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Così facciamo squadra

Il Coni ha creato «Italia Team», un nome che stringe le storie e il senso di appartenenza degli atleti olimpici. Va oltre le discipline, sa trasmettere una passione corale.

Si sono allenati nuotando tra le correnti del mare gelido, mentre le piscine erano chiuse. Hanno corso e faticato nel silenzio vuoto di palazzetti, stadi e palestre, perché il distanziamento sociale è ostile al tifo in presenza. Eppure, sebbene sia stata più accidentata del previsto, hanno percorso con la passione e il sacrificio di sempre la loro strada verso un sogno, la «road to Tokyo»: la marcia di avvicinamento, la preparazione intensa e cruciale per le Olimpiadi imminenti.

Sono i membri di «Italia Team», un corpo unico che respira coesione, competitività, voglia di vincere. Sono legati alla loro disciplina, alla loro specialità, ma s'identificano in un concetto collettivo, uno spirito più grande annodato dal simbolo del tricolore, dal senso di appartenenza e dall'orgoglio che sottintende.

Brand creato dal Coni nel dicembre del 2015, «Italia Team» contiene e porta avanti la visione del Presidente Giovanni Malagò di mettere gli atleti al centro, di raccontare le tante sfumature delle loro esperienze: l'epopea delle competizioni accanto a scampoli di vita quotidiana, i successi (da Rio in poi, 38 medaglie in tre anni, con 82 talenti premiati), gli insuccessi, la capacità di rialzarsi per ricominciare, subito, daccapo. «Un messaggio potente per le giovani generazioni, che non hanno la cultura della sconfitta, quando invece è fondamentale assimilarla per intraprendere qualunque rilancio, nello sport come nella vita» sottolinea Diego Nepi Molineris, Marketing and Business Development Director del Coni.

Il progetto vive online, sui social network, su YouTube e altre arene digitali. È diventato un marchio che piace alle aziende nazionali e internazionali, desiderose di valorizzare il loro messaggio tramite contenuti autentici, in linea con i principi di responsabilità sociale di un'impresa.

«Italia Team» trasmette al pubblico un dietro le quinte di ordinaria straordinarietà, fatto di sveglie prima del sole, riposo forzato per recuperare le energie investite nell'accordare e rifinire il proprio personale movimento: «Dentro» ricorda Nepi Molineris «c'è una lezione di meritocrazia, l'insegnamento che il talento, da solo, non basta». Soprattutto, si porta il messaggio delle Olimpiadi oltre l'attualità dei Giochi: «Non appena finiscono le gare, trascinato dall'entusiasmo, lo sport guadagna un aumento di praticanti tra il 30 e il 35 per cento. In molti, però, lo abbandonano in fretta. Dobbiamo essere abili ad amplificare quella quantità e la sua durata, attraverso una narrazione». Una somma di storie, un coro che suona come una voce unica.

Nella foto di apertura, da sinistra verso destra, alcuni atleti medagliati.

Gabriele Detti, Nuoto, qui raffigurato con il Bronzo nei 400sl (vincerà poi un altro bronzo nei 1500 sl sempre a Rio).

Elisa Longo Borghini, Ciclismo, Bronzo (Strada Individuale in linea)

Daniele Garozzo, Scherma, Oro (Fioretto individuale)

Odette Giuffrida, Judo, Argento (52kg)

Fabio Basile, Judo, Oro (66kg) - 200esima medaglia dell'Italia ai Giochi Olimpici

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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