Il signore delle formiche, a Venezia Amelio e il suo personale caso Braibanti
Gianni Amelio al photocall del suo film "Il signore delle formiche", Lido di Venezia, 6 settembre 2022 (Foto Ansa/Claudio Onorati)
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Il signore delle formiche, a Venezia Amelio e il suo personale caso Braibanti

Il regista al Lido: «È una grande storia d’amore tra un uomo e un ragazzo, molto autobiografica. Durante le riprese ho scoperto le stesse fragilità di Aldo»

Essere omosessuale è reato? È la domanda inconcepibile che purtroppo era lecito farsi negli anni Sessanta in Italia, quando il caso Braibanti metteva a nudo la condanna di Stato all'omosessualità celata sotto l’articolo 603 del Codice Penale, che contemplava il reato di plagio. In una Mostra del cinema di Venezia percorsa fortemente dal tema dell’identità (dai cannibali di Bones and all al rientro in famiglia della protagonista transessuale in Monica, passando per il racconto di Crialese del suo percorso trans con L’immensità), Gianni Amelio porta in concorso Il signore delle formiche, ovvero il processo che dovette subire il drammaturgo Aldo Braibanti e la sua straziante storia d’amore con un giovane studente e amico da poco maggiorenne, Giovanni Sanfratello.

«È limitativo dire che è un film sul caso Braibanti, è una grande storia d’amore tra un uomo e un ragazzo, molto autobiografica», rivendica Amelio, ruggente e sincerissimo al Lido di Venezia. «Durante le riprese ho vissuto una storia d’amore molto tormentata. Ho scoperto le stesse fragilità di Aldo: Braibanti si è innamorato, io anche. Non sono andato in galera come lui ma sono chiuso in un carcere mio», ha confessato ai giornalisti. «Sono felicissimo del film, probabilmente è la cosa più bella che abbia mai fatto, ma intimamente non sono felice. Vi auguro di essere più felici di me».

Luigi Lo Cascio nel film "Le signore delle formiche" (Foto di Claudio Iannone)

Luigi Lo Cascio interpreta, con la giusta misura di schermo intellettuale e umanità, Aldo Braibanti, sceneggiatore, poeta e anche mirmecologo morto nel 2014. «Braibanti è un personaggio enigmatico, con punti in contrasto tra loro: c'è sproporzione tra la sicurezza che aveva nel suo campo d'azione, l'arte e il teatro, e la fragilità nel sentimento d'amore».

L’esordiente Leonardo Maltese è il suo giovane amore «maledetto», che nella trasposizione cinematografica si chiama Ettore: dal Piacentino seguirà Braibanti a Roma, prima di essere strappato via con la forza dai famigliari e quindi ricoverato in una clinica psichiatrica tra elettroshock e pressioni. Nel 1964, quando Braibanti aveva 42 anni, iniziò il processo a suo carico che lo condusse alla condanna a nove anni di prigione, che in appello divennero sei.
La soprano Anna Caterina Antonacci è la mamma irragionevole e ottusa di Ettore. Elio Germano, invece, con la sua presenza scenica sempre importante, è un giornalista de L’Unità che difende come può il «compagno» Braibanti. Sara Serraiocco è il volto di tutti quei giovani illuminati che si batterono contro l’articolo 603. Amelio li omaggia, inserendo in una veloce sequenza un primo piano sul volto di Emma Bonino. «I radicali hanno fatto forti battaglie per Braibanti e per la società italiana. Hanno fatto cancellare il reato di plagio nel 1981», spiega Amelio. «Mi è sembrato giusto far vedere la Bonino di oggi piuttosto che un sosia di Pannella ragazzo».


Leonardo Maltese nel film "Le signore delle formiche" (Foto di Claudio Iannone)

Il signore delle formiche è un film onesto, che a volte si lascia troppo sedurre da dialoghi dal tono intellettualistico, ma che regala momenti di grande forza narrativa, soprattutto nella seconda parte che si concentra sul processo. Uno spaccato dell’Italia più retriva, che è stata ed è, ahinoi. Unghie sulla lavagna la frase in bocca a un giovane oscurantista: «Per me gli invertiti hanno due strade: o si curano o si ammazzano».
Straziante e meravigliosa la figura della mamma di Braibanti, dolente e dignitosa, interpretata da Rita Bosello.

Rita Bosello nel film "Le signore delle formiche" (Foto di Claudio Iannone)

«Il signore delle formiche è un film che ci parla di tante cose dell’epoca e anche della contemporaneità», riflette Germano. «Allora come oggi la passione è sconveniente. Oggi è conveniente il profitto, i numeri, la finalità di un’azione; chi fa un lavoro con passione ha vita più difficile di chi lo fa per arrivismo e interesse personale. Nel mio personaggio si vive questa contraddizione molto contemporanea. La trasvalutazione morale che c’è stata è corresponsabile del decadimento culturale e qualitativo del nostro Paese».

Il signore delle formiche uscirà al cinema con 01 Distribution l'8 settembre 2022.

Elio Germano nel film "Le signore delle formiche" (Foto di Claudio Iannone)

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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