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(Swatch)
Lifestyle

Responsabilità, la vera sostenibilità di Swatch

Nel mondo dove tutto, come una moda, deve ormai essere green per forza, il brand di orologi tra i più famosi al mondo ha scelto una filosofia differente (con nuovi prodotti e nuovi materiali)

Educare e non imporre; convincere, non obbligare. Cambiare le persone per cambiare le aziende. C'è modo e modo per parlare di «sostenibilità"» a livello industriale e aziendale. Non passa giorno senza che ciascuno si senta in dovere di spiegare cosa si stia facendo dentro questa o quella fabbrica; percorsi che spesso sono pura utopia, che nascondono una sorta di «moda», che ovviamente non hanno la benché minima possibilità di raggiungere il risultato tanto atteso.

Poi c'è chi ha scelto una strada diversa andando alla radice del concetto di sostenibilità, guardando al singolo che diventa gruppo e poi prodotto. È la strada scelta da Swatch, dalla sua posizione di leader del settore orologi ha scelto un percorso nuovo: «Noi abbiamo scelto la responsabilità - dice Carlo Giordanetti, membro del board di Swatch - la vera forza capace di portare ai grandi cambiamenti individuali e, di conseguenza, anche aziendali. È sempre grazie alla responsabilità di ciascuno dei nostri uomini e donne che abbiamo studiato e creato un prodotto ed una società davvero sostenibile. È proprio quando si arriva alla condizione che si riesce a creare qualcosa di spontaneo ed onesto, efficace e sostenibile. Pensiamo non solo ai nostri orologi, cui fin dalla nascita abbiamo ridotto drasticamente il numero dei componenti. Pensiamo al packaging, per arrivare alla nostra nuova casa…».

La filosofia però prima o poi deve fare i conti con la realtà che se si parla di una società internazionale è fatta di migliaia di dipendenti e qualche miliardo di fatturato. Come si possono fondere le due cose senza creare contrasti?

«Inutile dire - spiega Giordanetti - che non possiamo pensare a prodotti o operazioni che creino perdite economiche. Ma la sostenibilità se fatta in maniera corretta, studiata, è sostenibile anche dal punto di vista economico. Ad esempio lo studio dei nostri nuovi materiale avviene anche grazie a degli investimenti ma il risparmio che comportano nei tempi di produzione, nei costi, nelle tecniche di lavorazione di fatto se esteso sui grandi numeri viene ammortizzato salvaguardando il prezzo finale al cliente».Ecco, i materiali: bioplastica, bioceramica… Controsensi o realtà?«Le nostre sono plastiche e ceramiche sono speciali - continua Giordanetti - nate ad esempio utilizzando semi naturali come quello delle piante di ricino. C'è poi la bioceramica in grado di fornire da una parte maggiore rigidità rispetto alla bioplastica ma al tempo stesso riducendo i problemi ed i rischi legati alla fragilità. Il percorso poi prosegue con il packaging, totalmente bio. Insomma, una sostenibilità totale nel prodotto, nei materiali, nella produzione, confezione e anche nel prezzo finale».

Veniamo comunque da un anno di sicuro terribile ma soprattutto di profonda mutazione. Anche nel lavoro. Come ha influito lo smart working sulla vostra attività? È stato un bene o un male?

«Non esiste una risposta unica a questa domanda. Il lavoro non è solo risultato, soprattutto quello dei creativi. Spesso è confronto, è far nascere e crescere qualcosa da zero, ma tutti assieme. Di sicuro abbiamo notato come da una parte l'essere di fatto da soli abbia stimolato la creatività e tolto qualche freno di troppo anche perché spesso - fa autocritica Giordanetti - la presenza costante, continua, del management rischia di mettere in difficoltà chi invece avrebbe un'idea innovativa da proporre. Dall'altra però abbiamo sentito tutti il bisogno di confrontarci, l'unico modo per capire davvero se il percorso di un'idea stia viaggiando sui binari corretti mettendo insieme la salvaguardia della creatività e la sostenibilità di un qualsiasi progetto».

Da due anni Swatch ha una nuova casa, forse il simbolo più evidente di questa filosofia. La Città del tempo, struttura interamente fatta con legno svizzero e di fatto ad impatto zero sull'ambiente. Un luogo dove lavorare ma anche da visitare; un luogo che trasmette sensazioni e favorisce l'educazione. Al bello, al gusto, alla natura. Ed, oltre alla casa ecco i nuovi orologi in Bioceramica (due terzi ceramica ed un terzo plastica biologica). Perché il cerchio che alla fine si chiude, come il giro delle lancette, parte sempre da ciascuno di noi.

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Andrea Soglio