ma solo ‘inviare’ un messaggio. Ma a chi? Ai carabinieri o a qualcuno che ha iniziato a parlare o è in procinto di farlo?

Colpita la Scuola di Polizia a Brescia

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È il 18 dicembre 2015, quindi solo pochi mesi fa, quando un ordigno rudimentale esplode davanti alla scuola di Polizia a Brescia. La caserma è quella della scuola di Polizia giudiziaria amministrativa investigativa. Sono le 4.35 quando una forte esplosione rompe il silenzio. L'ordigno? Una pentola a pressione riempita di polvere pirica, azionata da un timer a distanza.

Trascorrono 13 minuti dal momento in cui le telecamere inquadrano una persona col volto coperto, apparentemente giovane e atletica, depositare una borsa con l'ordigno e il momento dello scoppio. Chi ha confezionato l’ordigno non voleva uccidere, voleva solo colpire l’Istituzione: non ci furono feriti e i danni furono limitati. A rimanere danneggiato fu solo il portone in via Veneto, che si affaccia direttamente in strada, e una finestra.
Le indagini della Digos di Brescia, si concentrarono da subito sul mondo anarchico.

Caserma di Trinitapoli, Cerignola

ANSA/ CIRO FUSCO

 

E' il 18 marzo 2012 quando ignoti sparano tre colpi di pistola sulla facciata della caserma di Trinitapoli, Cerignola, in provincia di Foggia. I colpi vengono sparati da una Lancia "Lybra". Uno colpisce di rimbalzo anche un'auto parcheggiata davanti alla caserma. L'evento fu ricondotto all'attività investigativa che i carabinieri stavano effettuando per contrastare la criminalità organizzata, la Sacra Corona Unita.

Attentato alla caserma dei paracadutisti a Livorno

 

Nel 2006, invece, nel mirino di un ex brigatista rosso c’è la caserma dei paracadutisti “Vannucci” di Livorno. Qui rimangono feriti due militari. L’autore viene individuato e arrestato nel 2014. I carabinieri del comando provinciale di Genova in collaborazione con il Ros arrestano Gianfranco Zoja, 60 anni, ex brigatista accusato in passato di far parte anche delle Nuove Br. A Zoja gli fu contestata la cospirazione politica aggravata e il concorso in atti di terrorismo con ordigni esplosivi per l’attentato del 25 settembre del 2006 alla caserma Vannucci. Zoja verrà arrestato nella sua casa di Recco.

La Caserma Predieri, sede comando Eurofor

 

Nel 1996 ancora una caserma di Firenze, ancora un gruppo di anarchici. E’ il 7 marzo quando arriva la rivendicazione del fallito attentato alla caserma Predieri del capoluogo toscano, sede del comando Eurofor. E la rivendicazione è considerata attendibile dall’allora procuratore capo di Firenze, Pierluigi Vigna.

Nel volantino di rivendicazione vengono citati il procuratore Vigna e il Pm Antonio Marini. Quest'ultimo, come spiegò all’epoca Vigna, era il titolare di una inchiesta su un particolare filone dell'anarchia, nel quale erano confluite anche indagini sempre compiute in Toscana, dopo alcuni attentati a tralicci e ad altre strutture pubbliche che erano sempre riconducibili al gruppo anarchico.
Due settimane dopo furono trovati, in piazza Brunelleschi, nel centro di Firenze, una ventina di manifesti nei quali compariva una foto di Vigna sorridente sormontata da un mirino. I manifesti erano firmati ''gli altri anarchici''.

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Nadia Francalacci