Oscar 2023, i nostri vincitori
Michelle Yeoh nel film "Everything everywhere all at once" (Foto: I Wonder Pictures)
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Oscar 2023, i nostri vincitori

La folle commedia sci-fi action Everything everywhere all at once promette di portare a casa le statuette principali, anche se noi facciamo il tifo per Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin). Ecco i pronostici sugli Academy Awards edizione 95

Ma davvero Everything everywhere all at once, dopo essersi fatto un allucinato viaggio nel metaverso, culminerà la sua parabola frenetica e fortunata sollevando l’Oscar più ambito di miglior film? E Brendan Fraser formato XXXL, in nome di un’America vorace di junk food e big, scipperà la statuetta a Colin Farrell pastore pacifico adirato? Lo sapremo nella notte tra domenica 12 e lunedì 13 marzo, quando si snocciolerà la cerimonia di premiazione della 95ª edizione degli Academy Awards.
In Italia la notte degli Oscar 2023 sarà visibile dalle 23.15 con diretta dal Dolby Theatre di Los Angeles su Sky Cinema Oscar, Sky Uno, in chiaro su TV8 e in streaming su Now.

Jimmy Kimmel per la terza volta sarà il conduttore della serata. Quando lo fu nel 2017 ci fu la clamorosa gaffe di Warren Beatty e Faye Dunaway, che annunciarono erroneamente La La Land come vincitore dell’Oscar al miglior film anziché Moonlight. L’imprevisto è dietro l’angolo.

Come ogni anno, cerchiamo di predire il gusto dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, indicando però anche le nostre preferenze.
Ecco chi vincerà gli Oscar 2023 nelle principali categorie, secondo noi.

Miglior film

È una corsa a dieci ma i veri contendenti sono quattro: Niente di nuovo sul fronte occidentale, il tedesco di Netflix, nuovo adattamento del romanzo di Remarque sulla prima guerra mondiale, che ha sorpreso con scene di ipnotica tragicità e ha vinto il Bafta come miglior film; Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin), l’irlandese stralunato che stordisce con un colpo di coda avvelenato e ha già vinto il Golden Globe come miglior commedia; Triangle of sadness, la Palma d’oro di Cannes che si fa beffe dei super ricchi; e certo, la commedia sci-fi action stella del botteghino Usa ambientata nel metaverso Everything everywhere all at once, regina delle candidature, ben 11. Che probabilmente convincerà l’Acedemy, vogliosa di stupire con qualcosa di mai visto prima. E di continuare la noiosa strada intrapresa dopo la protesta #OscarSoWhite del 2016: in Everything everywhere all at once si parla anche di minoranze asiatiche negli States, una manna per i paladini dell’inclusione – cosa buona e giusta - sopra a ogni cosa, anche ai meriti, spesso.
Chi vorremmo invece che alzasse l’Oscar, con merito? Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin): Martin McDonagh, già autore di Tre manifesti a Ebbing, Missouri e In Bruges - La coscienza dell'assassino, è ormai narratore sapiente, che sa cogliere bizzarrie e oscurità dell’animo umano. Non lui? Allora Triangle of sadness, il film provocatorio e scanzonato che spruzza… novità (e zampilli di vomito), su una nave da crociera di super lusso.

Chi vincerà: Everything everywhere all at once di Daniel Kwan e Daniel Scheinert
Da non sottovalutare: Niente di nuovo sul fronte occidentale di Edward Berger
Dovrebbe vincere: Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin) di Martin McDonagh

Migliore regia

E qui la scelta si fa dura. Perché nel quintetto c’è Steven Spielberg per The Fabelmans, che non è il migliore del quintetto ma… è Steven Spielberg. E poi c’è Todd Field per Tár, film complesso e ostico come una partitura musicale ma anche interessante, soprattutto nelle scelte registiche. E poi c’è il terzetto di cui sopra, dei tre film più emblematici dell’anno alle spalle: Daniel Kwan e Daniel Scheinert per Everything everywhere all at once;Martin McDonagh per Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin);Ruben Östlund per Triangle of sadness.
I due Daniel, 35 anni ciascuno, autori di un progetto ambizioso e folle, rischiano di far fila filotto e portarsi a casa anche questo Oscar. I nostri preferiti? Östlund e McDonagh. E visto che per l’Oscar al miglior film abbiamo scelto l’irlandese, per la regia premieremmo lo svedese.

Chi vincerà:Daniel Kwan e Daniel Scheinert per Everything everywhere all at once
Da non sottovalutare:Steven Spielberg per The Fabelmans
Dovrebbe vincere: Ruben Östlund per Triangle of sadness

Migliore attrice protagonista

Facile a dirsi: la sfida qui è a due. Anche se la vittoria finale è scontata. Il duetto è composto da Cate Blanchett, direttrice d’orchestra dall’ambiguo uso del potere in Tár, e la magnifica malese Michelle Yeoh, immigrata cinese che si moltiplica e guerreggia in ogni modo possibile in Everything everywhere all at once. Alla fine avrà la meglio quest’ultima: se lo merita, per la carriera radiosa che ha alle spalle, non valutata mai abbastanza da Hollywood. Forse non è quello di Kwan e Scheinert il progetto migliore in cui si mette in luce, ma il ciclone Everything everywhere all at once travolgerà Yeoh con il suo successo. Felici per lei. Blanchett ha già due Oscar in bacheca, se ne farà una ragione (anzi, sembra faccia il tifo proprio per Yeoh).
Nota di merito ad Ana de Armas, cubana che in Blonde sa essere una credibilissima Marilyn Monroe.
E Andrea Riseborough, nominata per il piccolo film indipendente To Leslie? Lei è stata oggetto di un piccolo scandalo: l’Academy ha aperto un’indagine per stabilire se la campagna dal basso fatta per sostenere la sua candidatura abbia violato o meno il regolamento sulla promozione. Indagine chiusa con un nulla di fatto.

Chi vincerà:Michelle Yeoh per Everything everywhere all at once
Da non sottovalutare:Cate Blanchett per Tár
Dovrebbe vincere: Michelle Yeoh per Everything everywhere all at once

Miglior attore protagonista

Fino a poco tempo fa il vincitore sembrava scontato:Colin Farrell per Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin). Colin Farrell incredibilmente alla prima nomination, Colin Farrell già vincitore di Coppa Volpi a Venezia e Golden Globe come migliore attore in una commedia.
E invece… stanno salendo le quotazioni per Brendan Fraser che in The Whale, nei panni extralarge di un professore gay che soffre di obesità invalidante, ha commosso molti.
La verità? Se non sarà Colin, non ci spiacerebbe che a vincere sia Austin Butler, che è riuscito ad essere un convincente Elvis Presley in Elvis, impresa per pochissimi. Anche Butler è nel cuore dei pronostici di molti, soprattutto dopo aver affiancato al Golden Globe come migliore attore in un film drammatico anche il Bafta, battendo proprio Farrell, Fraser e gli altri due contendenti all’Oscar Paul Mescal e Bill Nighy.

Chi vincerà: Austin Butler per Elvis
Da non sottovalutare:Brendan Fraser per The Whale
Dovrebbe vincere:Colin Farrell per Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin)

Migliore attrice non protagonista

La corsa sembra a tre. Angela Bassett come solida regina madre di BlackPanther: Wakanda forever ha già vinto ai Golden Globe e ai Critics' Choice. Kerry Condon, così incisiva e luminosa ne Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin), ha vinto il Bafta. E potrebbe dire la sua, sulla scia del clamore di Everything everywhere all at once, anche l’iconica Jamie Lee Curtis, che ha portato a casa un Screen Actors Guild Award.

Chi vincerà:Angela Basset per Black Panther: Wakanda Forever
Da non sottovalutare:Jamie Lee Curtis per Everything everywhere all at once
Dovrebbe vincere: Kerry Condon per Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin)

Miglior attore non protagonista

Sarà l’Oscar del riscatto per Ke Huy Quan, che è stato attore bambino negli anni ’80, recitando accanto ad Harrison Ford in Indiana Jones e il tempio maledetto e quindi nel cult I Goonies? Sparito da Hollywood, deve il ritorno con tanto di entusiasmante nomination a Daniel Kwan e Daniel Scheinert che l’hanno voluto in Everything everywhere all at once. L'attore 51enne di origini vietnamite diventerebbe il secondo asiatico a vincere questa categoria dopo Haing S. Ngor in Urla del silenzio (1984).
La verità? Del quintetto di questa categoria quello che ci ha fatto più emozionare è stato Barry Keoghan, nei panni di un molesto ma sensibile «scemo del villaggio» ne Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin).
Se ci fosse un del tutto inaspettato colpo di scena, potrebbe andar a favore del veterano Judd Hirsch, che a 87 anni diventerebbe il più anziano vincitore di un Oscar per la recitazione.

Chi vincerà: Ke Huy Quan per Everything everywhere all at once
Da non sottovalutare:Judd Hirsch per The Fabelmans
Dovrebbe vincere: Barry Keoghan per Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin

Miglior film d'animazione

Noi non abbiamo dubbi:Marcel the Shell!Marcel the Shell! Chi non vorrebbe Marcel, conchiglia parlante in scarpe da ginnastica, nella propria vita, così adorabile, buffo e ingenuo ma anche un po' impertinente con le sue teorie e dubbi strampalati e illuminanti?
Però spesso gli Oscar non sono giusti e il curriculum del messicano Guillermo del Toro è pesante (Oscar al miglior film nel 2018 per La forma dell'acqua - The shape of water). Probabilmente avrà la meglio il suo Pinocchio in stop motion by Netflix, insolito e un po’ stonato, già vincitore del Golden Globe come miglior film d’animazione.

Chi vincerà: Pinocchio di Guillermo del Toro
Da non sottovalutare: Marcel the Shell di Dean Fleischer-Camp
Dovrebbe vincere: Marcel the Shell di Dean Fleischer-Camp

Miglior film internazionale

Doverosa premessa: tutti e cinque i film candidati nella categoria hanno forti meriti. Argentina, 1985 ci porta nel coraggioso processo contro la giunta militare argentina non senza ironia. The quiet girl è un sensibile e dolceamaro racconto di formazione in lingua irlandese. Il polacco EO riesce a far appassionare alle vicende di un asino che sa amare.
Ma sono due ad aver la meglio sugli altri, per distacco, il dramma di guerra tedesco Niente di nuovo sul fronte occidentale e il dolente spaccato di adolescenza belga Close, che muove la telecamera con un’intimità pregnante su giochi, volti e rimorsi.

Chi vincerà: Niente di nuovo sul fronte occidentale di Edward Berger (Germania)
Da non sottovalutare: Close di Lukas Dhont (Belgio)
Dovrebbe vincere: Close di Lukas Dhont (Belgio)

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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