"Il mio gesto delle manette contro un Pd compromesso con le mafie"
Giuseppe Lami/Ansa
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"Il mio gesto delle manette contro un Pd compromesso con le mafie"

All'indomani del via libera all'arresto di Genovese (Pd), il grillino Manlio Di Stefano spiega il suo gesto

"Quella foto è stata scattata ben tre ore prima della votazione quando in Aula c'era una grande bagarre per colpa di quelli del Pd che volevano rinviare la votazione e ci urlavano dietro. Ridendo, infatti si vede che sto ridendo, gli ho chiesto se per caso avevano paura delle manette".

Su tutti i giornali Manlio Di Stefano è il deputato grillino che in foto appare al fianco di uno sghignazzante Alessandro Di Battista mentre mima il gesto delle manette durante la discussione di ieri alla Camera sul via libera all'arresto cautelativo per il collega del Pd Francantonio Genovese. Un gesto che oggi Di Stefano rivendica e che carica di accuse ancora più pesanti nei confronti del Pd di Matteo Renzi.

Anche ammesso che il gesto non fosse rivolto direttamente a Genovese, cosa ci trovava lei da ridere in quella situazione?

Nulla. Infatti dopo la votazione siamo rimasti tutti in silenzio. Si è trattato di uno dei momenti più tristi vissuti qua dentro perché l'arresto di un deputato significa che lo Stato è compromesso e che c'è ancora una volta da cacciare qualcuno che invece di fare gli interessi dei cittadini fa i propri o quelli del proprio partito.

Ma a chi tocca emettere una sentenza di colpevolezza? A voi in Parlamento o ai giudici in un'aula di tribunale?

Sicuramente ai giudici visto che oggi il Parlamento è completamente compromesso. Tuttavia, una volta escluso il fumus persecutionis, a noi spetta il compito di metterli nelle condizioni di lavorare come farebbero con qualsiasi altro cittadino. Proprio in queste ore sto studiando le indagini su Expo, il simbolo delle manette è il simbolo del Pd.

Cosa intende?

Anche se all'interno di quel partito ci sono sicuramente delle persone perbene, la compromissione con la mafia è totale. Ovunque si indaghi si trovano coinvolte le cooperative rosse, esponenti storici come Greganti. Sono spariti i suoi ingressi al Senato, chi doveva incontrare? Quello delle manette è solo un gesto simbolico, preoccupiamoci piuttosto di un sistema poltico completamente corrotto.

Le ricordo che per il diritto la responsabilità è sempre personale e che il Pd ieri ha deciso di votare a scrutinio palese sull'arresto di un proprio esponente...

No, il Pd è stato costretto da noi a farlo perché fino a poco prima aveva chiesto la sospensione dell'Aula e l'inversione dell'ordine del giorno per non dover votare, tanto che nel suo intervento il capogruppo Speranza aveva detto, praticamente solo mezz'ora prima del voto, che il Pd avrebbe lottato per far spostare la discussione a dopo le elezioni per non darci uno strumento elettorale, pensate alla malattia mentale dove sono arrivati.

Oltre che criminali anche pazzi?

Se per loro l'arresto di uno come Genovese con una sfilza di capi d'accusa è uno strumento elettorale, sì. Per noi era un obbligo, un dovere visto che i 30 giorni per farlo arrestare scadevano il 18 maggio e aveva avuto già due mesi di tempo per poter inquinare le prove.

Matteo Renzi vi ha accusato di voler fare solo delle grandi retate. Tutti in galera?

Noi vogliamo i delinquenti in galera, se Renzi non è d'accordo lo vada a dire in televisione. Nelle nostre liste per le europee non figurano né condannati né indagati. Possibile che i partiti non trovino, tra tanti italiani, gente pulita da mettere in lista?

Secondo lei perché no?

Perché puntano solamente al consenso, ai 20mila voti che uno come Genovese, indagato dal 2012, può portare in Sicilia.

Prima o poi può succedere che venga indagato anche un vostro eletto. Anzi, è già successo...

Se si riferisce al caso De Franceschi (capogruppo 'grillino' nell'assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna indagato per peculato, ndr) lo abbiamo sospeso in attesa delle verifiche della Corte dei conti. Quando la magistratura si sarà espressa noi lo riammetteremo o lo espelleremo definitivamente perché riteniamo che un politico debba essere innocente oltre ogni ragionevole dubbio.

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Claudia Daconto