Cronaca italiana, i fatti più importanti del 2014
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Cronaca italiana, i fatti più importanti del 2014

Dal trasferimento della Costa Concordia a Mafia Capitale: 13 eventi che hanno segnato la storia dell'anno appena trascorso

Il trasferimento della Costa Concordia a Genova

Domenica 27 luglio. Ore 6.00. Dopo due anni e mezzo, è finito il lungo viaggio della Costa Concordia. Davanti all'ingresso del porto Pra Voltri di Genova, la lunghissima e interminabile navigazione del relitto della Concordia, di ferma.

Per l'ultima volta nella storia di questa nave "sfortunata" sono saliti a bordo i piloti del porto di Genova per dirigere e controllare le manovre di ingresso nell'aerea portuale. Costa Concordia sparirà dalle telecamere, dagli obiettivi dei fotografi e su di lei scivolerà il silenzio.

Mafia Capitale

Un'alleanza di ferro fra mafia, politica, frammenti dell'estrema destra eversiva e la criminalità comune. L'ha rivelata l'operazione "Terra di mezzo", condotta ieri dai Ros e guidata dalla Procura di Roma, che ha portato all'arresto di 37 persone e ha coinvolto fra gli indagati anche l'ex sindaco Gianni Alemanno, che disse: sono estraneo alla faccenda e lo dimostrerò. Obiettivo dell'offensiva la una cupola nera che ha gestito gli affari romani per anni pilotando appalti, riciclando denaro che scotta, alleandosi con i clan emergenti del litorale capitolino, con boss in odore di camorra come Michele Senese e con politici e burocrati spregiudicati e corrotti. Un'inchiesta che è solo all'inizio ed è destinata a segnare la storia della capitale.

L'omicidio del piccolo Loris

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Per l'omicidio di Loris viene arrestata dopo 12 giorni di indagini la madre Veronica Panarello. “Veronica è stata sempre una ragazza problematica, ma non è un mostro: sono convinta che nasconda qualcuno o qualcosa. Mi dispiace, perché lei è mia figlia e non provo odio per lei, nonostante la morte di mio nipote".

Carmela Aguzza, mamma di Veronica, descrive sua figlia come una adolescente “problematica” ma esclude che possa avere ucciso il piccolo Loris.

La sorella di Veronica, Antonella, invece, ha avuto dei dubbi fin dall'inizio delle indagini che ha condiviso con gli investigatori: "Sebbene non abbia alcuna prova - ha detto loro - non ritengo di potere escludere che sia coinvolta nella morte del bambino o che stia cercando di coprire qualcuno o nascondere comunque la verità”

Eternit, la giustizia negata


“È stata negata la giustizia in nome del diritto. La strage è ancora in atto ”. È il commento amaro di Bruno Pesce, Coordinatore dell’Associazione vittime Eternit all’indomani della sentenza della Cassazione. "È sconcertante – spiega a Panorama.it, Pesce - che in Italia non si possa fare coincidere giustizia e diritto. E in questo caso l'ingiustizia è coincisa perfettamente con il diritto".

Sono 256 i casi di morte contestati dalla Procura di Torino all'imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny nell'inchiesta Eternit-bis. I pm Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace procedono per omicidio volontario con l'aggravante dei motivi abietti (la volonta' di profitto) e del mezzo insidioso (l'amianto).

Le duecentocinquantasei vittime sono decedute per mesotelioma pleurico dal 1989 ad oggi. Sessantasei sono ex lavoratori degli stabilimenti Eternit di Casale Monferrato e Cavagnolo.

L'alluvione a Genova, Milano e nel Nordest

Temporali intensi hanno flagellato gran parte dell'Italia, dal Veneto alla Sicilia. Sulla base delle previsioni, il Dipartimento valutò una criticità rossa, il livello massimo, per rischio idrogeologico su buona parte di 8 regioni: Friuli, Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Calabria e Sicilia.

Al termione della perturbazioni si conteranno nuovamente morti in Liguria, Lombardia e Toscana

La morte di Bifolco a Napoli tra dubbi e bugie

Arrestato. È durata tredici giorni la caccia ad Arturo Equabile, il latitante di 24 anni che i carabinieri cercarono di bloccare la sera in cui, al termine di un inseguimento nel Rione Traiano, zona periferica di Napoli, morì Davide Bifolco per un colpo di pistola sparato da un carabiniere.

Equabile, il latitante che la notte del 5 settembre si trovava a bordo dello scooter assieme a Davide Bifolco è stato fermato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli. Al momento dell’arresto era seduto davanti ad un bar di Casoria, comune alle porte del capoluogo, in compagnia di un amico che è stato denunciato per favoreggiamento. Equabile, quando ha visto i carabinieri, non ha opposto resistenza. Solo pochi giorni prima dell'arresto al microfono della trasmissione “Quarto grado”, Arturo Equabile disse: "Dovevo esserci io al posto di Davide Bifolco. Quella sera il carabiniere aveva intenzione di sparare. Aveva in testa di uccidere, non di mettermi le manette e portarmi in carcere". Adesso, l’ex latitante, è rinchiuso in una cella del carcere di Poggioreale. Ma sulla sua presenza a bordo dello scooter in quella drammatica notte, sembra esserci un "giallo".

La strage nei cieli delle Marche

ANSA/GIUSEPPE ERCOLIAnsa

“Stavo lavorando al computer nella mia casa ad Ascoli Piceno, quando ho sentito passare un aereo sopra di me. Mi sono affacciato alla finestra e pochi secondi dopo, all'incirca dalla direzione opposta, ho visto giungere un altro caccia – ricorda un testimone - ho visto i due velivoli scontrarsi e poi l'esplosione”. “Non ho potuto vedere dove sono caduti gli aerei”

Sono le 16.30 del 19 agosto e dal luogo dell'impatto, all'incirca fuori dalle mura di Ascoli, si alza una nube di fumo nera. “Si sentono le sirene di ambulanze e vigili del fuoco". I testimoni raccontano di avere visto i due velivoli toccarsi in volo, uno dei due ha preso immediatamente fuoco ed entrambi sono precipitati al suolo. I due aerei sarebbero due Tornado dell'Aeronautica Militare che stavano svolgendo attività addestrativa.
Ma questo è solo l’ultimo degli incidenti aerei che vede coinvolti velivoli militari in addestramento.

La tragedia di Refrontolo

3 agosto 2014. Nell'area d'erba di fronte al Molinetto della Croda era in corso la festa degli Omeni, organizzata della Pro loco locale. Sono presenti un centinaio di abitanti dei comuni del trevigiano. All'improvviso arriva una bomba d'acqua che dalla collina si abbatte a valle travolgendo prima decine di auto e poi il tendone dove si sta svolgendo la festa.

Struttura in metallo, tenda, attrezzi della cucina, tavoli vengono trascinati via verso il torrente. E con gli oggetti anche decine di partecipanti. Quattro, le persone che non sono riuscite a salvarsi. Una decina, invece, i feriti che sono stati accompagnati negli ospedali di Vittorio Veneto e Conegliano.

Ma le bombe d'acqua non esistono. Ecco il perchè.

Yara: l'arresto del presunto killer, Bossetti

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Massimo Giuseppe Bossetti viene prelevato dai Carabinieri dal cantire edile mentre stava lavorando. L'accusa? quello di essere l'assassino della piccola Yara.

Il parroco di Sotto il Monte, Don Dolcini, nei giorni successivi all'aresto fa la spola tra la canonica e la casa di Massimo Giuseppe Bossetti, il presunto killer di Yara. Don Dolcini tenta di consolare i familiari. Ieri, però, il parroco ha trovato solo la suocera nella cascina che si trova nella frazione di Piana di Sopra, al confine tra Mapello e il paese di San Giovanni XXIII. La moglie del muratore e i tre figli di 13, 10 e 8 anni sono scappati dall'uragano che ha sconvolto la loro vita. O almeno hanno tentato di farlo fisicamente, lasciando quelle stanze che fino a qualche ora prima avevano condiviso con Massimo Giuseppe, marito e padre.

La famiglia del presunto assassino non poteva non essere travolta dal dolore. Ma qualcuno ha pensato ai figli? Perché non è stata data alla famiglia del presunto killer il tempo per organizzarsi, per cercare di tutelare quei ragazzi, uno dei quali ha la stessa età di Yara quando è stata brutalmente seviziata?

La donna crocefissa a Firenze e la paura del mostro


Nuda e in ginocchio. Morta. Le braccia aperte, legate con del nastro adesivo a una sbarra, come una crocifissione. Sui polsi i lividi di chi ha cercato disperatamente di liberarsi. L'anziano che ha trovato il cadavere e' quasi svenuto. Aveva deciso di fare un giro in bici per le vie di Scandicci, i luoghi tristemente famosi per le vicende sanguinose del mostro di Firenze. Poi quel corpo, davanti ai suoi occhi, penzolante da una sbarra: un asse di ferro che serve a chiudere una strada secondaria, che finisce in un campo, sotto il cavalcavia dell'autostrada.

Si chiama Riccardo Viti, 55 anni l'uomo che verrà arrestato dalla polizia e dai carabinieri con l'accusa di aver violentato e ucciso Andreea Cristina Zamfir. 

Processo di Perugia: condannati Sollecito e Amanda Knox


"Mi vogliono in prigione. Ma io sarò latitante". Queste sono state le parole, poche ore prima del verdetto della Corte d'Assise d'Appello di Firenze per l'omicidio di Meredith Kercher, di Amanda Knox pronunciate in un'intervista via Skype al New York Times. Amanda, davanti alla telecamera, è convinta e decisa. "Nulla potrà cancellare l'esperienza di essere stata ingiustamente imprigionata e per questo io non tornerò mai più in Italia" ha continuato la giovane di Seattle che, in attesa della lettura del verdetto, non ha resistito alla tentazione di cambiare il proprio look facendosi persino accompagnare dal parrucchiere.

Dopo 11 ore di camera di Consiglio i giudici della Corte d'Assise d'Appello di Firenze condannano Amanda Konx a 28 anni e sei mesi di carcere e Raffaele Sollecito a 25 anni per l'omicidio di Meredith Kercher.

Una sentenza che accoglie la tesi della Cassazione, che aveva respinto la condanna d'Appello della corte di Perugia di assoluzione per i due giovani che si sono sempre detti innocenti.

La scomparsa e il ritrovamento di Elena Ceste

ANSA / Manuela MacarioAnsa


Indagato Michele Buoniconti, il marito di Elena Ceste, le accuse: omicidio e occultamento di cadavere. Ventiquattro ore dopo la conferma che il corpo, ormai irriconoscibile, trovato il 18 ottobre scorso in una canale vicino alla loro casa di Costigliole d’Asti era della moglie, i carabinieri si sono presentati all’alba a casa del marito, vigile del fuoco ad Alba. Due i provvedimenti notificati al marito: uno riguarda la possibilità di nominare consulenti e partecipare all’autopsia della moglie, prevista per domani; l’altro, ben più grave e collegato proceduralmente al primo, un avviso di garanzia per omicidio e occultamento di cadavere.

Elena Ceste aveva 37 anni e quattro figli, il 24 gennaio scorso, quando è scomparsa dalla propria casa, nel paese in provincia di Asti.

La condanna di Alberto Stasi

La madre di Chiara Poggi al termine della lettura della sentenza ANSA/DANIEL DAL ZENNAROAnsa

Alberto Stasi e' stato condannato a 16 anni di reclusione dalla corte d'Assise d'Appello di Milano nel processo d'appello bis per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 a Garlasco (Pavia).

Stasi era stato assolto in primo e secondo grado dalla stessa accusa prima che la Cassazione annullasse la sentenza di appello.

I genitori di Chiara Poggi, dopo la lettura della sentenza, visibilmente commossi hanno abbracciato il legale di parte civile, l'avvocato Gian Luigi Tizzoni. Il padre Giuseppe Poggi aveva le lacrime agli occhi. La madre Rita Poggi ha abbracciato anche il cugino di Chiara, Paolo Reale.

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Nadia Francalacci