Rudy Zerbi, la tecnologia apre la mente
Sullo smartphone del mattatore più anticonformista della Tv italiana tanta musica e un'app che lo aiuta sempre ad uscire dai guai
“Sono sempre stato uno a cui piace stare al passo coi tempi e il mio approccio con la tecnologia non è certo da meno: prima nelle radio, poi con la musica e negli studi di registrazione e ora ci sono i miei tre figli (tutti maschi) a tenermi aggiornato su tutto. Io assorbo molto da loro ed esattamente come loro sono poco social ma un grande amante di tutto ciò che è super tecnico”. A raccontare il suo amore per la tecnologia è il conduttore radiofonico e personaggio televisivo Rudy Zerbi.
“Avrei voluto avere ai miei tempi tutte queste possibilità: avrei fatto grandi cose. Mi ricordo di una frase del premio Nobel Rita Levi Montalcini, letta non ricordo più dove, che esortava i giovani a contribuire attraverso la tecnologia all’innovazione del proprio Paese. Perché questa rivoluzione, impensabile fino a una cinquantina di anni fa, oggi aiuta moltissimo le dinamiche personali, il sapere e gli interessi: basta solo non farne un uso indiscriminato ed educare le giovani generazioni a un utilizzo calibrato e intelligente
“Io ad esempio utilizzo il mio smartphone per qualsiasi cosa: ho scaricato applicazioni senza le quali ormai non potrei più stare perché in realtà mi facilitano tantissimo la vita”.
Di quale App non puoi fare a meno?
“La mia applicazione preferita, quella che è diventata indispensabile, è senza dubbio Waze. Vivo a Roma da ormai un anno e mezzo e da buon milanese trapiantato nella Capitale all’inizio è stato difficile muovermi nel traffico romano: ora sono quasi meglio di un tassista. Ho imparato a girare in moto la città e conosco tutte le stradine, anche le più nascoste. E devo dire grazie a Waze!”
Per il tuo lavoro in che modo utilizzi il tuo smarthphone?
“Adoro l’applicazione creata dal grande Peter Gabriel, Bloom, che consente di suonare lo schermo di iPhone e iPad e creare melodie e commenti visivi davvero straordinari: riesce a mixare batteria, chitarre, voce e tastiere per dar vita a una manipolazione sonora ogni volta unica. Poi c’è DJ, un’app che permette di avere sempre con te una vera e propria console da Deejay professionale: uno strumento straordinario che ti permette di “suonare” perfino per 20mila persone. E infine c’è Nme, un’applicazione politicamente scorretta proprio come piace a me. Nme è uno storico settimanale inglese di musica, forse il più importante: a me piace perché è poco filtrato e mi permette di avere una vera e propria visione d’insieme sul mondo della musica a 360°, dai concerti ai blog fino alle ultime novità in uscita”.
Ultima domanda: un’applicazione che una volta ti ha “salvato” da una situazione imbarazzante.
“Chiedilo alla nonna! E’ un’app sorprendente perché è in grado di tirarti fuori dai momenti più imbarazzanti. Hai un problema con un lavandino da sturare o un rubinetto incrostato? Lo chiedi alla nonna che ti risolve il problema (ride, ndr). Io ad esempio, la settimana scorsa mi stavo apprestando a girare una puntata di Italia’s Got Talent e mi sono unto la camicia. Una macchia enorme naturalmente, di quelle davvero imbarazzanti. Chiedilo alla nonna mi ha risolto il problema in pochi minuti. Come fare senza la nonna?”.