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Lifestyle

Lo «Scalzista»

La Rubrica - Stili Umani

Non c’è alcuno dubbio, il mondo si divide in due categorie: i calzati ma, soprattutto, gli scalzisti. I primi, cioè i calzati, sono le persone che hanno quella strana, e per alcuni addirittura malsana, abitudine di indossare le scarpe per camminare, lavorare, guidare, fare insomma tutte le attività quotidiane. Un’abitudine che va avanti da un po’ e che soprattutto durante il Sacro Romano Impero, qualche annetto fa’, ha visto la calzatura diventare un importante ornamento per tutti gli esseri umani.

C’è invece chi l’utilizzo delle scarpe lo rifiuta con un secco no! Chi al gioco delle scarpe non ci sta! Frega niente dell’artigianalità, della comodità di una bella scarpa, dell’eleganza di portare un bel paio di scarpe e così, semplicemente, non le usa, perché loro sono gli sclazisti. Sono quegli individui che magari si vestono di tutto punto con giacca e pantaloni neri eleganti, te li vedi davanti e pare tutto normale; invece, scorrendo con lo sguardo verso il basso, si nota subito che non hanno le scarpe. Sono, letteralmente, scalzi. Appartengono a un gruppo di persone che, in soldoni, sposano l’idea che siccome si nasce scalzi bisogna vivere scalzi. E senza scarpe ci vanno pure ai matrimoni. E che cavolo.

La filosofia scalzista è in assoluto più recente del Sacro Romano Impero, prende piede (è il caso di dirlo) negli anni ’90, negli Stati Uniti, e si diffonde in tutto il mondo senza troppo clamore, con discrezione e senza opere di proselitismo, nonostante personaggi come Giulia Roberts e Jennifer Aniston vi avessero aderito per un breve periodo.

Lo scalzista ama camminare a piedi nudi e per essere un bravo scalzista deve procedere scalzo su qualsiasi superficie, che si tratti dell’asfalto rovente di una città in agosto o di un marciapiedi ghiacciato di qualche paese montano poco importa. Importante è andare scalzi. Forse hanno i piedi atermici. Forse non hanno dei piedi, ma dei super piedi, vai a sapere.

Secondo lo scalzismo il piede nudo entra in contatto con la natura apportando benefici a tutto il corpo e pure allo spirito. Non si creano problemi posturali dovuti all’utilizzo di scarpe e il piede, sostengono gli esperti, non suda più o, meglio, come dicono loro, non piange più. Già: non piange più! Un calzato potrebbe pensare una sola cosa di fronte al piede che non piange più: “Boh!”.

Fatto sta che lo scalzista non segue nessuna moda, non è spinto da nessun tipo di feticismo, non ha interessi economici di nessun genere. Semplicemente gli piace camminare scalzo. E in fondo che male c’è? D’accordo, c’è sempre un piccolissimo rischio di tagliarsi con vetri, chiodi, pietre appuntite o chissà cos’altro…ma loro no, paura non ne hanno, alla sera si lavano i piedi e buonanotte al secchio.

Il calzato invece ama indossare le scarpe. Alcuni di loro hanno una vera e propria passione per le scarpe. Scarpe con il tacco, scarpe con la suola di cuoio, scarpe di vernice che fanno venire le vesciche solo a guardarle. Scarpe bellissime o scarpe bruttissime scelte senza alcuna forma di fashion addiction. Già, diciamolo una volta per tutte che le scarpe con un po' di zeppa in sughero, quel sughero che si vede lontano un chilometro che è anche trattato male, non sono belle. Ma il portatore della scarpa con la piccola zeppa in questione se ne frega perché dell’estetica non gliene importa nulla. Gli importa la comodità; scarpe funzionali e, possibilmente, non andare in giro scalzo.

Insomma, quello dei calzati è un mondo variegato e spesso i calzati guardano con fare minaccioso le calzature degli altri. Magari le giudicano, o le invidiano o le copiano. Invece lo scalzista non invidia il piede del prossimo, non lo giudica, al massimo può provare tenerezza per il piede stanco dell’amico, può farci due chiacchiere con il piede altrui e dirgli: “Bravo piede. Sei riuscito a camminare in mezzo ai cespugli senza farti perforare nemmeno da una spina!”. Magari gli dà anche un buffetto con la mano a quel piede eroe.

Può anche capitare chi il calzato, vedendo la persona scalza che si aggira al mercato del quartiere, possa pensare: “Che strano questo tizio, chissà che problemi ha!”

E magari chi lo pensa è proprio quello che ha la scarpa con la piccola zeppa in sughero. Lo scalzato invece, proprio per la sua filosofia, vedendo la persona con le orribili calzature non pensa: “Oh che gusto discutibile”. Proprio così, magari non lo pensa. Non pensa a niente, al massimo saluta cordialmente e va avanti per la sua strada facendo ciò che gli piace. Scalzo.

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Elisa Rovesta