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Sclerosi multipla, nuove speranze arrivano dalla sperimentazione. Ecco come partecipare

Sclerosi multipla, nuove speranze arrivano dalla sperimentazione. Ecco come partecipare

Uno studio clinico di fase II ha mostrato che frexalimab, un anticorpo monoclonale innovativo, riduce significativamente le lesioni cerebrali attive nella sclerosi multipla recidivante. Sono ora in corso tre studi internazionali di fase III, con il coinvolgimento di centri italiani. I pazienti interessati possono candidarsi alla sperimentazione.

La sclerosi multipla recidivante  è la forma più comune di sclerosi multipla: è una patologia che colpisce globalmente circa 2,8 milioni di persone ed è caratterizzata da attacchi neurologici (recidive) seguiti da periodi di remissione. Si calcola che in Italia si verifichino circa 113 casi ogni 100.000 abitanti, con punte fino a 176/100.000 in alcune regioni come la Sicilia, e addirittura 299/100.000 in Sardegna. La prevalenza è nettamente superiore nel sesso femminile: l’esordio si verifica tipicamente tra i 20 e i 40 anni d’età. Le cause sono molteplici, e comprendono fattori genetici, problematiche ambientali, infezioni virali pregresse e disfunzioni di tipo immunitario. Le recidive si manifestano tipicamente con disturbi della vista, della sensibilità, del tono muscolare, ma anche con problematiche di affaticamento e cognitive.

Adesso, un recentissimo studio clinico pubblicato sul New England Journal of Medicine apre nuove prospettive nella cura di questa patologia: frexalimab, una molecola innovativa appartenente alla classe degli anticorpi monoclonali ha infatti dimostrato una grande efficacia nel rallentare l’attività della malattia, riducendo sensibilmente -rispetto al placebo- le nuove lesioni cerebrali. Questo tipo di lesioni rappresenta un indicatore chiave dell’attività infiammatoria della malattia, e la loro diminuzione è un segnale chiaro di efficacia terapeutica. Frexalimab, che viene somministrato per via endovenosa, punta anche a una modulazione del sistema immunitario, in modo da ridurre anche gli effetti collaterali.

I risultati dello studio sono stati accolti con grande interesse dalla comunità scientifica e dai pazienti, e grazie agli ottimi risultati ottenuti dagli studi di fase II sono ora in partenza tre nuovi studi clinici di fase III a livello globale: due focalizzati sulla sclerosi multipla recidivante e uno sulla forma secondariamente progressiva, in pazienti senza recidive. L’obiettivo è confermare l’efficacia e la sicurezza di frexalimab su un campione più ampio e su una popolazione più diversificata. «In questa fase dello sviluppo clinico, è fondamentale il coinvolgimento diretto delle persone con sclerosi multipla», spiega il prof. Claudio Gasperini, neurologo dell’Ospedale San Camillo Forlanini di Roma e coordinatore degli studi per la componente italiana. «Invito chi è interessato a partecipare allo studio o desidera proporsi come candidato a contattare il centro partecipante più vicino. Il contributo dei pazienti è essenziale per arrivare a trattamenti più efficaci e mirati». I centri italiani coinvolti offrono la possibilità di ricevere informazioni dettagliate e valutare l’eventuale partecipazione: l’accesso alla sperimentazione clinica è regolato da protocolli rigorosi, pensati per garantire la sicurezza e la trasparenza del percorso: sul sito www.aism.it è possibile trovare tutte le informazioni per partecipare al trial.

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