David di Donatello 2022, vince Paolo Sorrentino. La sorpresa più bella: Swamy Rotolo
Paolo Sorrentino sul palco dei David di Donatello (Foto: Ansa/Giuseppe Lami)
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David di Donatello 2022, vince Paolo Sorrentino. La sorpresa più bella: Swamy Rotolo

È stata la mano di Dio conquista le statuette più importanti, miglior film e regia. Come attrice protagonista premiata la 17enne di A Chiara. Il leitmotiv della serata: «Torniamo in sala, altrimenti il cinema italiano muore»

Nessuno schiaffo alla Will Smith a svegliare dal torpore di una cerimonia di premiazione dei David di Donatello, la 67^ edizione, che va da copione: il premo più importante, quello al miglior film, va a È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, che si becca anche l’altra statuetta di peso, quella alla migliore regia, e non solo.

«Ringrazio mia mamma, mio padre, mio fratello, mia sorella e tutta la famiglia che ho camuffato dentro il film. È veramente una grande gioia», così Paolo Sorrentino chiude il rosario di premi, alzando il David per il suo film più personale, quello che ricostruisce la morte dei suoi genitori quand’era appena ragazzino. Agli Oscar e ai Golden GlobeÈ stata la manodi Dio se ne uscì a mani vuote, pur arrivando nella cinquina finale; ai David invece il regista napoletano fa cinquina, conquistando cinque statuette: premi anche per la fotografia, per l’attrice non protagonista Teresa Saponangelo e David giovani dal pubblico under.

Le sorprese più belle – meritate - arrivano invece dai premi agli attori protagonisti: Swamy Rotolo ad appena 17 anni è la migliore attrice per A Chiara, film che conferma Jonas Carpignano – dopo A Ciambra – come una delle nuove voci autoriali più interessanti: «Ringrazio Jonas, che mi ha fatto conoscere il mondo del cinema e me l’ha fatto amare», ha detto l'attrice esordiente.
Migliore attore protagonista, invece, Silvio Orlando che interpreta un detenuto autorevole in Ariaferma di Leonardo Di Costanzo, film notevole che ha vinto anche per la migliore sceneggiatura originale. Da Orlando, visibilmente emozionato, un discorso di ringraziamento strampalato e prezioso: «Non me lo aspettavo. Voglio dedicare questo premio a mia moglie – con la voce rotta -: no no, sta bene. Maria Laura, si chiama, sicuramente la persona migliore che ho conosciuto in vita mia. Poi ringrazio naturalmente Leonardo Di Costanzo, che in qualche modo mi ha costretto a fare questo film, io non lo volevo fare, davvero, lo sentivo lontano dalle mie corde abituali, non sapevo da che parte prenderlo». Per chiudere: «Quest’anno con il teatro sono stato in 40 città diverse, ho fatto tanti chilometri e questi chilometri poi si vedono sulla faccia e sull’interpretazione del film. L’unica indicazione che posso dare è: muovere il culo».

Swamy Rotolo riceve il Dvadi di Donatello da Carlo Conti (Foto: Ansa/Giuseppe Lami)

Dagli studi di Cinecittà, con la platea finalmente piena nonostante le mascherine in viso, Carlo Conti, affiancato da Drusilla Foer, ha condotto nel suo stile polite e progressivamente soporifero, screziando però di tanto in tanto con qualche citazione cinematografica capace di rianimare la lunga serata. Come l’omaggio a Monica Vitti, morta due mesi fa, che in filmati recuperati dalle teche Rai ha lanciato il suo toccante invito ad amare il cinema: «Il cinema ha aiutato me a vivere, psicologicamente, mentalmente, professionalmente. Aiuta tutti. Aiuterà anche voi. Amatelo, come lo amo io».

Il leitmotiv della cerimonia, visti gli sconfortanti dati sugli incassi al cinema, è stato un’esortazione ad amare il cinema e a ritornare in sala.

Paolo Del Brocco di Rai Cinema, sul palco per il David ai produttori di Freaks Out, film vincitore di sei statuette per lo più tecniche, è stato alquanto diretto: «Dobbiamo tornare in sala, senza la sala il cinema italiano muore».
E anche dal ministro alla Cultura Dario Franceschini, a inizio serata, l’esortazione: «C’è un momento di difficoltà per le sale, per la paura di andare al cinema, come per tutti i luoghi chiusi. Ci sarà un investimento dello Stato per il rammodernamento delle sale. Ma la differenza tra vedere un film in casa e vedere un film al cinema è quello tra un’esperienza individuale e un’esperienza collettiva».

Il film che avrebbe meritato di più dai David di Donatello 2022, eppure snobbato? La terra dei figli di Claudio Cupellini. Tra i momenti più belli? Il David alla carriera a Giovanna Ralli, 87 anni, di cui 70 da attrice, diventata famosa per i ruoli da ragazza romana impulsiva e vivace: nel 2015 aveva dichiarato di lasciare i set, invece la vedremo presto a Cannes diretta Jasmine Trinca: «Era talmente bella la sceneggiatura e l’ho voluta fare. Il film sarà presente a Cannes, mi preparerò ad andare al festival il 21 maggio».

Da Piera Detassis, presidentessa dell’Accademia del Cinema Italiano che ha chiuso la 67^ edizione da padrona di casa, la stoccata ai Golia degli Oscar, che quest’anno hanno relegato le categorie tecniche a brevi registrati veloci: «Il ritorno a Cinecittà è emozionante, mi emoziona rivederci tutti insieme. È stato un David classico e giovanissimo insieme: abbiamo premiato i grandi maestri e le rivelazioni. Voglio ringraziare Rai 1 perché ha accolto il nostro primo principio: dare visibilità a ogni categoria. Come sapete, non tutti i premi accolgono questa complessa materia».

Tutti i premi David di Donatello 2022

Miglior film
È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino

Miglior regia
Paolo Sorrentino per È stata la mano di Dio

Miglior produttore
Per Freaks Out Andrea Occhipinti, Stefano Massenzi, Mattia Guerra (per Lucky Red); Gabriele Mainetti (per Goon Films); con Rai Cinema in coproduzione con Gapbusters

Migliore attrice protagonista
Swamy Rotolo per A Chiara

Migliore attore
Silvio Orlando per Ariaferma

Migliore attrice non protagonista
Teresa Saponangelo per È stata la mano di Dio

Migliore attore non protagonista
Eduardo Scarpetta per Qui rido io

Migliore sceneggiatura originale
Leonardo Di Costanzo, Bruno Oliviero, Valia Santella per Ariaferma

Migliore sceneggiatura non originale
Monica Zapelli e Donatella Di Pietrantonio per L’arminuta

Premio Cecilia Mangini - Miglior documentario
Ennio di Giuseppe Tornatore

Migliore esordio alla regia
Laura Samani per Piccolo corpo

Migliore autore della fotografia
Daria D'Antonio per È stata la mano di Dio e Michele D'Attanasio per Freaks Out

Miglior montaggio
Massimo Quaglia e Annalisa Schillaci per Ennio

Miglior suono
Ennio - Presa diretta: Gilberto Martinelli; Montaggio: Fabio Venturi; Creazione suoni: Francesco Vallocchia; Mix: Gianni Pallotto

Migliore scenografia
Massimiliano Sturiale e Ilaria Fallacara per Freaks Out

Migliori effetti visivi vfx
Stefano Leoni per Freaks Out

Migliori costumi
Ursula Patzak per Qui rido io

Migliore acconciatura
Marco Perna per Freaks Out

Miglior trucco
Diego Prestopino, Emanuele De Luca, Davide De Luca per Freaks Out

Migliore canzone originale
La profondità degli abissi di Manuel Agnelli per Diabolik

Miglior compositore
Nicola Piovani per I fratelli De Filippo

Miglior film internazionale
Belfast di Kenneth Branagh

Miglior cortometraggio
Maestrale di Nico Bonomolo

David speciale
Antonio Capuano

David speciale
Sabrina Ferilli

David alla carriera
Giovanna Ralli

David dello spettatore
Me contro te – Il mistero della scuola incantata

David giovani
È stata la mano di Dio

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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