Il 2013 di Mirco Bergamasco? Tra Olimpiadi, riabilitazione e solidarietà
Il rugbista azzurro sta recuperando dall'infortunio al ginocchio. E intanto sogna Rio 2016
Eccoci nel 2013. L’anno bisestile se ne è andato, finito, chiuso. Qualcosa, tuttavia, ce lo portiamo ancora appresso se non proprio addosso. Lasciamo stare i politici e parliamo di gente con le palle. Ovali. Mirco Bergamasco nel 2012 ha collezionato prima una frattura alla spalla poi la rottura della rotula. A febbraio il campione padovano compirà 30 anni ma di mollare non se ne parla proprio. Anzi, per festeggiarli nel miglior modo possibile, sta lavorando sodo proprio per essere in campo con la nazionale italiana per mettere piede nel torneo delle 6 Nazioni.
Sposato da un anno e mezzo con Ati, amante degli animali – ha uno splendido cane bramantino ed un gatto Maine Coon che ha accettato in casa solo perché sa che diverrà un gigante – Mirco, ultimamente ha trasformato la sua quotidianità in #unavitaditerapie. Esatto, proprio come l’hashtag coniato per Twitter da Parisse, Canale, Castrogiovanni e Yarno Celeghin, il fisioterapista dell’Italrugby. Non sembra assurdo, pertanto, che a chiedergli cosa ti è piaciuto da impazzire del 2012, il biondino risponda “Le mie vacanze a Maiorca e a Bali. Per la prima volta ho avuto a disposizione, nel corso dell’anno 6 settimane di relax che ho impiegato a Maiorca per girare e conoscere la realtà locale e a Bali per l’ozio totale”.
La nazionale italiana di rugby ed il Racing Metro, la sua squadra a Parigi, lo hanno sempre seguito e sostenuto in questo periodo tanto è vero che, dai rumors raccolti oltralpe, sembra che proprio la squadra parigina sia interessata ad offrirgli il prolungamento del contratto che scadrà a fine giugno. Lui glissa e si dice attendo a valutare le proposte. Sta di fatto che prima di allora si deve sistemare il ginocchio. A Milano. Già, è proprio sotto la Madonnina che Mirco si è trasferito con Ati per la riabilitazione necessaria. A metà gennaio dovrebbe superare i 120 gradi di flessione del ginocchio. Lui non molla. Suggestionato anche, in questo suo personalissimo percorso, dalle straordinarie performance di campioni di sport meno trattati dai media quali Carlo Molfetta, oro a Londra nel taekwondo, e Leonardo Basile, campione europeo dello stesso sport, Mirco Scarantino nel sollevamento pesi ed altri con cui è contatto via Twitter. “E’ stupido che non ci sia un punto d’incontro tra atleti nazionali delle varie discipline. Twitter ci permette questo, dialoghiamo e poi, magari, in qualche serata di promozione sportiva ci si riesce a vedere. Ammiro tutte le discipline sportive e sono affascinato dalla forza mentale che questi ragazzi devo avere. Non possono fare affidamento sui compagni di squadra come possiamo permetterci noi. Il loro impegno è doppio, hanno un allenatore e basta.” Ma li segui solo per questo? “No, te lo confesso, forse sono anche geloso. Una gelosia sana, sia ben chiaro, ma loro disputano una Coppa del Mondo ogni anno e, soprattutto, partecipano alle Olimpiadi!”
Ah, ecco cosa ti mancano, i cinque cerchi.. “Nel 2016 il rugby tornerà alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Certo con il rugby a 7 e credo sia giusto così visto i tempi di gioco e di recupero che non permettono al rugby a 15 di essere presente. Sinceramente non sarebbe male se dalle manifestazioni olimpiche successive aumentassero il numero delle nazioni partecipanti in modo da poter vedere rugby in più giorni ma, per iniziare, va bene così. Adoro il Seven ma ci ho giocato pochissimo. Nel 2004 partecipai con l’Italia ad una sorta di campionato europeo ed ho un ottimo ricordo. Alcuni compagni di squadra del Racing giocano anche a sette e si vede quanto siano migliorati sia in difesa che in attacco. Sinceramente? Se me lo chiedessero, io sarei disponibilissimo ad indossare la maglia azzurra per le Olimpiadi del 2016!” Ti credo, Mirco, ti credo eccome. Ma se non ti chiamano? Mancano ancora 3 anni e mezzo… “Senti, ora devo recuperare dall’infortunio. Appena successo non sapevo di cosa si trattasse. L’urto del mio ginocchio contro quello di Barnes aveva proprio creato un danno notevole. Guardando le facce del fisioterapista, del medico e del chirurgo avevo intuito che i progetti per il mio post rugby, forse, avrei dovuto anticiparli. E adesso? mi domandavo. Ho deciso, quindi, di avere il rugby sempre come priorità perché lo ritengo fondamentale nella mia vita ma, al tempo stesso, di dare corpo ai miei progetti e ambizioni.” Dal rugby giocato al rugby in giacca e cravatta? “No, prima di tutto solidarietà a chi ne ha bisogno; sono molto sensibile sia alla protezione degli animali che allo sviluppo dell’infanzia per cui sto appoggiando Operation Smile – la fondazione di medici e infermieri istituita per correggere con interventi di chirurgia plastica ricostruttiva gravi malformazioni facciali di bambini, n.d.a. – Inoltre, c’è un progetto imprenditoriale che sto seguendo, anche grazie al sostegno e supporto di mia moglie, per il quale devo trovare la squadra giusta.” Non ti preoccupare campione, anche se sei in scadenza di contratto, tutti noi ti auguriamo un 2013 di successi con le persone giuste, sia fuori che dentro il campo!