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2013-Cina, l’anno del serpente

2013-Cina, l’anno del serpente

Fuochi d’artificio, ravioli a forma di lingotti d’oro e buste di denaro per brindare a successo e ricchezza

Da oggi si apre una nuova finestra virtuale sull’Oriente, che speriamo possa permettere ai nostri lettori di sbirciare nelle abitudini e nella vita di tutti i giorni in Asia. Ogni settimana, cercheremo di illustrare la quotidianità con una fotografia che rappresenterà una puntata di un lungo racconto.

Per l’avvio di questo nuovo spazio abbiamo scelto di guardare verso la Cina, dove stanno per concludersi le celebrazioni per una delle festività non religiose più sentite al mondo: il capodanno lunare.

In Cina – e in gran parte dell’Estremo Oriente – il calendario si basa sui cicli lunari e ogni anno cade in una data diversa. Questa volta, si celebrerà il 10 febbraio il primo giorno dell’anno che per noi è il 2013, ma che da quelle parti si può calcolare dalla data dell’invenzione del calendario (il 2637 a.C.), ed è il 4650.

Ogni anno viene dedicato a un segno dello zodiaco cinese, composto da dodici segni contrassegnati da altrettanti animali. Stiamo per entrare nell’anno del serpente, come quello che si avvolge al collo della ragazza della fotografia, e il serpente influenzerà la personalità di coloro che nasceranno nei prossimi dodici mesi.

I nati sotto il segno del serpente saranno probabilmente dei veri e propri viveur: amanti della cultura, della musica e di ogni raffinatezza. Allo stesso tempo, però, capaci di piglio decisionale e votati al successo. E il naturale scetticismo verso gli oroscopi può essere incrinato se pensiamo che è nata sotto questo segno una delle icone estetiche del Novecento come Audrey Hepburn. Spesso, poi sono perfetti per svolgere la professione del politico o del diplomatico: e anche qui abbiamo una conferma delle predizioni cinesi, visto che anche John Kennedy è nato in un anno del serpente.

Nei prossimi giorni, però, i cinesi saranno impegnati più a festeggiare che a consultare negromanti. E lo faranno fra fuochi d’artificio e banchetti sontuosi a base di pollo e pesce, che il 10 febbraio non mancheranno su nessuna tavola cinese, preparati secondo ricette dai nomi beneauguranti e capaci, grazie alle proprietà taumaturgiche dell’ideogramma che le definisce, di portare felicità e soprattutto ricchezza. Già, perché dalle parti di Pechino e Shanghai si bada al sodo e si ritiene che la soddisfazione personale coincida in gran parte con i soldi che si incamerano: del resto, a tavola verranno scambiati non regali, ma buste rosse piene di soldi e si consumeranno i ravioli Jau Gok, dalla forma di piccoli lingotti d’oro.

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