I Queen, quelli veri, hanno creato una band di artisti «cloni» che si chiama Queen Extravaganza. Replicanti musicali della band di Freddy Mercury che hanno già suonato davanti a oltre 20 milioni di persone. E a settembre, Covid permettendo, arriveranno in Italia.
«Non mi ero mai reso conto di quanti gruppi suonassero il nostro repertorio in giro per l’Inghilterra. L’ho capito qualche anno fa, durante un viaggio in auto in una sperduta zona di campagna quando mi sono imbattuto in decine di locandine di band diverse che più o meno recitavano così: “I Queen in concerto stasera”, “I grandi successi dei Queen dal vivo”, “Queen, the greatest hits” e via dicendo… A parte gli annunci, mi ha colpito il look di questi gruppi: quasi tutti avevano come frontman una sorta di sosia vestito come Freddie Mercury, magari anche con i baffetti. A quel punto, ho pensato che si poteva fare di meglio…» racconta Roger Taylor, il batterista dei Queen, ricostruendo la storia di una delle più importanti cover band del mondo, i Queen Extravaganza.
Un progetto ufficiale, gestito e organizzato dalla casa madre e in particolare da Taylor e dal chitarrista Brian May. «L’obiettivo era creare un ensemble che puntasse tutto sulla qualità della musica e dello show e non sul fatto di apparire in scena tentando di assomigliare a noi» spiega. Un colpo di genio oltre che l’ennesima dimostrazione di potenza del brand più forte e vitale della musica contemporanea, come ha dimostrato di recente il trionfo del biopic Bohemian Rhapsody, quattro Oscar e un miliardo di dollari ai botteghini.
E così, mentre i Queen originali, con il nuovo dirompente vocalist Adam Lambert, collezionano sold out ovunque, i Queen Extravaganza fanno altrettanto, riproponendo alla perfezione una ventina delle canzoni più famose del gruppo. Succederà, si spera, anche in Italia nel 2021: i Queen Extravaganza suoneranno il 25 febbraio a Milano e il 26 a Firenze e, dopo qualche settimana, toccherà ai veri Queen (non c’è ancora una data ufficiale), costretti dal Covid-19 a rimandare l’appuntamento di Bologna nel 2020. Oltre venti milioni di persone nel mondo hanno assistito finora allo spettacolo dei Queen Extravaganza, un progetto studiato e pianificato nei minimi dettagli da un team di superprofessionisti dell’entertainment. «Le audizioni per trovare gli artisti adatti sono durate anni» dice a Panorama, il tastierista e direttore musicale dell’Extravaganza Tour, Darren Reeves. «La prima grande scrematura tra i candidati è avvenuta online, poi, per la selezione finale dei musicisti da coinvolgere, è stato fissato un incontro con Brian May e Roger Taylor in una sala d’incisione a Los Angeles. Nella sua prima versione la band era composta da nove artisti, cinque musicisti e quattro cantanti, ciascuno con uno stile ben definito che corrispondeva a una delle tante sfumature della voce di Mercury» racconta. «Nel corso degli anni le cose si sono evolute e dal 2018 il vocalist è Alirio Netto, uno straordinario rocker brasiliano che aveva interpretato Galileo nel musical-jukebox We Will Rock You, un successo planetario al box office costruito intorno alle canzoni dei Queen».
Trovare cantanti che possano reggere il confronto con Mercury è sicuramente una sfida al limite dell’impossibile. Non da meno, però, individuare un bassista, un chitarrista e un batterista in grado di suonare e replicare le armonie vocali di John Deacon, Brian May e Roger Taylor. I Queen nella loro versione originale non erano una band come le altre, ma quattro talenti fuori dal comune che avevano unito le forze per fare qualcosa di mai sentito prima nella storia del rock e del pop. «Sono certo che la loro musica verrà ascoltata e studiata per centinaia d’anni» afferma Reeves. «Nelle composizioni dei Queen c’è qualcosa di speciale, un mix di ingredienti che le rende uniche e senza tempo, come le sinfonie di Mozart e Beethoven».
Ecco perché formare un gruppo in grado di riempire i teatri con il loro repertorio è un’architettura complessa dove la performance di ogni singolo componente deve raggiungere standard elevatissimi. «Queen Extravaganza è un progetto open, le audizioni dei musicisti non si fermano mai. A ogni candidato viene chiesto di suonare con il suo strumento quattro brani dei Queen con tanto di armonizzazioni vocali. Il passaggio successivo è replicare quelle parti con il resto della band in una sala prove. Queste performance vengono registrate e poi inviate a Brian e Roger che prendono la decisione finale. Queen Extravaganza è talento, arte e sensibilità musicale» sottolinea Reeves. «Travestirsi da Queen e farsi quattro risate strimpellando alcune delle canzoni più popolari di sempre è proprio un’altra cosa. Se volete capire chi siamo e cosa facciamo veniteci a vedere e, magari, prima ascoltate il nostro album A Night at The Apollo, la registrazione di uno show speciale a Londra dove abbiamo suonato dalla prima all’ultima nota l’intero album A Night at the Opera». Quello di Bohemian Rhapsody…
