​Soldati israeliani a Gaza
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Hamas dice no al cessate il fuoco proposto dagli Stati Uniti

La risposta di Hamas e della Jihad islamica include sostanziali modifiche all'offerta, tra cui una nuova tempistica per il rilascio degli ostaggi e il ritiro delle truppe israeliane da Gaza.

Hamas ha respinto la proposta di cessate il fuoco avanzata dagli Stati Uniti. Un funzionario israeliano, ampiamente citato dai media ebraici, afferma che la risposta di Hamas alla richiesta di liberazione degli ostaggi e all'offerta di una tregua «di fatto respinge la proposta». Secondo quanto riferito, la risposta di Hamas e della Jihad islamica include sostanziali modifiche all'offerta, tra cui una nuova tempistica per il rilascio degli ostaggi e il ritiro delle truppe israeliane da Gaza. Secondo il capo del Mossad, Dedi Barnea, «queste modifiche costituiscono un sostanziale rifiuto».

Barnea è stato aggiornato sui dettagli della risposta dal primo ministro del Qatar, Muhammad al-Thani, e fonti a conoscenza dei dettagli hanno spiegato che «Hamas ha cambiato l'intera proposta». Secondo le fonti israeliane «il significato è chiaro: un rifiuto della proposta di Biden». Il piano annunciato dal presidente americano prevedeva, in una prima fase, un cessate il fuoco di sei settimane accompagnato dal ritiro israeliano dalle aree densamente popolate di Gaza, dalla liberazione degli ostaggi detenuti in territorio palestinese e dei prigionieri palestinesi detenuti da Israele. Nella dichiarazione congiunta, Egitto e Qatar si sono comunque impegnati a proseguire i loro sforzi di mediazione fino al raggiungimento di un accordo, aggiungendo che « si coordineranno con le parti per quanto riguarda i prossimi passi». Di sicuro le reazioni più critiche, però, arriveranno dagli Stati Uniti una volta che avranno finito di rivedere la proposta e valutare l'entità degli emendamenti di Hamas. In Israele nessuno si stupisce ( nemmeno noi), e già la scorsa settimana alcuni funzionari di Hamas avevano dichiarato al Times of Israel che il gruppo terroristico «avrebbe evitato di respingere apertamente la proposta israeliana in mezzo al crescente sostegno globale per un accordo e avrebbe invece cercato di rivedere l’offerta». L'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu non ha rilasciato dichiarazioni; tuttavia, un anonimo funzionario israeliano ha affermato che Hamas «ha cambiato tutti i parametri principali e più significativi, equivalente a un rifiuto della proposta sul tavolo».

La guerra intanto continua; ieri gli Hezbollah hanno annunciato la morte di un alto comandante in un attacco aereo israeliano nel sud del Libano, mentre il gruppo terroristico ha lanciato circa 80 razzi contro le comunità settentrionali nel corso della giornata, in mezzo a crescenti ostilità transfrontaliere. Il gruppo, sostenuto dall'Iran, ha dichiarato in un comunicato che Taleb Sami Abdullah-Haj Abu Taleb, della città di Aadachit nel sud del Libano, «è stato ucciso sulla strada per Gerusalemme», un termine usato dall'organizzazione per indicare gli attacchi israeliani. Abdullah è stato ucciso in un attacco nella città costiera di Jouaiyya, a circa 25 chilometri (15 miglia) a nord del confine con Israele. Secondo il quotidiano Al-Akhbar, affiliato a Hezbollah, almeno altre quattro persone sono state uccise nell'attacco, mentre fonti della sicurezza libanesi hanno riferito a Reuters che altri tre agenti di Hezbollah sono stati uccisi.

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Stefano Piazza