
La raccolta di migliaia di serpenti a sonagli a Sweetwater, Texas, 10 marzo.

L’abbraccio di madre e figlio in un campo di rifugiati siriani alle porte di Damasco. 12 marzo 2018

L’abbraccio di Sofia Goggia alla Coppa del Mondo di discesa libera vinta il 14 marzo

Il presidente russo Vladimir Putin e il bagno di folla davanti ai giovani moscoviti il 15 marzo.

Il sorriso della Regina Elisabetta nel Giorno del Commonwealth a Londra. 12 marzo.

Il “giorno del fango”, una gara ad ostacoli di 13 km. a Tel Aviv. 15 marzo.

Isole Lofoten, Norvegia. Il surf nelle acque del Circolo Polare Artico. 10 marzo.

Sempre surf alle isole Lofoten: l’aurora boreale del 10 marzo

I concorrenti di una gara di sci alpinismo ad Areches-Beaufort (Francia). 14 marzo

Lo scoramento di un appassionato di Batman di fronte alla serranda abbassata della catena di giocattoli Toys ‘R Us
Negli scatti più importanti dell’ultima settimana, i fotografi ci hanno raccontato di:
Trame dal regno animale
Quelle disegnate dalle migliaia di serpenti a sonagli radunati per lo spettacolo del Rattlesnake Roundup che si è svolto in una cittadina del Texas. E ancora le curve sinuose di migliaia di tentacoli delle meravigliose meduse conservate all’Oceanopolis di Brest, in Bretagna.
Nel fango e sull’altare
Il fango della particolare competizione di endurance che si è svolta a Tel Aviv. 13 km di marcia in cui i concorrenti sono continuamente immersi nel fango. Sull’altare si sono trovati due personaggi importantissimi: il presidente russo Vladimir Putin, fotografato di spalle durante un grande bagno di folla a Mosca e la raggiante Regina Elisabetta II nel giorno della Celebrazione del Commonwealth Day. Molto meno raggiante il fan dei personaggi Marvel ritratto sconsolato di fronte alla serranda abbassata di un negozio della catena americana Toys ‘R’Us, fallita recentemente.
Due abbracci molto diversi
Quello profuso dalla nostra Super Sofia Goggia dopo la seconda gioia del 2018: dopo ll’Oro olimpico è arrivata la Coppa del Mondo Di discesa Libera. Un abbraccio forse per la prima volta libero dall’orrore quello di una madre siriana al suo bambino in un campo di rifugiati alle porte di Damasco
