Il sogno è mio e me lo gestisco io
Anche se a sfondo cultural - professionale sempre di abbordaggio si tratta
Volti da ergastolano che si sdilinquiscono in chiose lusinghiere sulle foto del profilo fb; eccentriche promesse di nozze, nel cui paniere s'annunciano – udite, udite – nientemeno che testate editoriali nuove di pacca; minacce di saltare sul primo treno diretto a Milano a un mio solo, seppur timido, cenno.
Diciamo che col tempo anche l'effetto stupore s'addomestica un po', a scorrere la farragine di follie maschili che nutrono la posta privata dei social. Ma la sorpresa, l'impensabile, lo schiaffo di sfida a ciò che è lecitamente immaginabile tendono sempre un agguato.
Lui è belloccio, sui cinquanta, e dice che di mestiere sciabola la penna (anzi la tastiera), occupandosi di non ho capito bene cosa. Nel suo cv (a suo dire) anche il testo di una celebre canzone di un noto cantautore italiano.
Il subdolo contatto ha - come spesso accade - il pretesto del lavoro.
“Premesso che mi occupo di arte e cultura, musica in particolar modo, amo scrivere anche di politica e di sociale se l'argomento mi suscita curiosità..” è il prolegomeno inquietante (che - mi chiedo – forse fai prima a comunicarmi di cosa non ti occupi).
“Ora sto cercando di curare una collana per una nota casa editrice – prosegue – Così mi piace pensare e ragionare a qualcosa da proporre, con te, qualche idea, che non sia prettamente artistica o anche strettamente politica, il classico sogno nel cassetto”. Segue il suo numero di telefono.
Ora, siam donne di mondo, si sa. Ne abbiamo viste e combinate più di Bertoldo ai tempi di re Alboino. Ma il fenotipo maschile che vuole pure arrogarsi la proprietà dei tuoi sogni, questa no. Mi mancava.
Rispondo spazientita che non ho ben compreso, sperando di scoraggiarlo. Macché. Gli ulteriori chiarimenti sul progetto (?) farebbero mandare su tutte le furie pure il più tiepido dei temperamenti.
“Un libro, scritto e illustrato di un tema che ti è sempre piaciuto ma che nelle tue collaborazioni non tratti ". “Una rubrica di nome 'Di tutto un Pop!' e farne un box”. “Un contenitore su cartaceo (ma anche on line o tutte e due di pari passo)”. “Una rubrica, dove a 4 mani mettiamo le cose più varie che accadono, dove si mescolano quotidianità, eventi, avvenimenti, retrospettive, politica, musica, tutto in formato bonsai e così via”.
Mentre pensavo a un contenitore (cartaceo, virtuale, tramite piccione viaggiatore) con cui mandarlo irrimediabilmente a quel paese, arriva l'ultimo atto che conferma la tesi. La smoking gun. L'inequivocabile prova che lo inchioda. Il “p.s”.
“... a scanso di equivoci: non è un modo per conoscerti, sono sposato felicemente e ho due figli. Sai, di questi tempi le persone inventano di tutto, ma non è il mio caso”.
In effetti, poiché mi ha comunicato che non vi è dolo, né malizia, ho pensato bene di spedire alla di lui consorte tutti le sue vivaci chiose alle mie foto in bikini, nonché l'affastellarsi di like su qualsivoglia scatto mi ritragga sulla piattaforma virtuale.
Secondo le mie previsioni, l'ignara coniuge potrebbe far germinare in lui nuovi sogni nel cassetto. Ad esempio, quello di rimanere ancora vivo.