Inter senza rigori. Protesta Moratti: "E' una comica"
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Inter senza rigori. Protesta Moratti: "E' una comica"

Thohir in silenzio e l'ex presidente se la cava con una battuta ma il sospetto è di uno scarso peso del club nelle stanze che contano - I 9 rigori negati all'Inter - La classifica senza errori

Questa volta Massimo Moratti se l'è cavata con una battuta di spirito: "32 partite senza rigori? E' una cosa comica. Ormai se ne parla sorridendo, perché sai che succede tutte le domeniche, tanto poi il rigore non te lo danno". Sottile understatement che cela male, però, il clima di accerchiamento con cui l'Inter sta vivendo questa stagione particolare, nella quale gli episodi si molitiplicano e la casella dei rigori a favore rimane desolatamente inchiodata sullo zero. Domande e brutti pensieri si affollano nella mente dei tifosi e, da qualche settimana, anche in quelle dei dirigenti a partire da Thohir che era arrivato con un atteggiamento soft nei confronti dei vertici arbitrali e, invece, ultimamente comincia a mostrare più irritazione.

Fuor di battute, il senso del pensiero nerazzurro è quello che poi Moratti spiega più nel dettaglio: "Accanimento? Ma no, perchè accanimento... l'anno scorso è successo lo stesso, dalla partita con la Juve fino alla fine del campionato, poi anche nel passato... Capita a tutte le squadre, qui però capita con una statistica assurda". Richiamo non casuale alla passata stagione, quando l'Inter - dopo un avvio 'fortunato' condito di qualche fischio benevolo - entrò in un tunnel simile a quello di oggi uscendone soltanto a giochi fatti. C'è un dato che in Corso Vittorio Emanuele analizzano e che pesa: nelle ultime 58 giornate di campionato l'Inter (prima di Stramaccioni e poi di Mazzarri) ha avuto a favore solo 2 rigori,peraltro a stagione compromessa.

A nulla sono servite le arrabbiature di Moratti (celebre quella per gli errori in Inter-Atalanta 3-4), i dossier fatti filtrare ai giornali e l'annuncio di telefonate ai vertici di Aia e Figc. Con il presidente degli arbitri, anzi, i rapporti sono al minimo storico e l'antipatia è reciproca se è vero che Nicchi ha più volte indicato Mazzarri e il suo comportamento post-partita come l'esempio classico di un mondo che cerca di scaricare sugli arbitri i propri fallimenti. Non è così e sarà interessante ascoltare a fine stagione cosa avrà da dire il tecnico, che si è riproposto di stare zitto sui singoli episodi (ma non sempre ci riesce) e che, come capitato a suoi illustri predecessori, ha il problema di essere lasciato spesso da solo in trincea. Un ruolo amato da Mourinho, svolto bene da Mancini e mal sopportato dagli altri.

Sarebbe interessante anche capire se nei prossimi mesi Thohir interverrà di persona, dotando il club di un dirigente attento a tutte le questioni politiche e di campo, dai rapporti con il mondo arbitrale alle logiche interne alla Lega Calcio che spesso si traducono in calendari più o meno morbidi. Non è un problema da poco in previsione dell'Europa League: un anno fa, ad esempio, l'Inter fu la squadra con meno presenze nei posticipi del lunedì e Stramaccioni fu costretto a veri e proprio miracoli. Anche quando le cose andavano bene. Il sospetto è, insomma, che una proprietà che sta a Giakarta incida meno nelle stanze che contano. Vero? Falso? nel frattempo i rigori mancano e per protestare si ricorre all'ironia mentre la zona Champions (che poteva essere a portata di mano) si è allontana definitivamente.

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Giovanni Capuano