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Santoni, i primi favolosi 50 anni

Santoni, i primi favolosi 50 anni

50 sono gli anni trascorsi dal primo paio di scarpe firmato Santoni. Oggi per celebrare questo traguardo, un libro racconta la storia di eccellenza e dedizione che si tramanda di padre in figlio, di suola in suola, verso la perfezione. Che non è solo un fattore estetico, ma di cuore.

«Un lavoratore usa le mani; gli artigiani usano la testa e le mani; gli artisti la testa, il cuore e le mani. Nella nostra azienda non abbiamo lavoratori, abbiamo artisti». Giuseppe Santoni racconta così, con un’immagine semplice ma efficace, la filosofia dell’azienda fondata 50 anni fa dal padre Andrea, che oggi lui porta avanti con passione e lo sguardo rivolto al futuro.

Santoni, i primi favolosi 50 anni
Santoni, i primi favolosi 50 anni
Santoni, i primi favolosi 50 anni
Santoni, i primi favolosi 50 anni

Passato e futuro, tradizione e innovazione convivono nella storia della maison, nata a Corridonia, nelle Marche, come un piccolo laboratorio familiare e diventata, passo dopo passo, una realtà internazionale simbolo di eleganza e savoir-faire. Oggi il brand celebra questo anniversario con un volume edito da Assouline, Santoni: Meraviglia che non è solo un libro, ma un tributo alla bellezza delle sue creazioni e alla maestria delle mani che le realizzano. Maestria ben rappresentata da una tecnica, la velatura, che è il cuore della produzione Santoni: un processo lento, quasi meditativo, in cui ogni strato di colore viene applicato a mano, lasciato asciugare, poi sfumato con cura fino a ottenere una tonalità unica, irripetibile.

Tempo e dedizione sono imprescindibili per far sì che i pigmenti si fondano in modo omogeneo con la pelle, assicurando tenuta e brillantezza. «Se vuoi un capolavoro, devi lavorare come si faceva una volta. La perfezione non si raggiunge correndo» recita uno dei motti aziendali.

Ed è proprio in questa filosofia che risiede la forza del marchio: nella consapevolezza che il tempo, quando è speso per creare qualcosa di autentico, è il vero lusso contemporaneo. «Quello che conta per me non è produrre un paio di scarpe» diceva Andrea Santoni, scomparso nel 2021, «ma farlo meglio degli altri». Perché la bellezza, sosteneva il fondatore, «ci solleva da terra». Letteralmente. 

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