Lucio Dalla, nato il 4 marzo 1943, avrebbe compiuto 80 anni, e chissà quante altre perle avrebbe potuto lasciarci in eredità se quel maledetto primo marzo del 2012 un attacco cardiaco in un albergo di Montreux non avesse spezzato prematuramente la sua vita. Le sue canzoni profonde e intense, la sua voce straordinaria, la sua musica così ricercata che attingeva alle sue esperienze giovanili nel jazz (soprattutto nell’uso dello scat), il suo personaggio buffo e al tempo stesso delicato, con il cappello e la barba, lo rendevano un artista fuori dal tempo, che ha lasciato un vuoto incolmabile nel panorama della musica italiana. Nessuna raccolta, per quanto ben compilata, è mai riuscita a contenere tutta la strabordante genialità compositiva e interpretativa di Dalla.
Tutti conosciamo 4 marzo 1943, Piazza Grande, Caruso, Anna e Marco, Stella di mare, Futura e Canzone, ma forse la grandezza di Dalla la ritroviamo anche e soprattutto nei brani cosiddetti minori, che di minore hanno solo il successo, non certo la qualità. Per celebrare gli 80 anni di uno dei più grandi artisti della musica pop italiana, vi proponiamo 20 canzoni bellissime, ma meno conosciute, del suo repertorio.
1) Quale allegria (Come è profondo il mare, 1977)
Scritta originariamente per Ornella Vanoni e ispirata dalla scomparsa di mamma Iole nel 1976, Quale allegria è una riflessione malinconica sulla caducità della vita, costruita sopra una melodia morbida da romanza e impreziosita dalle chitarre di Ron e Ciccaglioni: «Quale allegria cambiar faccia cento volte per far finta di essere un bambino, con un sorriso ospitale ridere, cantare, far casino, insomma far finta che sia sempre un carnevale».
2) Meri Luis (Dalla,1980)
Considerata da Lucio stesso come una delle canzoni più importanti, Meri Luis, riportata al successo nel 2011 in duetto con Marco Mengoni, è uno dei suoi brani più icastici e cinematici, nel quale il ritratto delle debolezze umane, grazie a una melodia trascinante, diventa un potente inno alla vita.
3) 1983 (1983)
La title track dell’album 1983 è un brano straordinario che supera i sei minuti, in cui ritroviamo tutta la genialità musicale e la poetica di Dalla: una panoramica su quarant’anni di storia italiana, in bilico tra autobiografia e memoria collettiva, tra tristezza e gioia, che parte dal 1943 e arriva fino al presente.
4) L’ultima luna (Lucio Dalla, 1979)
L’ultima luna, una vera e propria poesia, ha una struttura discendente che parte dalla settima luna per arrivare alla prima, presentando, per ogni tappa, persone, gruppi o addirittura un luna park. Un canzone che attraversa tutti i sentimenti che agitano l’animo umano,dall’amore all’inquietudine, fino alla speranza rappresentata da un bambino, l’uomo del domani
5) Tu parlavi una lingua meravigliosa (Anidride solforosa, 1975)
Una delle più grandi qualità di Dalla è quella di evocare situazioni, luoghi e personaggi in modo così nitido da sembrare di trovarci lì anche noi: non fa certo eccezione Tu parlavi una lingua meravigliosa, che ci porta nel mezzo della provincia italiana, dove l’attesa in una stazione poco frequentata viene rivitalizzata dal suono della voce di una persona amata in passato. Lui si nasconde dietro a un giornale, ascolta quella voce amata, ma non sa che fare: il treno parte con lei, ma il ricordo di quell’incontro resterà per molti anni.
6) Il coyote (Il giorno aveva cinque teste,1973)
Il coyote è l’unica canzone del periodo Roversi – Dalla dove prima fu scritta la musica da Lucio e in seguito fu scritto il testo dal poeta, ispirato da una favola tratta da libro di racconti mitologici: una riflessione sul ruolo dell’Arte e del Mito all’interno della vita umana.
7) Due ragazzi (Automobili, 1976)
L’album Automobili, trascinato dalla celebre Nuvolari, è frutto di uno spettacolo televisivo, Il futuro dell’automobile e altre storie, trasmesso dalla Rai. Roversi era contrario al concept dell’album, tanto da firmarsi Norisso alla SIAE: una frattura, quella con Dalla, che non sarà più ricomposta. Il disco si chiudeva con Due ragazzi, una sorta di prova generale del capolavoro Anna e Marco, nella quale la scocca di un auto in demolizione è il nido d’amore dei due protagonisti.
8) Mambo (Dalla, 1980)
Mambo è un brano corrosivo sui sentimenti che si provano dopo la fine di una breve storia d’amore con una donna «con il cuore a forma di imbuto» e poco incline alle relazioni stabili. Non solo rabbia, quella del protagonista abbandonato, ma anche nostalgia per ciò che poteva essere e che non sarà mai, che gli lascia una ferita aperta nel cuore.
9) .…e non andar più via (Come è profondo il mare, 1977)
Apertura intima solo piano e lungo finale sinfonico che induce alla riflessione sul testo di un brano intenso e politico in senso lato, tra desiderio di fuga, lotte quotidiane e capacità di assaporare i piccoli, grandi piaceri della vita: non andare più via perché tutto ciò che ti serve è già qui e ora.
10) Le rondini (Cambio, 1990)
Le rondini, la confessione di un uomo in cerca del significato profondo della vita, è stata letta al funerale di Lucio Dalla dal compagno di vita Marco Alemanno. La canzone racconta il punto di vista di una rondine che si infila nel mondo degli uomini per guardarli con stupore. «Vorrei seguire ogni battito del mio cuore. Per capire cosa succede dentro e cos’è che lo muove».
11) Amore disperato (Tosca – Amore disperato, 2003)
La title track dell’ambizioso progetto tra melodramma e musical pop, Amore disperato, viene incisa da Dalla nel suo studio Casadilucio, nelle Isole Tremiti, per poi essere mandato a Lugano dall’unica voce che il cantautore reputa all’altezza di una parte così impegnativa: Mina. A settembre del 2003, i due artisti si incontrano negli studi Fonoprint di Bologna per incidere insieme la versione definitiva dal vivo, con l’arrangiamento di Roberto Costa e con l’orchestra d’archi DIMI diretta da Beppe D’Onghia.
12) Soli io e te (Bugie, 1985)
Due persone, stufe del rumore di un locale, iniziano a parlare e si accorgono di essere sole e di vivere quasi per inerzia, senza mai fermarsi a riflettere su dove stiano andando realmente: ma forse c’è ancora una speranza di cambiare le cose. «Obbligati tra la gente, buttati li’ per caso, vivi, ma per niente, non ci siamo più fermati faccia a faccia nel silenzio come adesso io e te».
13) Malinconia d’ottobre (Il contrario di me, 2007)
Scritta dallo stesso cantautore bolognese e Marco Alemanno,Malinconia d’ottobre racconta in modo delicato il sentimento di tristezza che ti invade quando finisce una storia d’amore. «Dimenticami, cancellami, tienimi fuori da te, convinciti, rassegnati: questa storia non c’è».
14) Prima dammi un bacio (Lucio, 2003)
Prima dammi un bacio, una moderna romanza operatic pop dall’arioso ritornello sul sentimento nobile ed eterno dell’amore, è una delle tante perle che Lucio Dalla ha seminato lungo la sua straordinaria carriera. Pubblicato nell’album Lucio e nella colonna sonora del film Prima dammi un bacio, il brano ha vinto meritatamente il Nastro d’Argento nel 2004 come miglior canzone originale.
15) Il cucciolo Alfredo (Come è profondo il mare,1977)
Il cucciolo Alfredo, prima canzone in ordine cronologico creata da Dalla per Come è profondo il mare, è una canzone legata a un fatto di cronaca realmente accaduto l’11 marzo 1977 a Bologna, quando, nel corso di una manifestazione, un proiettile della polizia raggiunse lo studente universitario Francesco Lorusso. Memorabile l’inciso polemico nei confronti degli Inti-Illimani, il gruppo preferito dalla sinistra extraparlamentare negli anni Settanta: «Il complesso cileno affisso sul muro promette spettacolo, un colpo sicuro. La musica andina, che noia mortale, sono più di tre anni che si ripete sempre uguale».
16) Washington (Viaggi organizzati,1984)
Un inno antimilitarista ballabile e ancora terribilmente attuale, che racconta l’incontro/scontro tra due piloti d’aereo, un giapponese e un americano, diretti uno contro l’altro dopo essere sopravvissuti all’esplosione della bomba atomica. «Volevo far ballare in discoteca una canzone dai contenuti drammatici», ha dichiarato il cantautore bolognese.
17) Corso Buenos Aires (Come è profondo il mare, 1977)
Il tema delle radici ha sempre giocato un ruolo fondamentale nella poetica di Dalla. Lo conferma Corso Buenos Aires, un brano veloce e ricco di ironia ambientato in una delle vie più affollate di Milano, dove un padre e un figlio, con il loro cane, decidono di abbandonare il caos della metropoli e di tornare nella loro casa del Sud, in una dimensione più umana.
18) Un uomo come me (Storie di casa mia, 1971 )
Uno dei brani più belli del primo periodo, Un uomo come me, che anticipa alcuni temi di Piazza Grande, ha una struttura singolare, tra folk e pop orchestrale. Il pittoresco protagonista della canzone, uno che ha «un lupo dentro il cuore/ tu lo senti gridare ma non credi all’amore», ha ispirato nel 2016 una cover di Colapesce.
19) La borsa valori (Anidride solforosa,1975)
La riuscita collaborazione tra Dalla e il poeta Roberto Roversi, caratterizzata da sperimentazioni sonore e impegno civile, ha uno dei suoi vertici nel brano La borsa valori, che tratta il tema attualissimo dell’ambientalismo, oltre che dell’anticapitalismo, il tutto alleggerito dalla consueta ironia di Lucio.
20) Pecorella (1983)
Pecorella è una delle più belle canzoni d’amore degli anni Ottanta, costruita sopra il pianoforte, un vero classico di Dalla, che ha il suo acme nell’improvvisa esplosione melodica. «Che porca vita è mai questa? Sempre col coltello nella schiena e un desiderio che si secca in gola e il cuore è un’altalena».