Whisky, nuovo 
«bene rifugio»
su cui investire
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Whisky, nuovo «bene rifugio» su cui investire

Il mercato dei distillati rari è in netta ascesa. A Roma, il prossimo 24 marzo, Finarte terrà un’asta di bottiglie preziose da custodire come opere d’arte.

Se doveste mai ricevere dall’Irlanda la telefonata di qualcuno che vi propone l’acquisto di una botte di whisky come forma di investimento per il futuro, non riattaccate subito.

È possibile che non si tratti del solito seccatore, bensì di una reale (e fruttuosa) occasione. «Il mercato dei distillati rari, come quello dei grandi vini, è in netta ascesa anche in Italia» avverte Guido Groppi, capo dipartimento Vini e Distillati di Finarte. «Le bottiglie diventano a tutti gli effetti beni rifugio poiché il loro valore, listini alla mano, è stabile anche nei momenti di forte crisi economica».

Dunque, non stupisce che proprio di recente un Laphroaig del 1967, imbottigliato da Silvano Samaroli, sia stato battuto all’asta per 24 mila euro (partiva da una base di ben 18 mila). «Comprendo che possano sembrare cifre astronomiche, ma non lo sono per ragioni precise» prosegue l’esperto. «Anzitutto si tratta di distillati provenienti da selezioni meticolosissime. Gli imbottigliatori per essere certi di scegliere il prodotto migliore passano al vaglio numerose distillerie a di ciascuna degustano il contenuto di altrettante numerose botti. Una volta trovata la quintessenza della perfezione, imbottigliano un numero limitato di pezzi».

In altre parole, qualità eccelsa e rarità fanno la differenza e dettano i prezzi di mercato. È bene sottolineare poi che se si parla di imbottigliatori, l’Italia non è seconda a nessuno. Un nome per tutti: Silvano Samaroli (scomparso nel 2017). «Ha portato nel nostro Paese, a partire dagli anni Sessanta, la cultura e l’amore per il Single malt. È stato un geniale selezionatore. Ha aperto una strada nuova, ha creato un mercato inedito. Più in generale ritengo che gli italiani siano così sensibili perché hanno un’innata attitudine al gusto, a capire ciò che è davvero buono e di qualità» afferma Groppi.

A proposito di italiani, dall’esperto della casa d’aste milanese arriva un invito per loro: «Guardate nelle vostre cantine. Mi capita spesso di parlare con persone che hanno in casa bottiglie preziose, ma non lo sanno semplicemente per mancanza di informazioni». Quindi? Armatevi di torcia e pazienza perché è possibile che abbiate sotto i vostri piedi un vero e proprio tesoretto. La prossima asta del 24 marzo che Finarte terrà a Roma potrebbe essere l’occasione giusta per fargli vedere la luce.

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Chiara Risolo