Bones and all, Timothée Chalamet cannibale mai fino all'osso
Timothée Chalamet e Taylor Russell al photocall di "Bones and all", Lido di Venezia, 2 settembre 2022 (Foto Ansa/Claudio Onorati)
Lifestyle

Bones and all, Timothée Chalamet cannibale mai fino all'osso

Luca Guadagnino porta a Venezia una nuova storia d’amore, in un’America ai margini. Ma il suo dramma romantico colpisce a salve. La sua star: «Sono ancora tanto giovane per l'amore»

Luca Guadagnino richiama a sé Timothée Chalamet, per cui s’è mosso il solito stuolo urlante di fan direzione Venezia, e si inoltra di nuovo per le strade dell’amore, che stavolta trova sbocco ai margini della società, tra i diseredati. Prova nuovamente a colpire i cuori, come aveva fatto con Chiamami col tuo nome, ma nonostante i lembi di carne mozzata e il sangue profusi, le munizioni sono a salve. Bones and all, film in concorso alla Mostra del cinema lagunare e primo dei cinque italiani a svelarsi, arriva freddamente. Non scalda, non avvince, né riempie di frasi memorabili il breviario delle citazioni.

Tratto dal romanzo Fino all’osso di Camille DeAngelis, Bones and all è il primo film americano del regista siciliano, ambientato nell’America centrale dimenticata degli anni ’80, tra le strade secondarie dell’Ohio, del Kentucky e del Nebraska, zone che raramente assumono un ruolo principale. Qui si muovono due ragazzi con un sanguinoso segreto. E il futuro segnato. Maren, interpretata da Taylor Russell, ha 18 anni e un’incontrollabile fame di carne umana di cui ha appena preso consapevolezza, anche se è in cerca di spiegazioni. Lee, un Timothée Chalamet sempre più emaciato, quella fame la conosce bene, come un tormento, anche se ostenta un fare sfrontato e più risolto: «Quando pesi 63 chili bagnato devi compensare con la strafottenza», spiega a lei.
Sono due cannibali, alla ricerca del loro posto nel mondo. Iniziano insieme un viaggio on the road alla ricerca della loro identità e di un luogo dove non sentirsi sbagliati, colpevoli, diversi. Ma noi mai ci sentiamo a bordo con loro. Li osserviamo da distante, anche quando la regia si sofferma su primi piani o spazia sui paesaggi evocativi di questa America nell’America. Non scalfiscono la nostra carne, non ci divorano fino all’osso, neanche quando ficcano i denti in corpi pulsanti.

Immagine del film "Bones and all" (Credits Yannis Drakoulidis, Metro Goldwyn Mayer Pictures)

«Ho ragionato molto sul paesaggio e sull’immaginario americano, sin da ragazzino», racconta Guadagnino al Lido. «Avevo però rimandato sempre forse perché serviva una maturità diversa. L’occasione per farne un film si è presentata quando Dave (Kajganichmi, lo sceneggiatore, ndr) mi ha dato questo copione. Quando ho letto lo script era inevitabile per me trovare in queste identità in cerca del possibile nell’impossibile il momento che si compiva».

Come cannibali che disseminano morte, Taylor Russell e Timothée Chalamet cercano di capirsi e di essere capiti, cercano una loro tribù. «Io sto ancora cercando qualche persona speciale nella mia vita, anche se ho già qualche relazione profonda», dice Russell ai giornalisti. «Questa è la bellezza di continuare a muoversi sulla Terra». E Chalamet? «La mia tribù l’ho trovata in Europa, a Gerusalemme, a Washington. Gente dello spettacolo ma non solo, con cui mi sento a casa».
In Bones and all l’amore è speranza di salvezza e di libertà. «Anche per me è così, pensando all'amore famigliare e amicale», osserva Chalamet, che torna al Lido dopo aver già attirato frotte di ammiratrici l’anno scorso con Dune. «Per l’altro tipo di amore sono ancora tanto giovane. Vorrei prima laurearmi».

Le fan di Timothée Chalamet appostate vicino al red carpet, Lido di Venezia, 2 settembre 2022 (Foto Ansa/Ettore Ferrari)

Storie di «mostri» e solitudini che si incontrano non sono certo una novità al cinema. Ed è così facile trovare sintonie con i derelitti, che fanno specchio delle nostre ombre. Si pensi alla vampiretta affamata del dolcissimo horror svedese Lasciami entrare di Tomas Alfredson o alla ragazzina dagli strani poteri di Mona Lisa and the Blood Moon di Ana Lily Amirpour. I mangiatori di Bones and all sono invece lì a un passo dall'assomigliarci e dal conquistarci, senza farlo. Guadagnino dirige rendendo credibile il suo impossibile, ma senza concedere picchi. Nella prima proiezione per la stampa ha comunque raccolto applausi, che bilanciano i fischi e i «buuu» che collezionò invece l’altra volta in concorso a Venezia, nel 2015 con A bigger splash.

Nel cast anche un poco rassicurante Mark Rylance e Chloë Sevigny, in apparizione fugace ma abbastanza indimenticabile, come la donna gallina di Freaks di Tod Browning.

Bones and all uscirà al cinema il 23 novembre 2022.

Immagine del film "Bones and all" (Credits Yannis Drakoulidis, Metro Goldwyn Mayer Pictures)

I più letti

avatar-icon

Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

Read More