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Lifestyle

I segreti per lo scatto perfetto sui social

Posa, luogo, espressione, ironia. Il maestro del clic Nicola Tanzini spiega a Panorama (e in una mostra a Milano) come fare a catturare audience con le immagini

i sono due modi di essere turisti. O si visitano i luoghi per il proprio piacere o si collezionano paesaggi per far vedere che ci si è stati, per esibirli come trofei. Cinquant’anni fa il turismo da collezione trovava la propria ragion d’essere negli album di fotografie e nelle interminabili serate con proiezione forzata delle diapositive delle vacanze, oggi conosce un nuovo slancio grazie ai social. Già allora c’era il bisogno di condividere, di rendere gli altri partecipi dell’esperienza del proprio viaggio. Adesso è solo aumentata l’audience: ieri, quattro amici, oggi migliaia di follower. Chi possiede un profilo Instagram sa quanto sia importante far vedere di essere sempre nei luoghi del momento, scegliendo gli hashtag giusti: i social sono per i nomadi digitali, gli stanziali qui sono out. Oggi a Milano, domani a Londra e fra due giorni a Bangkok: così fa ogni aspirante influencer con la valigia. Ma in quali luoghi bisogna farsi vedere? Funzionano ancora i grandi classici, come la Tour Eiffel e il Big Ben, o i riferimenti sono cambiati?

«La Torre di Pisa o il Colosseo rimangono classici senza tempo, con la differenza rispetto al passato, che non serve visitare il monumento. Basta dimostrare di esserci stati. Poco importa poi se di corsa e solo per realizzare lo scatto da postare. Nuovi luoghi fanno da sfondo a milioni di foto condivise. Nella mia ricerca, mi sono soffermato sui condomini di Quarry Bay, dove vivono più di 10 mila persone e sui cortili di Choi Hung a Hong Kong, osservando orde di instagrammer che si mescolano, nell’assoluta indifferenza, con i residenti in cerca dello scatto perfetto». Lo racconta a Panorama Nicola Tanzini, fotografo, autore di una ricerca sulla nuova geografia dei luoghi attraverso le scelte degli influencer. Una ricognizione confluita nel libro I wanna be an influencer e nella mostra omonima, curata da Benedetta Donato, alla Galleria Still, a Milano, in via Zamenhof 11, fino al 16 giugno. La mostra comprende 30 fotografie emblematiche di questo lavoro di Tanzini, che ha attraversato Hong Kong, Shanghai, Roma, Pisa, la Laguna di Venezia e Tokyo per documentare il proprio progetto.

Come si vede dagli scatti presenti sui social, accanto ai monumenti classici spuntano luoghi legati a un altro tipo di cultura, dall’hotel di design al ristorante stellato, al negozio di un grande brand, veicolando un’idea di turismo allargata dove l’influencer è «ambassador» di alberghi, boutique e ristoranti.

«Si tratta di vera e propria pubblicità», nota Tanzini. «Ma al pubblico di instagram non interessa tanto il tipo di rapporto commerciale instaurato tra influencer e ristoratore, quanto poter ambire a divenire anch’esso testimonial, per usufruire di alcuni privilegi ed essere ammirato dalla community. In ogni caso, sappiamo che il post realizzato dall’influencer più accreditato può far registrare il tutto esaurito in alberghi e ristoranti per intere stagioni».

Emerge una casistica tutta da scoprire: negli scatti di Tanzini, che coglie mode e modi dei «travel influencer», prende forma un mondo 2.0 fatto di luoghi e di persone in posa. Ma qual è la principale caratteristica di un luogo instagrammabile?

«La riconoscibilità da parte della community di influencer e aspiranti tali», spiega Tanzini. «Al di là della connotazione puramente estetica, storica o architettonica, spuntano vie, cortili e palazzi, diventati mete ambite, proprio perché la comunità di influencer più accreditati ci è già stata, realizzando lo scatto perfetto e rendendo quel luogo adatto alla condivisione con altri utenti, che emuleranno quel post. Ripetere l’esperienza vuol dire instaurare una relazione virtuale con altri utenti, basata su un’esperienza creata da altri che ha come set fotografico quel luogo e non un altro».

Negli scatti degli influencer ha un peso determinante la posa, così come una certa dose di ironia. Bisogna inventarsi qualcosa di inedito, di originale, per lo scatto perfetto, in cui il monumento diventa parte di una microstoria divertente.

Per questo i travel influencer nelle loro foto adottano una serie di pose ricorrenti. «Credo emerga dalle fotografie pubblicate nel libro», aggiunge Tanzini. «Quello che ho tentato di fare è osservare singoli e gruppi di persone, che attendevano il proprio turno per poter realizzare il medesimo scatto sullo stesso sfondo. La Torre di Pisa in questo senso offre un caleidoscopio esilarante: da cono gelato a struttura da raddrizzare, mimando lo stesso gesto e assumendo le stesse identiche pose, perché solo in questo modo si potrà essere riconosciuti da una comunità e si potrà farne parte».

Spesso l’intuito e l’ironia hanno la meglio su un approccio didascalico: nelle foto dei travel influencer vince la capacità di cogliere e inventare l’attimo. Nei blog di viaggio bisogna spiegare e raccontare, qui un gesto vale più di mille parole. «Inizialmente», osserva Tanzini. «l’influencer doveva essere esperto di un determinato argomento, perché magari gestiva un blog personale o una pagina social che con le sue condivisioni e interazioni era in grado di influenzare in maniera tangibile un alto numero di follower, in questo caso in ambito di turismo. Oggi il mondo degli influencer è meno rigido. Tra i travel influencer mi vengono in mente Giulia Gartner @giuliagartner, fotografa di viaggi, Sara Izzi travel writer, @sara_izzi, fondatrice insieme a Timur Tugalev di The Lost Avocado, sito di viaggi e lifestyle, Sophy Roberts @sophy_roberts scrittrice in viaggio per il Financial Times e Anna di @nospaceinmypassport, creatrice digitale e infine il duo formato da Luca Pezzolo e Alessandro Zorzin di @the_globbers».

L’importante è avere sempre le antenne puntate sulle tendenze, saper anticipare le mode, essere nei posti giusti. Come nota Tanzini, «esistono i travel influencer che seguono le strategie di marketing turistico per coinvolgere, raccontare e attrarre nei luoghi e per questo è nato l’influencer marketing, già attivo in ambiti come la cosmesi o la moda. Nel 2015 con #LetHawaiiHappen l’Agenzia del Turismo hawaiana selezionò alcuni travel influencer per rilanciare questa destinazione turistica con ottimi risultati. Stessa operazione è stata attuata da Airbnb che ha optato per personaggi del mondo dello star system e grandi influencer per promuovere la propria piattaforma».

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Mario Gerosa