Vista da qui, l’Italia del pallone che calcia e scalcia con la promessa di ritornare grande sotto la guida di Antonio Conte pare bella e convincente. Merito di alcuni senatori, che in azzurro hanno già scritto pagine importanti. Ma anche e soprattutto di aspiranti campioni che presto o tardi busseranno ai cancelli di Coverciano con la pazza idea di vestire il tricolore. Scegliamo noi, questa volta si gioca con il 3-4-3, sperando che chi sta davanti abbia voglia di dare una mano a chi gioca dietro. La formazione? Eccola, da destra a sinistra: Donnarumma; Abate, Barzagli, Izzo; Candreva, Montolivo, Jorginho, Bonaventura; El Shaarawy, Destro, Insigne.

Gianluigi Donnarumma (Milan). D’accordo, commette qualche errore e un paio di leggerezze che potevano cambiare il volto alla partita. Ma giocare un derby a 16 anni vale un carico d’emozione che perdona (quasi) tutto. La parata su Icardi, poi, è da portiere vero.

Ignazio Abate (Milan). Galoppa da par suo sulla fascia destra con un’autorevolezza da far venire i lucciconi pure a Conte. Dalle sue parti, non passa lo straniero vestito di neroazzurro.

Andrea Barzagli (Juventus). Niente di nuovo sul fronte bianconero. La migliore intuizione del mercato juventino degli ultimi dieci anni è un difensore che sa sempre fare la cosa giusta al momento giusto. Il senso della posizione, la virtù che crea il vuoto tra lui e moltissimi altri.

Armando Izzo (Genoa). Ventitrè anni e un futuro denso di promesse per il ragazzo cresciuto con la maglia del Napoli cucita sul cuore. Prende a braccetto la coppia Zarate-Bernardeschi e gli impedisce di fare baldoria. Scelte giuste e puntuali. Da manuale.

Antonio Candreva (Lazio). Anche nelle giornate meno fortunate, sa essere dirompente e determinante con giocate di alta scuola, il suo marchio di fabbrica. A Udine è una baraonda, ma quando parte lui si accende la luce. E si vede.

RICCARDO MONTOLIVO – Il centrocampista azzurro ha 31 anni ma non ha ricevuto ancora nessuna offerta di rinnovo dal Milan. Potrebbe decidere di chiudere la carriera in MLS.

Jorginho (Napoli). Alzi la mano chi ha visto Saponara. Il giocatore dell’Empoli, l’avversario più temuto dal popolo del San Paolo, si perde tra le gambe e la grinta del brasiliano fatto italiano, che non gli fa vedere palla per tutta la partita.

Giacomo Bonaventura (Milan). La solita generosità che dura 90 minuti e più e quell’abitudine per le scelte buone che lo fanno diventare utilissimo, meglio, indispensabile. Gira a Niang il pallone del 3-0. Con lui, è sempre valzer.

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Mattia Destro (Bologna). Al Dall’Ara lo sapevano tutti. Sapevano che presto o tardi Mattia avrebbe segnato anche contro la Sampdoria. Perché l’ex rossonero si esalta davanti al pubblico di casa. Lo dicono i numeri: settimo gol stagionale, settimo centro a due passi dalle Torri. E’ tornato il bomber, un’ottima notizia per il calcio italiano.

Lorenzo Insigne (Napoli). Lo dice pure il presidente De Laurentiis: “Insigne calcia come Diego”. Tradotto, è un fenomeno che sta percorrendo la strada per diventare fuoriclasse assoluto. Che Dio lo preservi per l’Europeo. Quando gioca così, è praticamente imprendibile. Il gol del sorpasso in tinta azzurra è da amarcord.
