L'impresa di Novara che compra robotica Usa
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L'impresa di Novara che compra robotica Usa

Effecto Group, azienda di Maurizio d’Opaglio, ha acquisito Applied Robotics specializzata nell'automotive

“Adesso siamo pronti per una dimensione globale. Ci sono voluti anni e periodi di conoscenza e sperimentazione, ma l’acquisizione della statunitense Applied Robotics Inc. disegna una nuova strategia per la nostra azienda”. Ad annunciare il nuovo corso è Flavio Giacomini (foto), amministratore delegato di Effecto Group, azienda di Maurizio d’Opaglio (Novara) da mezzo secolo leader nella componentistica per l’automazione e la robotica. Ora Effecto Group si affaccia con determinazione su nuovi mercati e lo fa da protagonista partendo dagli Usa , allargando la sfera di influenza nel settore automotive, prevedendo assunzioni e una crescita del 15 per cento annuo a partire dal 2017. 

“Effecto Group (nato proprio per effetto dell’acquisizione da parte di Tecnomors) e Applied Robotics sono aziende complementari” continua Giacomini“Noi produciamo componenti per le linee automatizzate di produzione lavorando soprattutto nel “general Industry” e limitando la nostra presenza nell’automotive al 10 per cento. La società Usa invece fa esattamente il contrario: 85 per cento automotive e il resto nel mercato “generale” Con questa operazione dunque, ci allarghiamo al settore automobilistico, che in questo periodo si mostra dinamico ed interessante”. 

L’acquisizione di Applied Robotics parte da lontano e per un’azienda italiana rappresenta un caso di successo. Tutto è cominciato nel 2001 con una partecipazione minoritaria ed una semplice collaborazione commerciale poi, cinque anni fa, viene siglata una joint venture paritetica in Italia per il mercato europeo che apre la strada all’acquisizione. “La strategia era già chiara, ma abbiamo aspettato le condizioni più favorevoli. Applied Robotics era infatti un’azienda ad azionariato diffuso, dove la proprietà era suddivisa tra manager e dipendenti. Qualche anno fa un’azienda giapponese è uscita dal capitale, permettendoci di raggiungere il 30 per cento. A questo punto, abbiamo fatto la nostra proposta”. 

Il valore dell’operazione, sviluppata dalla società italiana di investimenti Trafalgar, si aggira attorno ai 3 milioni di dollari e crea un gruppo con ricavi consolidati di 11 milioni circa (5 milioni di Effecto Group e 6,5 quelli di Applied Robotics) che impiega una settantina di persone. “L’acquisizione non soltanto ha rafforzato la nostra posizione sul mercato americano, ma ci apre nuovi business proprio partendo dagli Usa” sottolinea ancora Giacomini “I nostri orizzonti di espansione guardano a mercati emergenti come Sud America, Messico, India e Cina. Per la general industry, il settore principale di Effecto Group, la mappa è invece più diversificata e comprende come aree di sviluppo i Paesi dell’Est, Russia e Giappone”. 

Effecto Group ha conosciuto negli ultimi 3 anni una crescita costante del 15 per cento, soprattutto grazie alle esportazioni. E adesso si aspetta di spingere ancora di più sull’acceleratore. “Il primo anno sarà di studio, anche se ovviamente ci aspettiamo un incremento. Succcessivamente prevediamo un aumento del fatturato pari a circa il 20 per cento. E le nuove frontiere di prodotto? “L’integrazione porterà a un ulteriore sviluppo della meccatronica, cioè ad una maggiore integrazione della meccanica con l’elettronica, fino a dispositivi che comunicano sul Web nell’ottica di Internet of Things (Industria 4.0)”.

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Antonella Bersani

Amo la buona cucina, l’amore, il mirto, la danza, Milan Kundera, Pirandello e Calvino. Attendo un nuovo rinascimento italiano e intanto leggo, viaggio e scrivo: per Panorama, per Style e la Gazzetta dello Sport. Qui ho curato una rubrica dedicata al risparmio. E se si può scrivere sulla "rosea" senza sapere nulla di calcio a zona, tennis o Formula 1, allora – mi dico – tutto si può fare. Non è un caso allora se la mia rubrica su Panorama.it si ispira proprio al "voler fare", convinta che l’agire debba sempre venire prima del dire. Siamo in tanti in Italia a pensarla così: uomini, imprenditori, artisti e lavoratori. Al suo interno parlo di economia e imprese. Di storie pronte a ricordarci che, tra una pizza e un mandolino, un poeta un santo e un navigatore e i soliti luoghi comuni, restiamo comunque il secondo Paese manifatturiero d’Europa (Sì, ovvio, dietro alla Germania). Foto di Paolo Liaci

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