L'«Equilibrio» vincente
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L'«Equilibrio» vincente

Il ristorante dello chef Jacopo Chieppa a Dolcedo, sopra Imperia, soprende per location, qualità del cibo, filosofia, e prezzo

Tradizione e detti popolari vorrebbero che i liguri siano non proprio il massimo della simpatia, dell'ospitalità, della generosità. Nulla di più falso e più lontano vi apparirà una volta usciti da Equilibrio, molto più di un ristorante, nascosto tra gli ulivi di Dolcedo, dove il verde e le colline guardano le case di Imperia ed il mare in lontananza. Equilibrio infatti vi riempirà in ogni senso, anzi, ogni senso: vi stupirà gli occhi, vi delizierà la bocca ed il palato, vi stimolerà l'olfatto ed il tatto ma comincerà a riempirvi il cuore e a liberarvi la mente già dall'esterno, ancor prima di varcare la porta di ingresso.

Il ristorante infatti è stato (volutamente) recuperando la struttura di un antico mulino per la farina e per la produzione di olio in un luogo quasi magico, immerso nel verde con un ponticello che sembra essere la porta per chissà quale luogo magico e misterioso. Andarci la sera, se come noi siete fortunati in una notte di stellata e luna piena, vi costringerà ad un lungo respiro con cui catturare e farvi catturare dall'ambiente.

Alla fine però parliamo pur sempre di un ristorante e, per bello che sia l'ambiente, quello che conta è il piatto, anzi, i piatti. E si comincia subito con una sorpresa che si dimostrerà piacevolissima.

La filosofia dello chef Jacopo Chieppa è chiara: offrire un'esperienza di sapori in cui la tradizione ed il territorio si mischiano con la modernità. Due i menù a disposizione: ORIGINI (6 portate) racconta la storia e le esperienze professionali; EGO invece dà spazio più netto alla fantasia ed all'innovazione. Quale scegliate non potete perdervi l'abbraccio iniziale, il picnic. Si proprio il cestino di vimini, con la tovaglietta a scacchi bianco-rossa. Molto più di un antipasto fatto di 7 diversi micro piatti che già potrebbero bastare visto il mix di sapori e tecniche, di consistenze ed esperienze. La condivisione, l'idea di famiglia, poi viene riproposta con la focaccia (siamo pur sempre in Liguria e Chieppa è un vero mago della farina) servita in un padellino che vi obbliga alla condivisione.

Poi sta al vostro gusto. Ampio spazio alla pasta, al pesce, ma non mancano carne e verdure. Il tutto con un servizio di assoluto livello (e che bello vedere ragazzi giovani innamorati del loro lavoro...), con una carta dei vini piena di novità e cantine tutte da scoprire.

Per i golosi poi il consiglio è di tuffarvi nei dolci. Chi vi scrive ha ancora il ricordo indelebile della «Nutella di Pinoli», un piacere che crea dipendenza.

E, per chiudere, sappiate che la generosità la troverete sia nell'abbondanza dei piatti (uscirete pieni, statene certi) e nel conto. Altrove per la stessa cena si sarebbe pagato molto di più.Uscendo quindi sarà normale fare solo una cosa: pensare a quando tornarci.

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Andrea Soglio