Marte e l'uomo. Mito e miti del pianeta rosso
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Marte e l'uomo. Mito e miti del pianeta rosso

Nemico e amico, abitato o deserto. Come ha segnato la storia dell'uomo tra fantasia e progresso scientifico

Per forgiare il mito di Marte, l'uomo non ha atteso il 15 luglio 1965 quando la sonda spaziale americana Mariner 4 inviò sulla Terra le prime immagini ravvicinate della sua superficie. Il rosso e ferroso pianeta nostro vicino nel sistema solare ha solcato i secoli nella storia delle civiltà, delle scienze, dell'arte. Conosciuto (e spesso temuto) sin dall'antichità, fu dio della guerra nella Roma classica, astro rosso foriero di presagi bellici. Quando alla mitologia si affiancò la scienza, studiosi come Aristotele cominciarono a calcolarne la distanza dal nostro pianeta nel momento in cui Marte passava dietro al disco della Luna.

Nel XVII secolo lo sviluppo degli strumenti ottici permise di osservare il pianeta rosso in modo molto più dettagliato. Anche Galileo osservò Marte, ma il primo a disegnare una mappa della superficie fu l'olandese Christiaan Huygens. Nel 1666 l'italiano GiandomenicoCassini fu il primo a registrarne la rivoluzione attorno al proprio asse (di 24 ore come la Terra).

Nell'800, grazie alla rivoluzione tecnologica che permise a Giovanni Schiaparelli di osservare striature scure che chiamò "canali", si alimentò il mito della possibilità dell'esistenza su Marte di forme di vita. Negli anni dei viaggi fantastici di Jules Verne, il pianeta rosso diventa protagonista e spesso antagonista dei racconti fantascientifici della fine del secolo XIX: l'opera più rappresentativa è riconosciuta nell'opera dello scrittore britannico Herbert G. Wells "La guerra dei mondi", primo e paradigmatico esempio di invasione aliena della Terra da parte degli abitanti del pianeta rosso. L'idea di Wells sarà ripresa nel 1938 da Orson Welles che simulò una invasione marziana nel New Jersey interrompendo le trasmissioni radiofoniche, colpo di scena per presentare la serie "War of The worlds".   Durante il secolo successivo l'epoca d'oro di Marte nella letteratura fantastica prosegue con le "Martian Tales" di Edward R. Burroughs e soprattutto con "Le Cronache Marziane" di Ray Bradbury, 28 racconti brevi sulla conquista del pianeta da parte di un equipaggio terrestre. L'opera, del 1950, inaugura i due decenni più fertili della storia della fantascienza nel cinema e nella letteratura. Marte colonizza o è colonizzato da terrestri, entra a far parte del mondo del fumetto e delle serie televisive. Appare nei primi videogiochi, sui pannelli dei flipper, nei cartoni animati dei Looney Tunes (con Marvin il Marziano). All'inizio degli anni 70 se i Pink Floyd citano la Luna, scelgono Marte David Bowie nel 1971 ("Life on Mars?") ed Elton John nel 1972 ("Rocket Man").

Il filone cinematografico prosegue e includerà parodie intelligenti come Mars Attacks! di Tim Burton (1996) summa ironica della fantascienza degli anni '50-60.  All'inizio del nuovo millennio due rover della Nasa raggiungono la superficie di Marte: sono Opportunity e Curiosity. Il 20 settembre 2015 proprio quest'ultima invia alla Terra immagini rivoluzionarie, che indicano la presenza di acqua salata sul pianeta rosso. Proprio mentre Ridley Scott presentava a Toronto "The Martian", con Matt Damon che riprende i temi sci-fi di mezzo secolo prima. Il mito del pianeta rosso e dei suoi fantastici abitanti continua. 

Olycom
1953: foto di scena dal film americano "Invaders from Mars"

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Edoardo Frittoli