Dammi tutto il tuo male
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Matteo Ferrario, 'Dammi tutto il tuo male' - La recensione

Viaggio al termine di una lunga notte: quella di chi sa distinguere il male ma un giorno può ritenerlo indispensabile

Harper Collins Italia esordisce nella narrativa italiana con uno psicothriller che promette più di quanto dicano il titolo e la copertina, cupissimi entrambi: Dammi tutto il tuo male. Matteo Ferrario, scrittore-architetto, riserva grande attenzione alle ambientazioni e ai dettagli di una trama che svela subito il colpevole, addirittura nella prima riga: "Sono un padre e un assassino". Ma l'ansia di capire come e perché un padre possa covare un assassino garantisce la suspense fino alla fine. 

L'eterno ritorno del rimosso familiare

L'autore centellina i dettagli su un doppio piano temporale, in una trama che mobilita alcuni grandi dilemmi legati al mondo degli affetti. La famiglia è il totem che mette paura alla voce narrante, il mite Andrea Bertone di professione bibliotecario, e alla ragazza con cui vive una fulminea età dell'oro, Barbara, eroina iconica con un paio di ali tatuate sulle scapole. Ma per un paradosso che ci riguarda tutti, spesso l'unico modo di uscire definitivamente dalla famiglia di origine (specie quando è causa di dolore, frustrazione, rimossi, come pian piano scopriremo nel romanzo) è costruire un'altra famiglia su nuove fondamenta. Non è così semplice, quando il male irrompe dal sottoscala dov'era stato rinchiuso.

La minuziosa opera per riannodare i fili di un passato oscuro si alterna alla narrazione della vita quotidiana di Andrea e Viola, padre e figlia, nel solco di una apparente, protettiva normalità. Ci sono gli amici, le gite al mare, i cartoni animati, le feste, la scuola. Poi sogni incubi e oggetti transizionali condivisi (fra gli altri, i Depeche Mode di Faith and Devotion) schiudono mondi immaginari a presentificare quello che non c'è: una donna volata via con ali di angelo e pipistrello, un amore, una mamma, un prato di lucciole, un mondo senza segreti.

Seguendo un filone della narrativa italiana contemporanea sempre più battuto e fecondo, Dammi tutto il tuo male offre una chance alternativa allo stereotipo del padre precario, vago, impaurito, incapace di crescere lui stesso, nel migliore dei casi assente. Andrea Bertone avrebbe potuto accontentarsi di rimanere per sua figlia un semplice "rallentatore di mostri", come si autodefiniva il protagonista di Lettera d'amore allo yeti di Enrico Macioci (altro romanzo capace di inscrivere la monogenitorialità in un contesto horror). Oppure di restare per sempre "seppellito dalla finzione" come in Mia figlia, don Chisciotte di Alessandro Garigliano.

Il patto estremo con una divinità immaginaria

O ancora, avrebbe potuto sbandare ai margini della società come i padri coprotagonisti di Anime scalze (Fabio Geda) e Un'invincibile estate (Filippo Nicosia), o sconvolgere giorno dopo giorno l'intimità familiare come accade in La vita felice di Elena Varvello, potente romanzo che ha appena ricevuto l'English PEN Award. O addirittura avrebbe potuto chiedere al figlio la complicità di vedere da vicino la casa dei suicidi assistiti, come nello scioccante La casa bludi Massimiliano Governi. Invece qui Andrea Bertone - un uomo fino ad allora incapace di fare del male agli altri - accetta di precipitare nell'abisso pur di "salvare" la primogenita con un gesto estremo.

È un atto di coraggio o di debolezza? È un'abiezione simile a quella da estirpare oppure una chance per sopravvivere al ripetersi del destino, è l'idealità di un folle o la follia pragmatica di riaggiustare l'anima come si farebbe con un vetro incrinato? L'angoscia di non saper rispondere a domande come queste si trasmette ben presto dai personaggi al lettore. E poi si spande a macchia d'olio pensando soprattutto all'infanzia: che percezione hanno i bambini dell'infelicità, della solitudine degli adulti? Perché il bisogno di essere amati e credere nei propri genitori è così forte da cancellarne perfino i soprusi? Come si fa a essere un buon padre se non c'è modo di raccontare la verità ai figli?

La verità è che la famiglia, ogni famiglia, genera mostri. La paura è già dentro l'atto della nascita. L'antidoto, come ha spiegato Melanie Klein, sta nella natura stessa, dentro il codice della riproduzione: una "madre sufficientemente buona" che metta il neonato delle condizioni di simbolizzare il mondo in oggetti parziali buoni e oggetti parziali cattivi, ad esempio il dolore e la perdita, la nostalgia, l'amore, la malattia, la morte. Ma per molte diverse ragioni le madri di questo romanzo soccombono alle paure, alle debolezze fisiche, psicologiche, morali. L'unico a rendere accettabili i fantasmi di una figlia è qui appunto il padre, un assassino, per il quale si parteggia con il fiato sospeso fino alla fine. 

Così ha inizio il male (e il peggio resta indietro)

Accanto alla cupa ricostruzione di come sia possibile correre incontro al male pur rimanendo se stessi, c'è una riflessione profonda sulla natura biunivoca dell'amore: libertà e possesso, vizio e virtù, assoluto ed effimero, gioia e dolore. Dipende solo da noi o anche dalle circostanze? "Nessun amore che finisce merita di essere chiamato amore" dice il protagonista, né quello filiale né quello di coppia. Per sopravvivere alla famiglia, l'idealismo deve continuare a covare sotto le ceneri del male. L'immagine simbolo è quella di due anziani nella sala d'aspetto di un ospedale, il loro prendersi cura vicendevolmente rinnovando un tacito patto, invulnerabile al passare del tempo.

Come può la maternità mandare in frantumi una storia d'amore. Eppure quante volte succede. Fare del male a chi sopra ogni cosa vorremmo proteggere, fin da quando è ancora in pancia. È la contraddizione che sintetizza drammaticamente tutta la fragilità di noi esseri umani. Dammi tutto il tuo male allora: il padre si prende carico della violenza del mondo a partire, simbolicamente, di quella che presiede alla nascita, preservando l'innocenza dei figli, garantendo la sopravvivenza dell'umanità. Dentro l'oscurità una luce, il fioco brillio di una lucciola. Lo spazio dei sogni, prima che diventino illusioni.

Per approfondire

Fabio Geda, Anime scalze
Filippo Nicosia, Un'invincibile estate


Matteo Ferrario
Dammi tutto il tuo male
HarperCollins
288 pp., 17 euro

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Michele Lauro