Alice Cooper: Road è un magico viaggio nel vero rock and roll
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Alice Cooper: Road è un magico viaggio nel vero rock and roll

Uno splendido concept album sulla vita in tour: a 75 anni il leggendario rocker di Detroit riesce ancora a stupire

Fare dischi a 75 anni avendo una carriera costellata di classici è un rischio. Le probabilità che il nuovo album venga sostanzialmente ignorato o dimenticato presto sono altissime. Succede a tutte le icone del rock and roll, spesso perché i nuovi lavori non sono all'altezza dei precedenti o perché il pubblico è talmente adagiato sui pezzi del tempo che, da non aver nemmeno voglia di ascoltare le nuove produzioni.

Non è il caso di Alice Cooper, che di momenti "bassi" nella sua lunga carriera ne ha avuti, ma che da qualche anno sforna con una certa regolarità grandi dischi. Tra questi c'è stato di recente Paranormal, ma anche Detroit Stories. Adesso arriva Road, un altro lavoro di tutto rispetto prodotto dal suo complice preferito in sala d'incisione, Bob Ezrin. Il risultato è un concept sulla vita on the road dal suono ruvido, compatto e senza troppe raffinatezze. In altre parole, un disco vintage che ha tutto il sapore dei 70's figlio di una creatività intatta quanto sorprendente.

Dall'intrigante manifesto iniziale, I'm Alice, passando per l'ottima Welcome to the show fino al glam rock con sezione fiati di All over the World. A conferma della scelta sonora old school compare un intrigante remake di un vecchio brano presente in Lace and Whiskey, del 1977, Road rats forever, un evidente omaggio ai gloriosi roadie e allo staff itinerante: «We move the drums, and amps, and junk. Road rats: we're a pack. And the road's our home». Nell'heavy blues, White line Frankestein, c'è anche Tom Morello che si fa sentire alla sua maniera.

L'Alice Cooper style è fondamentalmente costruito su su tre pilastri, il rock and roll nella sua accezione più pura, ironica, e sfrontata (vedi I'm Alice), i brani mid tempo dalle atmosfere inquietanti, a questi appartiene uno de pezzi cult di Road, 100 more miles, e le ballad, vedi Baby please don't go. A chiudere il cerchio e a sottolineare il senso dell'intero disco, la cover (riuscita) di Magic Bus degli Who. Giusto per ribadire che Alice, dal suo tour bus sempre in movimento, non ha alcuna intenzione di scendere...

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Gianni Poglio