Amanda Knox: è solo una persecuzione
Amanda Knox (Getty Imagines/ Oli Scarff)
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Amanda Knox: è solo una persecuzione

Dopo la condanna della corte di Firenze, la giovane da Seattle denuncia la magistratura italiana e dice: mi stanno perseguitando

Il caso di Amanda Knox è diventato un caso tanto seguito negli Stati Uniti da diventare una delle notizie d'apertura di molti siti e testate. Dopo la sentenza di condanna della Corte di Firenze, che ha ribaltata la precedente assoluzione, oltre alla reazione della giovane di Seattle, è stato dato spazio ai commenti e alle analisi. Soprattutto su quelle che appaiono le incongruenze del sistema giudiziario italiano.

Amanda ha atteso la sentenza nella sua casa di Seattle. Dopo la sua lettura ha diramato un comunicato in cui spiega tutta la sua delusione per il verdetto. Parla di una vera e propria persecuzione da parte della magistratura italiana e si chiede come sia possibile che sia stata condannata per un reato per il quale era stata assolta in precedenza. Ricorda come si è arrivati secondo lei alla condanna: attraverso una confessione estorta con la forza da parte degli inquirenti e la costruzione di un impianto accusatorio che è stato caratterizzato da errori, pregiudizio e volontà di indicarla come colpevole dell'omicidio di Meredith Kercher

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Per l'edizione americana del britannico Daily Mail, la rezione di Amanda alla condanna sarebbe stata furiosa. Il sito in apertura riporta quelle che sarebbero state le sue parole di rabbia: "Dovranno venirmi a prendermi, sempre che mi trovino e dovranno portarmi a calci in Italia, io non ci andrò mai più" avrebbe detto la giovane di Seattle. Il giornale riporta anche l'opinione di Alan Dershowitz, docente alla facoltà di legge di Harvard,  secondo il quale Amanda potrebbe essere veramente estradata in Italia. Il fatto che il sistema giudiziario americano e quello italiano siano diversi (e si possa quindi essere condannati nella ripetizione di un processo per il quale si era stati assolti in precedenza) non dovrebbe salvare la Knox dallo scontare la pena.

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Il partito di Amanda, invece, pensa che non dovrebbe essere estradata in Italia anche se il governo di Roma lo richiedesse, perché - secondo la giustizia americana - non si può essere processati due volte per lo stesso reato. Per suffragare questa tesi viene spesso citato l'articolo VI del Trattato di Estradizione tra Italia e Stati Uniti del 1983 secondo il quale: "L'estradizione non è concessa quando la persona richiesta è stata condannata, assolta o graziata, o ha scontato la pena inflittale dalla parte richiesta per gli stessi fatti per i quali l'estradizione è domandata".

E'la tesi di The Atlantic. La prestigiosa rivista on line pubblica un articolo dal titolo "Amanda Knox e il carnevalesco sistema giudiziario italiano" . L'accusa più grave? Tutta l'inchiesta pè stata costellata da errori il cui risultato è stato un illogico e goffo errore giudiziario. Viene citata anche un'inchiesta della rivista Rolling Stone del 2011 secondo la quale i primi a sbagliare sono stati gli inquirenti

Timeparla invece di un limbo futuro per Amanda. Il sito della prestigiosa rivista ha dato molto spazio alla sentenza di condanna. Dopo aver ricostruito la vicenda, spiega che se il governo degli Usa rifiuterà di estradarla, le autorità di Roma potranno chiedere all'Interpol di spiccare un mandato di cattura internazionale. Se la Knox dovesse lasciare gli Stati Uniti potrebbe essere arrestata. Per questo , per lei sarà pericoloso viaggiare. Dovrà rimanere in una sorta di limbo .

Anche l'edizione statunitense del Guardianoffre molto spazio alla condanna di Amanda e in particolare alle parole dei genitori. Deluso e quasi attonito, il padre, Curt Knox ha detto che "se si usa un poco di buon senso e si guarda alle testimonianze, non è possibile pensare che il processo sia finito con una sentenza di condanna". A spada tratta anche la difesa della madre, Edda Mellas: "L'unica cosa giusta che hanno fatto è stata assolverla e rimandarla a casa. Per il resto, solo errori". Amanda parla al Guardian in una intervista esclusiva che è stata realizzata qualche giorno prima della sentenza. E'lei nella sua Seattle

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Con il tempo, quello di Amanda Knox è diventato un caso molto seguito negli Usa. Quando i media hanno scoperto la vicenda di questa giovane americana dal viso angelico, studentessa nella lontana e sempre affascinante Italia, vittima o carnefice, comunque al centro di una storia molto intricata, i cui ingredienti sono un delitto a sfondo sessuale ma anche la violazione (o no) di alcuni diritti civili, hanno deciso che era una storia che valeva la pena di seguire.

Nello scorso maggio, poi, con l'uscita del libro autobiografico di Amanda "Waiting to be heard" (Aspettando di essere ascoltata), in cui la Knox descrive il suo "inferno" nelle prigioni italiane, sono state moltissime le interviste televisive e le recensioni sui giornali. Questo ha amplificato ancora di più il suo caso, rendendolo sempre di più una notizia da prima pagina.

Questa è un'intervista alla famiglia Knox, nello scorso maggio, in concomitanza con l'uscita del libro

 

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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