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Versace senza direttore creativo: l’addio lampo di Dario Vitale apre la corsa al successore

Versace senza direttore creativo: l’addio lampo di Dario Vitale apre la corsa al successore

A otto mesi dalla nomina, Dario Vitale lascia Versace. Dopo l’acquisizione Prada, si apre il toto-successore: Zambernardi in pole, ma spunta anche Rousteing

A soli otto mesi dalla nomina a direttore creativo, Dario Vitale dice addio a Versace. Pochi giorni dopo il closing dell’acquisizione della Medusa da parte del gruppo Prada per 1,25 miliardi di euro, la maison si ritrova così senza il suo direttore creativo, confermando un cambio di passo che va oltre la semplice gestione del marchio e tocca da vicino la sua identità estetica.

Entrato lo scorso aprile come successore di Donatella Versace, Vitale aveva portato con sé l’esperienza maturata in Miu Miu, dove aveva diretto il prêt-à-porter, e la promessa di un nuovo corso stilistico. Il suo debutto alla Milano Fashion Week di settembre aveva segnato l’avvio di una fase di transizione.

E se Emmanuel Gintzburger sembra destinato a restare alla guida operativa del brand, il nuovo assetto voluto da Lorenzo Bertelli – ora vicepresidente esecutivo di Versace oltre che CMO e responsabile CSR del gruppo Prada – introduce un coordinamento più stretto tra le due realtà.

Il capitolo successivo è già oggetto di speculazioni fitte. Il nome più accreditato è quello di Fabio Zambernardi, storico braccio destro di Miuccia Prada fino al 2023 e presenza discreta ma degna di nota alla sfilata primavera-estate 2026 di Versace. Da Parigi, però, arrivano voci insistenti su Olivier Rousteing, pronto a una nuova avventura dopo quattordici anni alla guida di Balmain e forte di un’estetica bold, scultorea, sensuale, in potenziale sintonia con la donna immaginata dal marchio.

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