Miu Miu, la moda contro l'ostentazione
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Miu Miu, la moda contro l'ostentazione

«Sono affascinata dal concetto di traduzione - come tradurre un sentimento, uno stato d’animo, un concetto e renderlo oggetto. Questa collezione racconta una moda nata dalla realtà e per la realtà». Miuccia Prada racconta la sua Miu Miu senza nascondersi. Dopotutto, il secondo marchio del gruppo Prada è sempre stata la rappresentazione più sfrenata della creatività dell’iconica designer.

La collezione per la prossima primavera estate è un’esplorazione dello scopo della moda, la sua ragione d’essere, in un momento storico così complicato. «È importante che la moda funzioni» sentenzia Miuccia. «Non sono contro il lusso, ma contro l’ostentazione».

Per l’occasione, il Palais d’Iéna si trasforma, grazie all’opera dell’artista Shuang Li in uno spazio inedito percorso da una rappresentazione delle infrastrutture fisiche sottomarine e dalla musica di Eli Osheyack, concepita come una sequenza di messaggi perduti, comunicazioni non consegnate e quindi mai ascoltate.

C’è un’espressione che riesce a racchiudere lo spirito della nuova collezione di Miu Miu: «Lost in translation». Titolo del celebre film diretto da Sofia Coppola, la frase contiene un concetto molto particolare; esistono infatti certe parole che non possono essere tradotte da una lingua all’altra, perché ne perderebbero il significato più puro ed emozionale. Ecco allora che per Miuccia Prada la moda diventa strumento per tradurre in forma materiale una reazione alla realtà. Per comunicare con il mondo e diventare parte dell’attualità.

«Non è il momento di una moda senza senso» spiega la stilista. E così vediamo susseguirsi in passerella capi con grandi tasche, espressione di praticità, che superano i confini tra decorazione e funzione. La complessità di questo momento storico si esprime anche attraverso la sovrapposizione di cotone, seta e cashmere in colori deliberatamente delicati, o nylon tricot in tonalità più accese. Questo gioco crea una superficie materica, una forma di decorazione evocata dai capi stessi piuttosto che da applicazioni estranee.

L’uso della moda non è solo fisico ma psicologico – influisce sull’emozione, la eleva; il ricamo e il colore sono strumenti finalizzati allo scopo di tradurre questo impatto emozionale. L’animazione della superficie è creata attraverso i capi, bande grafiche di indumenti intimi, scarpe con aperture per rivelare la pelle; la decorazione come forma di non ostentazione.

La collezione è rappresentata con un cast di gender eterogenei, che sfida le convenzioni e abbraccia la nostra nuova realtà. Il cast include infatti Esther McGregor in aperture di sfilata, con Ísadóra Barney, Lindsey Wixson, Ethel Cain, Miranda July, Sibyl Buck, Emily Ratajkowski, Bella Hadid e FKA Twigs.

Sono loro, insieme a numerosi amici e ambassador del brand a essere protagonisti della serata evento organizzata con Perfect Magazine al ristorante Gigi di Parigi. Una festa che mostra ancora una volta l’idea che Miuccia Prada ha del brand: «Voglio sempre espandere Miu Miu, apriremo, attraverso il nostro casting, attraverso la collaborazione con gli artisti. Questa è un'altra traduzione, la nozione di tradurre idee diverse nel mondo della moda, di impegnarsi con diverse sfere creative, arricchendosi a vicenda. Rispecchia gli scambi e le comunicazioni della vita».


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Mariella Baroli