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Quel mancato «sostegno» della ministra Azzolina

Quel mancato «sostegno» della ministra Azzolina

Sono oltre 100 mila gli studenti con disabilità che in Italia non possono contare stabilmente su un docente specializzato che segua il loro apprendimento. Eppure ci sono più di 14 mila insegnanti che avrebbero i titoli per farlo. Ma il numero uno dell’Istruzione non li ha ancora stabilizzati.


Una schiera di oltre 100 mila studenti con disabilità che non può contare su un docente di ruolo. Quella figura necessaria per seguirli nel percorso di formazione. Il rapporto fiduciario è il perno per la crescita degli alunni disabili, che in Italia sono in totale più di 280 mila, il 3,3 per cento della popolazione scolastica. Si tratta di ragazzi che devono affrontare una serie di carenze e di problematiche strutturali.

Tanto per capire un elemento: al 59 per cento degli studenti con disabilità non è garantita una continuità didattica. A questo si somma il fatto che il 47 per cento delle scuole non è accessibile. Ma su tutti, nella didattica quotidiana, spicca la lacuna della specializzazione da parte degli insegnanti. Il 36 per cento dei docenti, secondo dati Istat, non ha competenze specifiche sul sostegno. Un problema più grave al Nord, con il 47 per cento di insegnanti che svolgono questo ruolo, pur non avendo i requisiti specifici, mentre al Sud la quota si attesta al 21.

Dunque, se da un lato il rapporto di un insegnante di sostegno per 1,6 studenti è positivo (la legge in vigore indica come rapporto un docente per due alunni), dall’altro permane il problema della loro specializzazione effettiva. E allora cosa ha pensato di fare la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina? Un colpo di genio: precarizzare, mettendo ai margini, proprio i docenti specializzati nel sostegno. Quei professori che la stessa Azzolina, quando era vice dell’allora ministro Marco Bussetti, sosteneva di voler stabilizzare.

Il pasticcio riguarda esattamente i 14.224 docenti specializzati che hanno conseguito il titolo nel corso di specializzazione introdotto dall’esecutivo gialloverde. Questi 14 mila professori sono appesi a un filo di concorsi che potrebbe renderli precari a vita. Eppure si parla di figure che hanno superato varie prove (in cui l’80 per cento dei partecipanti è stato bocciato) per accedere al ruolo di docenti di sostegno.

Ricevendo rassicurazioni sulla stabilizzazione dalla Azzolina in persona. Da viceministra, nel corso di un’intervista, aveva infatti affermato: «Nel momento in cui dei docenti affrontano una selezione, non capisco perché, oltre a quello, bisogna fargli fare anche altro. Hanno fatto un concorso a tutti gli effetti e hanno il diritto di essere stabilizzati al più presto». Con un’aggiunta sull’importanza del ruolo specifico: «Gli studenti, a maggior ragione perché disabili, hanno bisogno di una figura di riferimento. Cambiare insegnante di sostegno è destabilizzante».

La promozione a ministra, però, ha cambiato le carte in tavola. La questione del rapporto tra insegnante e studente disabile resta tuttavia fondamentale, al di là delle opinioni mutevoli. «L’instaurarsi di una relazione positiva tra insegnante e alunno con disabilità è un punto di partenza per la didattica e lo sviluppo formativo. E richiede tempo e competenze» spiega a Panorama Giusy Giugliano, rappresentante del Movimento nazionale docenti specializzati e specializzandi sul sostegno.

I numeri complessivi sulle cattedre senza titolari aiutano a comprendere la preoccupante vastità del fenomeno. Il totale dell’anno scolastico 2019/2020 è stato di quasi 67 mila posti privi di docente titolare specializzato. Il calcolo nel dettaglio riguarda: 1.143 cattedre per la scuola materna, 5.502 per le elementari, 7.269 per le medie e 2.469 per le superiori. Quindi si va oltre i 16 mila posti vacanti in organico di diritto. «A questi vanno sommati, dai dati del 2019, 50.529 cattedre in deroga» spiegano i rappresentanti del Movimento.

Una cifra che è poi cresciuta ulteriormente, raggiungendo quasi quota 80 mila per il nuovo anno scolastico. Se per un docente c’è più di un alunno disabile, il conteggio è semplice: oltre 100 mila ragazzi sono privi di una figura di riferimento, stabile, in classe.

Così Giugliano e i suoi colleghi hanno rivolto un appello al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha la delega sulla disabilità. «Chiediamo che possa operare per migliorare l’inclusione degli studenti più fragili. Questo non potrà avvenire senza la stabilizzazione dei docenti specializzati sul sostegno».

La questione, peraltro, ha sollevato perplessità addirittura nella maggioranza. «Si continua a fare ricorso a supplenze e docenti in deroga senza specializzazione, quando sarebbe opportuno avviare procedure di semplificazione per l’accesso diretto alle cattedre di diritto sul sostegno» osserva Paolo Lattanzio, deputato eletto con il Movimento Cinque stelle e ora nel gruppo Misto alla Camera, che sta seguendo da vicino la vicenda.

Alla fine alcuni parlamentari, tra cui il dem Matteo Orfini e l’ex ministro Lorenzo Fioramonti, hanno inviato una lettera a Palazzo Chigi per chiedere la stabilizzazione dei docenti specializzati nel sostegno. Per dare maggiore tranquillità agli studenti disabili, che sopportano fin troppe carenze strutturali.

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