Ha smesso di dirlo in pubblico, fedele alla strategia di slegare il destino del referendum dal suo, ma Matteo Renzi sa che il suo futuro si gioca sul referendum istituzionale. A novembre, la vittoria del sì o del no determinerà il suo futuro al governo e, a catena, le sorti della legislatura. Ma se il traguardo è il referendum, l’autunno del premier sarà intenso. Ecco i 4 temi più caldi che dovrà affrontare al rientro dalla pausa estiva.
1 – Referendum costituzionale
Le date più gettonate per indire il referendum restano il 13 o il 27 novembre. Il consiglio dei ministri ha 60 giorni di tempo dopo l’ok della Cassazione per decidere la data e questo probabilmente avverrà in uno dei primi cdm di settembre. Oltre a consentire una campagna “porta a porta”, come ha consigliato lo spin doctor del premier Jim Messina, il governo, fissando il referendum a novembre, viene incontro anche al desiderata del Capo dello Stato di fare la consultazione referendaria dopo l’approvazione della Legge di stabilità almeno in uno dei due rami del Parlamento.
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2 – Italicum
Benchè l’esecutivo insista a tenere separato il referendum dalla legge elettorale, la minoranza dem andrà avanti nel suo aut aut: o si definiscono prima di novembre le modifiche all’Italicum o voterà contro.
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3 – Legge di stabilità
La “rivoluzione fiscale”, come il premier la definì quando arrivò al governo, resta la priorità di Renzi. In base ai suoi annunci, per il 2017 l’obiettivo è la riduzione della pressione fiscale del ceto medio, oltre ad un intervento sulla flessibilità in uscita per le pensioni. Tecnici di Palazzo Chigi e del Mef sono già al lavoro per capire qual è la via più efficace, se attraverso una revisione delle aliquote Irpef o una riduzione del cuneo fiscale. Ma a causa di una crescita del pil inferiore alle attese, sarà necessaria una manovra più consistente e non sarà facile ottenere maggiore flessibilità dall’Europa.
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4 – Europa e Brexit
È probabile che tra Brexit, migranti, tensioni con la Turchia ed elezioni politiche in Francia e Germania nel 2017, l’Ue sarà probabilmente distratta dal totem del rigore. Dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa, Renzi è impegnato a consolidare l’asse con Germania e Francia come dimostra anche il trilaterale di Ventotene del 22 agosto.