La Mostra del Cinema di Venezia si farà, con film italiani e mascherine
(Andreas Rentz, Getty Images)
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La Mostra del Cinema di Venezia si farà, con film italiani e mascherine

Cicutto e Barbera immaginano un'edizione particolare, ovviamente stravolta dal Coronavirus, con misure di sicurezza, distanziamento sociale, videoconferenze online. Ma senza rinunciare al red carpet e agli ospiti. Italiani, sì, ma anche europei

La 77^ edizione della Mostra del cinema di Venezia si farà, nonostante l'emergenza Coronavirus. O meglio, le intenzioni, al momento, sono di non fermarsi. Venezia 66 sarà un mix di red carpet, mascherine, ingressi calmierati, visioni e videoconferenze on line. Tanti film italiani, ma anche europei e non solo. Si rimanda però ogni decisione più stringente a fine maggio.

Cosa dice il presidente della Biennale di Venezia

Roberto Cicutto, presidente della Biennale di Venezia erede di Paolo Baratta, ha detto che le date sono confermate: la Mostra internazionale d'Arte Cinematografica si farà, dal 2 al 12 settembre.

Ora fervono i preparativi per immaginare un festival sicuramente diverso, che imporrà tantissimi cambiamenti e limitazioni, ma che vuole mantenere la centralità del suo essere un evento dal vivo, pur con il supporto delle tecnologie per andare incontro agli ospiti internazionali. «Ci siamo dati una deadline a fine maggio. Vogliamo a tutti i costi essere pronti» ha detto Cicutto all'Ansa, precisando: «Stiamo facendo simulazioni sulla giornata-tipo. I supporti online saranno importanti per la stampa internazionale, ma metteremo tutto in una proposta che verificheremo con i produttori. Dovremo attendere di sapere le condizioni da rispettare, non abbiamo la palla di vetro».

La Mostra del cinema di Venezia si porrebbe così come una sorta di festival apripista e modello su come organizzare i grandi eventi internazionali con le nuove misure di sicurezza per contenere il contagio da Covid-19. Cicutto si aspetta che le autorità italiane concedano a Venezia uno status speciale in termini di disposizioni: «Credo che il festival debba godere di una "extraterritorialità", un segnale che poi possa estendersi in altre sale. Altre iniziative credo possano trovare luogo con un contingentamento delle presenze in sala, e Venezia potrà essere un grande laboratorio. Un conto è gestire sei-sette luoghi circoscritti, un conto sono migliaia di sale nel territorio nazionale».

Il programma complessivo della Biennale di Venezia, invece, sarà compresso, subendo alcune variazioni di date: il 14° Festival di Danza contemporanea dal 13 al 25 ottobre, anziché dal 5 al 14 giugno; il 64° Festival Internazionale del Teatro si svolgerà dal 14 al 24 settembre anziché dal 29 giugno al 13 luglio; il 48° Festival Internazionale di Musica Contemporanea è confermato dal 25 settembre al 4 ottobre; la 17^ Mostra Internazionale di Architettura è stata spostata e non sarà più dal 23 maggio al 29 novembre ma dal 29 agosto al 29 novembre.

Cosa dice il direttore artistico Alberto Barbera

Alberto Barbera, pluri-confermato direttore artistico della Mostra del cinema di Venezia, si dice ottimista e già immagina la #Venezia77 che sarà: «Sarà per forza sperimentale. Ci sarà sicuramente l'uso di mascherine e il distanziamento sociale. Si dovrà poi per forza di cose ridurre il numero di accesso in sala degli spettatori e probabilmente anche il numero stesso degli accreditati», ha detto all'Ansa.

Barbera non esclude la possibilità di una collaborazione con il Festival di Cannes, che avrebbe dovuto svolgersi dal 12 al 23 maggio ma è stato rinviato a data e modalità da destinarsi. «Con Thierry Fremaux (il direttore del festival francese, ndr) il discorso è ancora aperto e c'è la concreta volontà di entrambi di fare qualcosa, siamo insomma disponibili a tutte le soluzioni».

Tornando al Lido veneziano, l'edizione che verrà vedrà sicuramente una maggiore presenza di film italiani. «I film italiani saranno avvantaggiati perché i talent potranno con più facilità essere presenti, - afferma Barbera - ma io non sono così pessimista e spero che ci saranno perlomeno anche molti europei presenti».

La pandemia limiterà il coinvolgimento delle produzioni estere. E porterà a ricorrere al digitale e a presenze a distanza. «È evidente che molti film, soprattutto stranieri, non verranno accompagnati dai talent che non se la sentiranno o saranno impossibilitati a venire - osserva Barbera -. In questo caso si potranno prevedere conferenze stampa on line. Un problema che riguarderà anche le proiezioni che, per i giornalisti non presenti, potranno essere seguite su piattaforme sicure. E questo varrà anche per una parte degli spettatori. Il vantaggio di essere presenti al Lido ci sarà comunque».

Non mancheranno il red carpet, star sul posto, interviste con singoli attori e registi, incontri ristretti. E, soprattutto, la voglia grande che il cinema si risollevi, che riprenda il suo posto, che fabbrichi sogni e porti via, almeno per un po', la paura grande di questi giorni tristi.

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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