Alluvione Genova: perché la città è di nuovo allagata
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Alluvione Genova: perché la città è di nuovo allagata

L'intervista con Carlo Malgarotto, presidente dell'Ordine dei Geologi della Liguria: "Tante parole, pochi fatti"

Il Comune di Genova lancia un appello agli "Angeli del fango": "Le persone che intendono prestare la loro opera volontaria nelle zone colpite dall'alluvione devono rivolgersi ai 5 Municipi cittadini". L’Amministrazione comunale si sta preparando alla nuova ondata di piena del torrente Bisagno, prevista nella mattinata e alle nuove forti precipitazioni che sono state annunciate per il pomeriggio.

Sono trascorsi solamente tre anni e il capoluogo ligure è piombato nuovamente nell’incubo alluvione. Proprio come nel 2011, la città è stata sommersa da metri e metri di acqua che hanno distrutto case, strutture pubbliche e seminato morte: un uomo di 57 anni ha perso la vita mentre stava aspettando l’autobus alla fermata.

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La tragedia che si è consumata nel 2011 non ha insegnato nulla? Sono stati effettuati interventi per evitare il ripetersi di queste inondazioni? Lo abbiamo chiesto a Carlo Malgarotto, Presidente Ordine dei Geologi della Liguria.


Quanto accaduto in queste ore è la “fotocopia” di quanto avvenuto tre anni fa. Gli enti preposti non hanno effettuato interventi mirati per scongiurare nuovi allagamenti?
No, non sono stati effettuati interventi strutturali importanti tali da evitare o quanto meno arginare l’esondazione dei torrenti e fermare o rallentare l’arrivo a valle dell’acqua. Dopo l’alluvione del 2011, sono state organizzate solamente alcune tavole rotonde dove il comune ha preso contatto con esperti del territorio. Ma di fatto, questi incontri, non hanno portato a niente di fattivo e concreto. In sostanza molte parole, nessun fatto. Purtroppo gli alvei dei torrenti che attraversano Genova sono stati ridotti e cementificati con una urbanizzazione incontrollata che è la causa di queste inondazioni devastanti. Ma non è la sola causa.

Quali sono le altre cause?
Purtroppo a monte, nelle zone periferiche che sovrastano Genova, esistono boschi che in realtà non sono aree boschive bensì campi abbandonati dove sono nate spontaneamente piante infestanti, acacie, che hanno ricoperto vecchi muretti a secco. Questi trattengono l’acqua inizialmente per poi rilasciarla tutta insieme creando vere e proprie “cascate” sul territorio sottostante.

Secondo lei, in che modo sarebbe opportuno intervenire sul territorio e sulla città di Genova?
Innanzitutto sarebbe opportuno che il Comune e la Regione si sedessero allo stesso tavolo e dialogassero mettendo in campo, con i tecnici e esperti, un serio piano di interventi. Ad esempio, occorrerà prendere in seria considerazione il ripristino degli alvei originari dei fiumi. Questo potrebbe essere il primo passo concreto perché si possa evitare l’allagamento della città. Un altro intervento necessario deve essere fatto a monte, nei paesi delle aree collinari. Comuni e Regione Liguria dovrebbero cominciare a realizzare invasi e pozzi artesiani in grado di accogliere l’acqua piovana e ridurre la portata dei torrenti. L’acqua piovana raccolta in questi invasi o pozzi, potrà essere utilizzata in un periodo successivo anche dai privati per l’irrigazione dei giardini o per un qualsiasi uso domestico. Inoltre è fondamentale arare molti dei terreni che sono stati per anni coltivati ed oggi sono abbandonati. Questi terreni hanno sviluppato come “una crosta” impermeabile all’acqua che la fa scivolare a valle. Quindi occorre rendere nuovamente permeabile il terreno. Un altro “step” da fare che per altro è gratuito, è quello di instituire sul territorio dei presidi di esperti, di geologi, che costantemente monitorizzino le aree in questione e che siano in grado di sviluppare piani di intervento mirati che possono eventualmente attirare anche investitori. Un po’ come stiamo facendo in queste settimane con il Parco delle Cinqueterre.

Secondo lei quanto tempo occorrerà per sviluppare questi piani di intervento?
Circa una decina di anni. Alcuni interventi, ripeto, sono a costo zero e si possono effettuare immediatamente con risultati sicuramente più che ottimi.

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Nadia Francalacci