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Quando il matrimonio costa un patrimonio

Decorazioni floreali dai prezzi siderali, feste a tema lunghe giorni, bomboniere su misura per ogni ospite. E case, statue, concerti di superstar in regalo agli sposi. Due specialiste di eventi per vip svelano le richieste più assurde dei loro clienti

Hanno preso in ostaggio Sting, interrompendo la sua tournée mondiale. Il celebre cantante è stato fatto arrivare in gran segreto da Los Angeles, poi è rimasto chiuso per tre giorni nella stanza di un lussuoso hotel di Venezia: era essenziale per evitare che qualcuno notasse la sua presenza in Laguna. Infine, si è esibito per un’ora al culmine della festa, diventando il regalo a sorpresa per la sposa. Che, assieme alle damigelle, è salita sul palco per intonare il brano Desert Rose,in coro con il suo beniamino.

Sul lago di Como, invece, hanno ricostruito vari angoli d’Italia. Per un matrimonio di cinque giorni di una coppia di Chicago con 150 ospiti, prima hanno simulato un carnevale veneziano, tra costumi, balli, maschere fatte a mano; qualche sera dopo è stato il turno di un party siciliano, con musicisti, danzatori, cannoli, torrenti di limoncello.

Victoria Kursova ed Eleonora Ziganshina sono specialiste dell’improbabile o, come amano definirsi, «wish maker», realizzatrici di desideri. Perché se il cliente ha sempre ragione, figuriamoci quando è straricco e sull’orlo di una crisi di nervi, vista l’ossessione di rendere perfetto il suo momento più importante: le nozze.

Queste due eleganti dame russe, wedding planner apparse con i loro lavori sulle più blasonate riviste di moda internazionali, finaliste o vincitrici di premi mondiali dedicate all’arte (e alla pazienza) di organizzare matrimoni, svelano a Panorama le richieste irragionevoli, i capricci totali, le manie di grandezza - nel nome dell’amore - di chi le assume: imprenditori, nobili, personaggi dello spettacolo, possidenti e oligarchi. Disposti a pagare anche 150 mila euro solo per i bouquet e le composizioni floreali realizzate a mano; a investire oltre un milione di euro per sontuosi pacchetti di ospitalità, riti ed evasioni, pasti da gourmet, tentazioni e coccole plurime, compresa una squadra di concierge poliglotti a disposizione degli invitati per qualunque necessità: dagli aerei ai trasferimenti, fino a illustrare il dress code per cocktail, brunch e serate.

La loro società si chiama Palazzo Eventi e ha sede a Verona, non a caso la patria di Romeo e Giulietta. «L’Italia resta il Paese in cima ai sogni delle coppie straniere. Lo dicono i sondaggi. Tra le città d’arte, le montagne in inverno, mari e laghi quando il tempo migliora, ogni mese è perfetto. Abbiamo già quasi chiuso le prenotazioni per il 2022» racconta Victoria, una laurea in filologia e filosofia all’università di San Pietroburgo, molteplici esperienze nel turismo di classe nel curriculum.

Tra le cerimonie in preparazione nei prossimi mesi, una in stile Downton Abbey, la serie tv dedicata all’aristocrazia britannica: si svolgerà su un’isola privata sul lago di Garda, ci saranno tazzine di porcellana per il the delle cinque, maggiordomi in livrea, le vecchie macchine fotografiche con il telo a coprire chi scatta e i flash di taglia sovrabbondante. Un teatro a cielo aperto. «Ma una delle storie più folli riguarda una proposta di matrimonio. Lo sposo non voleva ci fossero turisti o curiosi, ha preteso la chiusura di un canale di Venezia. L’unico modo era chiedere al Comune i permessi per un film. L’abbiamo girato per davvero, con una troupe di 15 persone» dice Eleonora, una laurea in architettura, un passato nella pianificazione strategica. Che poi è l’essenza della costruzione di nozze indimenticabili.

Ma qual è la ragione del gusto per l’eccesso? «Il bisogno di esclusività. Di fare quello che gli altri non possono, di raggiungere l’inarrivabile» osserva Victoria. Mentre Eleonora aggiunge che pure le bomboniere, spesso, assecondano un bisogno d’irriproducibilità: «Alcune coppie ci chiedono profumi su misura per ogni ospite, inventati da nasi esperti. O foulard e pochette dei loro colori preferiti, vini di cantine storiche con etichette personalizzate. Ci siamo attrezzate per dire sempre sì».

Resta da capire cosa tocca regalare agli invitati per sdebitarsi di tale opulenza. Anche qui, il livello è siderale: un genitore ha tirato fuori le chiavi di una casa a Mosca, una famiglia si è presentata con una statua a grandezza naturale degli sposi, mentre uno sceicco atterrato se l’è cavata con un più trasportabile collier di diamanti e zaffiri. «In moltissimi» assicura Eleonora «chiedono solo donazioni in beneficenza». Chi ha già tutto, tenta di restituire qualcosa.

Per quanto eccessive, queste storie non sono nemmeno le più assurde: «Una volta» ricorda Victoria «si è presentata in ufficio l’assistente di un noto uomo politico dell’Est chiedendomi di firmare il contratto. Ho domandato se volesse almeno avere qualche dettaglio in più su di noi, ha risposto che se n’erano già occupati i Servizi segreti. In generale, in più occasioni ci capita di dover sequestrare gli smartphone agli ospiti». Accordi blindati gonfi di pagine proibiscono di raccontare tutto: «La privacy è un valore imprescindibile, specie per chi non bada a spese». Le cerimonie più esagerate sono quelle di cui nessuno, tranne i fortunati invitati, saprà mai nulla.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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