Marquez e Rossi, campioni a confronto
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Marquez e Rossi, campioni a confronto

I due fuoriclasse della MotoGp hanno tanto in comune. A cominciare dai trionfi che hanno raccolto nel corso della carriera. E se lo spagnolo dovesse vincere il Mondiale, altro che primato

Prima di diventare il "Dottore", Valentino Rossi era un piccolo Marquez. Che studiava per diventare grande in pista e ancora più grande nella vita di tutti i giorni. Con risultati eccellenti, da applausi a scena aperta. Le similitudini tra i due protagonisti della MotoGp sono tante, anzi, tantissime. A cominciare dai numeri prodotti nelle gare ufficiali. Roba da far girare la testa ai migliori di sempre. Il talento, prima di tutto. Entrambi ne hanno da distribuire alle prossime generazioni. 

Se il Vale tricolore è salito sul gradino più alto del podio in una corsa valida per il Mondiale 125 (Brno 1996) alla tenera età di 16 anni e 6 mesi, Marquez è arrivato al primo trionfo (Mugello 2010) nella stessa categoria a 16 anni e 9 mesi. Il primo titolo iridato sistemato in bacheca? Il Dottore ha iniziato a collezionare mondiali a 17 anni, proprio come lo spagnolo. L'unica differenza, che per qualcuno sarà del tutto ininfluente mentre per qualcun altro no, sta nel fatto che Valentino ha fatto suo il campionato 125 al secondo tentativo, Marc al terzo. Briciole. 

Per il bis, anche qui, è questione di feeling. Valentino vince il titolo nella 250 nel '99, alla seconda stagione nel torneo della due tempi. Marquez non fa in tempo a gareggiare nella 250, che nel 2010 diventa Moto2. Poco male, arriva secondo il primo anno, a 23 punti da un certo Stefan Bradl (avete presente la sfida di qualche giorno fa a Laguna Seca?), primo il secondo, con 56 lunghezze di vantaggio sul connazionale Pol Espargarò, che lo accompagnerà nella categoria regina da lì a qualche mese, insieme con il nostro Andrea Iannone. 

E qui arriva il bello. Volete sapere a che età il dottor Rossi (che dottore lo è davvero o quasi grazie alla laurea magistrale honoris causa in Comunicazione e pubblicità che gli è stata consegnata nel maggio 2005 dall'Università di Urbino) ha preso i voti come campione del mondo della 500, la classe "regina" fino all'avvento della MotoGp nel 2002? E' presto detto. Vale è nato il 16 febbraio del 1979 e l'ultima gara di quella stagione si corse in Brasile il 3 novembre del 2001. Fatti due conti, ecco il risultato: 21 anni e 8 mesi, quasi 9. 

E Marquez? Come è noto, al prode di Cervera non è ancora riuscita la tripletta, sebbene la strada intrapresa sia quella giusta e pure di più. Sì, perché la classifica della MotoGp 2013 dice oggi Marquez punti 163, Pedrosa punti 147, Lorenzo punti 137. Come dire, meglio non potrebbe andare per il giovane fuoriclasse della Honda, che ha approfittato dei guai fisici dei suoi due avversari più accreditati per prendere il largo e mettere in cantiere una fuga che avrebbe dello straordinario. Marc, se ci sei, incrocia le dita. Se dovesse riuscire a vincere il titolo, diventerebbe il primo uomo (pardon, ragazzo) a tagliare il traguardo del Mondiale più importante del motociclismo a 20 anni. Al primo tentativo. Meglio anche di Rossi, il suo mito, il suo riferimento costante. Fuori e dentro la pista. 

Ma c'è di più. A chi si chiedeva le logiche dei sorpassi al limite dell'impossibile firmati da Marquez, che tanto ricordano quelli che faceva alla sua età Valentino, ecco la risposta. Che arriva dal cielo sotto forma di congiunzione astrale. Valentino è nato sotto il segno dell'Acquario, come il suo giovane collega spagnolo, che è venuto alla luce il 17 febbraio del 1993.  Tra le caratteristiche del segno, la capacità di essere visionari e creativi, il desiderio di migliorare il mondo e la determinazione per raggiungere i traguardi prefissati. 

Cavatappi, Laguna Seca, luglio 2008: Rossi passa Stoner inventandosi un'acrobazia che prende forma fuori pista. Cavatappi, Laguna Seca, luglio 2013: Marquez infila Rossi con una manovra molto simile, da chiudere gli occhi per la paura (i nostri, si intende, perché lui si sarà divertito come un matto). Se la metempsicosi non fosse una pratica ancora tutta da dimostrare, non ci sarebbero dubbi: Rossi è Marquez. Campioni senza tempo e senza paura con una carica grande così di entusiasmo da riscrivere le leggi della fisica. 

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Dario Pelizzari