«Il Grande Gatsby» e il business dei libri liberi da copyright
(Oli Scarff/Getty Images)
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«Il Grande Gatsby» e il business dei libri liberi da copyright

Un nuovo libro, una serie televisiva (che promette di essere inclusiva) e una versione illustrata. Il primo gennaio sono scaduti i diritti per il grande classico di Francis Scott Fitzgerald e già l'industria dell'intrattenimento è pronta a creare la sua personalissima versione del «Grande Gatsby».

È già in edicola il romanzo firmato da Micheal Farris Smith che immagina la vita di Nick Carraway, il narratore del romanzo, prima di incontrare Jay Gatsby. Il libro ci porta lungo le trincee e nel profondo dei tunnel della Prima Guerra Mondiale. «Nick» è un romanzo ricco di eventi. Si percorrono miglia, si esplorano città, le persone si scontrano con effetti amorevoli o letali. Il New York Times definisce l'opera di Smith «un classico suono americano, reso con sufficiente intensità che la sua iterazione del caos e della depravazione nel 1919, sulla scia della guerra, sembra molto viva e rilevante nel 2021».

L'annuncio di una nuova serie televisiva dedicata al «Grande Gatsby» è arrivato solo qualche giorno fa. Il creatore della serie Vikings, Micheal Hirst, sta lavorando a un progetto internazionale. Una miniserie che intende esplorare «la comunità nera di New York negli anni Venti così come la sottocultura musicale, scavando più a fondo nelle vite nascoste dei suoi personaggi attraverso la lente moderna di un sogno americano frammentato». Hirst si è detto molto legato al romanzo raccontando a Vulture: «Mi sembra di aver vissuto con Gatsby per la maggior parte della mia vita, leggendolo prima da studente, poi insegnandolo a Oxford negli anni Settanta e poi rileggendolo periodicamente da allora. Come scrisse una volta il critico Lionel Trilling: “Il Grande Gatsby è ancora fresco come quando è apparso per la prima volta, ha persino guadagnato peso e rilevanza". Oggi, mentre l'America cerca di reinventarsi ancora una volta, è il momento perfetto per guardare con nuovi occhi a questa storia senza tempo, per esplorare i suoi personaggi attraverso la lente moderna del genere, della razza e dell'orientamento sessuale. La visione profondamente romantica di Fitzgerald non gli impedisce di esaminare ed esporre il ventre più oscuro dell'esperienza americana, motivo per cui la storia parla sia di tragedia che di speranza, e continua a risuonare ancora oggi».

La nuova edizione illustrata del «Grande Gatsby» è invece tutta italiana. Il volume è infatti edito da Neri Pozza e presenta illustrazioni di Sonia Cucculelli. L'artista ha detto di aver vissuto la realizzazione di questo progetto come «una sfida, perché non si parla solo di un classico della letteratura: in più l'iconografia de Il Grande Gatsby rispecchia l'Art Déco, i ruggenti (e indimenticabili) anni Venti, il proibizionismo e tutto l'immaginario visivo ad essi legato».

Ma il «Grande Gatsby» non è l'unico romanzo di nota i cui diritti sono scaduti il primo gennaio di quest'anno. Sono libere da copyright le opere di Cesare Pavese tra cui «La luna e i falò», «La casa in collina», «Il mestiere di vivere» e «Dialoghi con Leucò». Anche le opere di George Orwell - come «1984» e «Animal Farm» - non sono più coperte da diritti.

Quest'ultima aggiunta nella lista delle opere di pubblico dominio è molto evidente sul mercato italiano. Sono molte le case editrici del Bel Paese che hanno deciso di pubblicare nuove traduzioni del «1984» di Orwell. Tra gli scaffali è una vera e propria gara alla copertina più accattivante. C'è la versione Mondadori, tradotta da Nicola Gardini, quella Feltrinelli di Franca Cavagnoli e quella Rizzoli di Daniele Petruccioli con la prefazione di Walter Veltroni. La versione Einaudi è invece tradotta da Marco Rossari con la copertine illustrata da Noma Bar.

Quello attorno ai libri liberi da diritto d'autore è un business milionario, in cui tutti sembrano intenzionati a prendersi una fetta. Dopo il successo nel 2002 della versione post apocalittica del classico di Jane Austen, «Orgoglio e pregiudizio e zombie» è apparente come i classici riescano ancora a coinvolgere milioni di lettori in giro per il mondo.

Tutte le versioni di «1984» di George Orwell

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Mariella Baroli