Tre hooligans russi, di età compresa tra i 28 e i 33 anni, sono stati condannati a 12, 18 e 24 mesi di carcere senza condizionale, più due anni di divieto d’ingresso nel territorio francese, per aver partecipato ai violenti scontri di sabato a Marsiglia con la tifoseria inglese.
I tre facevano parte del gruppo di 43 tifosi fermati martedì all’uscita del loro hotel a Mandelieu-la-Napoule, vicino a Cannes, mentre stavano per partire per Lille. Tra gli altri componenti del gruppo, 20 saranno espulsi lunedì prossimo (al momento si trovano nel centro di detenzione amministrativo del Canet, a Marsiglia) e 20 sono stati rimessi in libertà.
Tra i 20 ultras russi che saranno presto rimpatriati dalla Francia, c’è anche Aleksandr Shprighin: noto sostenitore della Dinamo Mosca, è anche capo dell’Associazione panrussa dei tifosi e soprattutto membro del Comitato moscovita per l’organizzazione dei Mondiali del 2018. Secondo i media, Shprighin sarebbe anche stato in passato un collaboratore dell’istrionico leader del partito liberaldemocratico (di impronta nazionalista) Vladimir Zhirinovski, e del figlio di questi, Igor Lebedev, deputato e membro del Comitato esecutivo della Federcalcio.
Gli scontri a Marsiglia

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Marsiglia messa a ferro e fuoco dagli hooligans prima di Inghilterra-Russia
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Marsiglia: gli hooligans della Russia in azione – video
In precedenza le autorità francesi avevano parlato di un manipolo di circa 150 hooligans “professionisti” provenienti da Mosca, definiti dal procuratore marsigliese Brice Robin “ben allenati e perfettamente addestrati a compiere azioni tanto rapide quanto violente”.
In particolare, si tratterebbe di hooligans legati alle squadre moscovite (Spartak, Dinamo e Cska) che in occasione delle partite internazionali metterebbero da parte i dualismi interni per unirsi e scontrarsi con le tifoserie straniere, specie quelle in cui – come nel caso dell’Inghilterra – figurano anche persone di colore o di origine asiatica.
