Carlo Verdone, Steven Spielberg, Gabriele Salvatores… Ma anche Mara Maionchi e Roberto D’Agostino. 13 big dello spettacolo e della cultura suggeriscono i grandi film da vedere (in tivù) in questi giorni di coronavirus. Per conforto, spunti di riflessione o puro svago.
La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita» dice Forrest Gump nel celeberrimo film in cui il protagonista (Tom Hanks) risorge dalle sue disavventure con forza e ottimismo. Una grande pellicola da rivedere, adesso che al mondo è capitato un cioccolatino amaro. Dal cinema si può prendere molto, in questi giorni. Riflessioni, conforto, puro svago. E complice il tempo a disposizione, possiamo scoprire e riscoprire un numero enorme di film grazie alle tante piattaforme disponibili su smart tv e computer. Non è un caso se c’è un vero e proprio boom del cinema a casa (paradossale, considerando il cataclisma che ha investito l’industria cinematografica). Chili, per esempio, fa sapere di aver triplicato i numeri da metà febbraio in poi: oggi conta due milioni e mezzo di iscritti grazie a un catalogo di 11 mila titoli in streaming e in download acquistabili senza dover fare abbonamenti. Rakuten Tv è arrivato al +144 per cento di traffico registrando il maggior tasso di crescita in febbraio, mentre Sky Cinema (che ha aggiunto due canali #Iorestoaacasa e agevolato l’accesso a titoli nuovissimi senza ulteriori costi) ha raddoppiato gli ascolti a marzo rispetto a febbraio. Così, di fronte a tante possibilità, rivedere Forrest Gump (solo per fare un esempio) è facilissimo: si trova in catalogo su Netflix, Prime Video e Infinity Tv, mentre su YouTube, Chili e Google Play costa 2,99 euro.
Ma il grande cinema è fruibile anche gratuitamente. Raiplay.it e Mediasetplay.mediaset.it stanno volando tra le piattaforme di streaming; il servizio di video on demand Thefilmclub.it mette a disposizione 100 titoli gratis; su YouTube si trovano cult assoluti con una semplice ricerca. Digiti «Miracolo a Milano film completo», per dire, ed eccolo lì il capolavoro di Vittorio De Sica del 1951 insieme ad altre icone della stessa epoca consigliate dal portale: Umberto D., Ladri di biciclette, Il vigile, L’oro di Napoli. A centinaia. Un mare magnum di pellicole di fronte al quale diventano ancora più preziosi i «consigli d’artista» che trovate in queste pagine. Buona visione.
Carlo verdone: «Questi sono un sacco belli»
In esclusiva per Panorama, Carlo Verdone racconta le tre pellicole da vedere – o rivedere – a casa propria.
1. L’ULTIMO SPETTACOLO
Un film in bianco e nero – sembra sia stato suggerito al regista Peter Bogdanovich da Orson Welles – del 1971. Siamo nei primi Anni 50 in un paesino immaginario del Texas, un posto sperduto con qualche bar e un piccolo cinema, un luogo non luogo dove non accade nulla e la vita dei pochi abitanti si trascina stancamente nella ripetitività e nella noia. E in questa misera quotidianità si insinuano il bisogno di trasgressione degli adulti, le pulsazioni dei giovani, la nostalgia degli anziani. Anche il piccolo cinema chiuderà dopo un’ultima proiezione (Il fiume rosso di Howard Hawks) segnando la fine della giovinezza per un gruppo di amici, alcuni dei quali partiranno per la guerra di Corea. Grandi le interpretazioni di Jeff Bridges e Cybill Sheperd in un film struggente e pieno di poesia che racconta la solitudine e lo sperdimento di un’umanità che ruota intorno al nulla.
2. IO LA CONOSCEVO BENE
Film del 1965 di Antonio Pietrangeli con Ugo Tognazzi e una giovanissima Stefania Sandrelli. Un atto di accusa
nei confronti del cinema italiano degli anni Sessanta. La storia di Adriana, una ragazza di provincia che si trasferisce a Roma con il miraggio dello scintillante mondo dello spettacolo, un mondo che può essere fatto di illusioni e di sogni che muoiono all’alba. E che a volte fa le sue vittime. Il film è memorabile anche per uno strepitoso Ugo Tognazzi, forse nella sua migliore interpretazione: un grandissimo attore che non sempre viene ricordato quanto meriterebbe.
3. ARSENICO E VECCHI MERLETTI
Una commedia nera del 1944, un esempio di grande cinema. Frank Capra è un immenso regista e più che mai con questa pellicola piena di ritmo, humor e leggerezza, ci regala una lezione di regia e di montaggio. È quasi miracoloso il modo in cui Capra racconta storie che, anche se l’azione si svolge in ambienti piccoli e ristretti, riescono a coinvolgere lo spettatore grazie al montaggio perfetto e a uno stupefacente senso del ritmo. È un film che andrebbe studiato nelle scuole di cinema: il regista mantiene l’unità di luogo ma lo spettatore quasi non se ne accorge… Il racconto incalza attraverso continue entrate e uscite, porte che si aprono e si chiudono, e tutto succede in uno stesso ambiente senza un attimo di noia, senza una pausa. Un capolavoro.
STEVEN SPIELBERG
«Lo so, direte che avete già visto Il mago di Oz di Victor Fleming… Ma ripensateci. In questo preciso momento della nostra storia, quale miglior messaggio della frase più celebre del film: «There’s no place like home» («Nessun posto è bello come casa mia» nella versione italiana, ndr)?». Silenzio, parla Steven Spielberg, il più grande storyteller moderno. Pur non frequentando social network, il tre volte premio Oscar fa un’eccezione per l’AFI Movie Club, la neonata piattaforma dell’American Film Institute di Los Angeles che in questi giorni di isolamento ha deciso di unire i suoi iscritti – come in una immensa sala virtuale – nella visione di un capolavoro al giorno.
A sceglierli, i grandi di Hollywood. Dopo Spielberg, Robert De Niro ha optato per Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba, di Stanley Kubrick. Sigourney Weaver, Biancaneve e i sette nani. Morgan Freeman, Moulin rouge di Baz Luhrmann. Helen Mirren, A qualcuno piace caldo di Billy Wilder.
(Marco Giovannini)
GABRIELE SALVATORES
Cinema e coronavirus. Il chiuso delle nostre case e i grandi eventi che stanno sconvolgendo il mondo. Il regista premio Oscar sta già lavorando a un film-documentario che racconterà tutto questo. Ne parla in questa intervista a Panorama, fornendo anche i suoi «suggerimenti d’autore» su cosa guardare.
Come si chiama il suo progetto e quando uscirà?
Si chiama Viaggio in Italia e racconta quello che è accaduto e accade, cronologicamente, dai primi problemi sorti in Cina al suo epilogo. O almeno a un calo dell’emergenza. Spero che sarà pronto in autunno.
Ci sarà la vita reale delle persone?
Sì, è un racconto per la memoria. Recuperiamo le immagini trasmesse dai telegiornali del mondo, ma anche quelle che mostrano come gli italiani rispondono con le proprie vite. Raccogliamo i video reali di chi vuole raccontare la sua quotidianità.
Si vedrà anche qualcuno che si guarda un bel film?
No, ma la trovo un’ottima idea. Cercheremo qualcuno che lo fa.
E lei che film guarda?
In queste gionate in cui i tempi sono più dilatati, più lenti, sto rivedendo i classici dei grandi maestri del cinema. Hitchcock, Truffaut, Billy Wilder, Otto Preminger. Niente effetti speciali, storie attente a sceneggiatura e dialoghi, a recitazione e performance degli attori. Alla messa in scena e non all’entertainment insomma. Il montaggio non è ansiogeno. Oggi i film sono rapidi, frenetici, corrispondono alla nostra vita. Invece lento non significa noioso. Hitchcock non può esserlo.
Ci dica qualche titolo.
Uno dei miei film preferiti è L’infernale Quinlan, di Orson Welles. Suo anche Quarto potere, altro capolavoro. Il bianco e nero può essere una riscoperta di questi giorni di clausura. Paradossalmente è più fantastico per chi, come tutti noi, è invaso da immagini a colori. Risulta stranamente magico.
Altri film?
La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock: si svolge tutto in una stanza mentre James Stewart è bloccato a casa. E poi il grandioso L’appartamento, di Billy Wilder, con Jack Lemmon. Se non altro perché parla della condivisione forzata di un appartamento. Quindi di sopportazione e solidarietà.
MARA MAIONCHI
Volto noto della tivù (XFactor, Italia’s got talent), produttrice discografica e conduttrice radiofonica, è tranchant anche nel consiglio per il film da «ritrovare»: un Monicelli del 1986.
SPERIAMO CHE SIA FEMMINA
«C’entra qualcosa con questo periodo? No, ma è sempre utile».
ROBERTO D’AGOSTINO
Il fondatore di Dagospia, caposaldo online del gossip che conta, consiglia quella che è considerata una delle migliori pellicole cinematografiche di tutti i tempi.
8½
«L’ho rivisto dopo tanti anni, con occhi diversi. È pazzesco. Un film utile perché ti fa comprendere finalmente che la vita è un sogno. In fondo il cinema di Federico Fellini è solo onirico. La proiezione della sua fantasia, della sua immaginazione. Anche noi in questa prigionia in cui ci troviamo dovremmo cominciare a sviluppare la nostra immaginazione. Ciò che si trova nella nostra testa. E forse questo ci potrà non solo consolare, ma anche salvare».
ALESSANDRO GASSMANN
Attore e regista anche teatrale, in questi giorni lo si vede negli spot televisivi che promuovono Sky Cinema. Figlio di Vittorio Gassman, ama e suggerisce un classico del neorealismo.
MIRACOLO A MILANO
«È il film giusto per questo momento. Rappresenta perfettamente le sofferenze di quella città e del mondo, e la possibilità di uscire dalla tragedia che stiamo tutti vivendo semplicemente ascoltandoci di più, e rimanendo più vicini umanamente. Un sorriso, un gesto di gentilezza possono significare molto».
MAURIZIO DE GIOVANNI
Scrittore, drammaturgo e sceneggiatore di serie tivù come I bastardi di Pizzofalcone, ha creato la saga di romanzi gialli del commissario Ricciardi. E sceglie due film di forte positività.
FORREST GUMP
«Nel suo mischiare passato e presente può farci rivalutare il ruolo della memoria, che noi un po’ sottovalutiamo.
E poi contiene una grande portata di speranza. Forrest è un inno alla sopravvivenza».
CHICAGO
«Musica stupenda e storia briosissima. Ti porta via. È come un viaggio, un’astrazione dalla nostra realtà immediata. E Dio sa quanto ne abbiamo bisogno».
ALESSANDRO SIANI
Attore, comico, cabarettista, sceneggiatore, regista, scrittore e produttore cinematografico, consiglia un classico
di Frank Capra.
LA VITA È MERAVIGLIOSA
«Ogni persona durante il percorso umano può inciampare in un insormontabile destino. Ma cadere e poi rialzarsi
è l’unico modo che abbiamo per renderci conto di quanto la vita sia un bene da difendere sempre. Una meraviglia da non sprecare più».
SATURNINO
Polistrumentista, compositore e produttore, è coautore di Baciami ancora, colonna sonora del film di Gabriele Muccino. Le sue scelte vanno a due film leggeri ma non privi di metafore.
HARRY POTTER
«Una saga che stimola l’immaginazione, ed è fondamentale non smettere mai di usarla. E poi ha un messaggio stupendo: la magia vive dentro di noi. Sempre».
IL SENSO DELLA VITA
«Riguardandolo oggi, in questo clima di incertezza e ansia, questo film del 1983 firmato Monty Python si rivela quasi profetico, una commedia dissacrante che, nel modo più surreale possibile, accende una luce sul significato della vita e della morte».
(Gianni Poglio)
MAURIZIO CATTELAN
Uno dei più importanti artisti contemporanei al mondo ama il cinema al punto da consigliare un libro pubblicato in Francia nel 1966. Su di esso nel 2015 è stato creato il documentario Hitchcock/Truffaut.
IL CINEMA SECONDO HITCHCOCK
«Il cinema mi piace moltissimo. Per questo mi permetterei di suggerire la lunga intervista tra Truffaut e Hitchcock che però… È un libro. Forse da lì può venire la curiosità di approfondire il cinema di entrambi gli autori. Nel primo ho ritrovato molte similarità della mia adolescenza e della mia educazione sentimentale, del secondo ho sempre cercato di distillare suspence, potenza, ossessione e sintesi che è presente in qualsiasi sua pellicola».
GIOVANNI GASTEL
Grande fotografo di moda, nipote di un regista che ha fatto la storia del cinema italiano – Luchino Visconti – in questo periodo consiglia un film di fantascienza.
ULTIMATUM ALLA TERRA
«Sapete quando si diceva: “Ci vorrebbe un attacco alieno per farci ritrovare tutti uniti in blocco contro un nemico comune”? Beh, il coronavirus è questo nemico alieno. Ne siamo colpiti insieme, noi homo sapiens, e ci stiamo scoprendo tutti uguali di fronte alla minaccia. Lo capiremo quando ne usciremo. Capiremo quanto siamo cambiati. Spero solo che ci ritroveremo più uniti».
FRANCESCO SARCINA
Il vocalist delle Vibrazioni è un vero appassionato di cinema e ha composto la colonna sonora di La scuola è finita. La sua scelta va su un film recente.
JOKER
«Lo so, non è un film spensierato, ma io credo che si possa utilizzare il tempo trascorso a casa anche per scavare dentro di noi, per comprendere meglio noi stessi. Joker è la fotografia dello stato psichico di una persona alienata che non trova gioia intorno a sé. Cerca un po’ di umanità, ma si imbatte solo in violenza, indifferenza, narcisismo. E, allora, inizia la caduta in un baratro. Penso che nelle immagini e nei dialoghi di Joker ognuno possa trovare qualcosa che alloggia più meno segretamente nella sua psiche». (Gianni Poglio)
PEDRO ALMODOVAR
Il regista spagnolo, autore di pellicole acclamate come Donne sull’orlo di una crisi di nervi e Dolor y gloria, ha detto che a distrarlo in questi giorni di clausura nel suo appartamento a Madrid sono stati due film. Uno per il pomeriggio e uno per la sera. Soprattutto, quello della sera.
007 GOLDFINGER
«Come film pomeridiano Notte sulla città di Jean-Pierre Melville, ma per la sera mi sorprendo a scegliere un film di James Bond (sotto). Per giorni come questi, il meglio è darsi al puro divertimento, alla pura evasione. Sono contento di fermarmi a guardarlo, anche se mi rendo conto che è stato il film a scegliere me».
