Il mondo della musica piange la scomparsa, a 81 anni, di Sixto Rodriguez, soprannominato “Sugar Man” grazie a una delle sue canzoni più famose. La notizia della morte del cantautore, nato il 10 luglio 1942 a Detroit, è stata annunciata per prima dal sito ‘Sugarman’ e poi ripresa dai media americani: l’artista lascia tre figlie, Sandra, Eva e Regan. La sua singolare storia è stata raccontata magnificamente dal documentario Searching for Sugar Man, diretto dal regista svedese Malik Bendjelloul e presentato in anteprima al Sundance Film Festival nel 2012. Searching for Sugar Man ha vinto meritatamente l’Oscar come miglior documentario nel 2013, raccontando la carriera artistica del cantautore di Detroit, di origini messicane, che, pur avendo prodotto quattro album e diversi brani di assoluto valore, non era mai stata prodiga di riconoscimenti, tanto da costringere Sixto a lavorato come operaio per gran parte della sua esistenza, tentando anche la carriera politica attraverso le candidature al consiglio comunale, a sindaco di Detroit e a rappresentante dello Stato del Michigan.
I suoi primi due dischi, Cold Fact nel 1970 e Coming from Reality nel 1971, passarono praticamente inosservati negli Usa, mentre ebbero un buon successo in Australia, grazie alla felice intuizione di una casa discografica locale, che ne comprò i diritti e li ripubblicò insieme in una raccolta. Grazie al passaparola e alla forza dei testi delle sue canzoni, che in molti paragonarono a quelle di Bob Dylan per il loro messaggio e per le loro metafore, Sixto Rodriguez diventò famoso, a sua insaputa, in Sudafrica, dove i bianchi che non approvavano l’apartheid adottarono i suoi brani come veri e pripri inni politici. Intorno alla figura misteriosa e sfuggente del cantautore, nacquero alcune leggende metropolitane che ne aumentarono a dismisura il fascino: alcuni affermavano che si fosse suicidato sul palco durante un concerto, altri che si trovasse in carcere, altri ancora in manicomio. Il realtà Rodriguez, del tutto ignaro della sua fama in Sudafrica (allora non c’erano ancora i social network e internet era ancora agli albori), continuò a dividersi tra il suo lavoro da operaio e la sua attività politica, fino al 1997, quando Stephen Segerman, proprietario di un negozio di dischi, riscoprì la sua produzione artistica e si mise a cercarlo, creando anche il sito «The Great Rodriguez Hunt (La grande caccia a Rodriguez).
Segerman, dopo varie peripezie, riuscì finalmente a incontrare il cantautore, che solo allora scoprì di essere più famoso di Elvis in Sudafrica, dove aveva venduto oltre mezzo milione di dischi. Dopo un trionfale tour in Sudafrica con sei date sold out e l’Oscar per il docufilm sulla sua vita Searching for Sugar Man, Sixto Rodriguez ha conosciuto una seconda carriera artistica, con tanti concerti in giro per il mondo e con i suoi dischi finalmente ripubblicati e distribuiti come meritavano. Perché a volte la vita ti può dare una seconda opportunità, soprattutto quando non pensavi più di averne un’altra.
