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ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images
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Europa: le italiane hanno la "sindrome di Annibale"

I 5 consigli dello psicologo ai nostri club per superare le paure che le bloccano in Champions League ed Europa League

Alla vigilia della 4^ giornata della fase a gironi delle coppe europee di calcio (Champions League ed Europa League) siamo davanti alle solite domande: perché le italiane faticano così tanto con le squadre straniere? Questione fisica, tattica o economica? Quesiti a cui hanno provato  dare una risposta allenatori, tecnici, esperti, opinionisti. Senza risultati. Allora val forse la pena ascoltare il parere dello psicologo, secondo il quale dietro tutto questo ci sarebbe un problema mentale, cominciato migliaia di anni fa

“L'Italia è un paese creativo, dotato di mille risorse culturali ed intellettuali, che però spesso cade sulla strada dei grandi successi causa della mancanza di costanza e della ridotta tranquillità emotiva, che sembra risultare ancora più fragile e labile quando salgono le aspettative – spiega il dottor Michele Cucchi, Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano – La stessa identica cosa si ripropone a livello calcistico, più marcatamente quando i nostri club si accingono a disputare le partite più importanti, ovvero quelle delle coppe europee: cosa ci succede quando giochiamo oltralpe? Qualcuno sostiene che le difficoltà siano legate al divario tecnico, e perdere contro chi è più forte è solo la logica conseguenza di un grande gap tecnico che deriva dalla crisi economica delle nostre società. Ma non sempre vince il più forte, ormai dovremmo saperlo bene. Quindi di cosa stiamo parlando? Si tratta di quello che tecnicamente viene chiamato il "fasciarsi la testa prima di averla rotta", la pessimistica profezia sul proprio futuro che si avvera sistematicamente”.

Secondo Michele Cucchi come accadde per Annibale, che ad un passo dalla conquista di Roma rinunciò alla grande impresa e venne costretto a tornare in Africa, le squadre italiane devono buttare il cuore oltre l’ostacolo e osare per arrivare alla vittoria: “In sostanza nulla è più probabile, anche quando pare quasi impossibile, delle cose che temiamo si avverino: una sconfitta, una clamorosa débâcle, una sconfitta impronosticabile, una scena muta all'esame, diventano molto più probabili quando le teniamo intensamente e combattiamo con la paura di doverla esorcizzare. Ora l'Italia del calcio vive con il fiato sospeso delle coppe, e questo è quello che complica le cose. Dovremmo invece recuperare quella sana incoscienza che tanto ci contraddistingue nelle vittorie epiche, che ci permette di giocare come sappiamo: magari non saremo i più forti ma c'è la giocheremo. Recuperiamo quella tranquillità e quella sana passione agonistica che si respira suo campi dell'oratorio. Non facciamoci ingannare dalle nostre aspettative. Giochiamo e basta”.


I 5 CONSIGLI PER SUPERARE LA SINDROME DI ANNIBALE:

1. L’INCOSCIENZA PORTA LONTANO
Ogni grande risultato, nella vita come nello sport, arriva grazie alla costanza e ai rischi che si corrono in vista di un futuro migliore. Dobbiamo spegnere per un attimo il cervello e buttarci nella giocata che può cambiare le sorti di una stagione, provare ciò che riteniamo impossibile e dare tutto nei novanta minuti: la vittoria è solo dietro l’angolo.

2. SE CE L’HA FATTA DAVIDE CONTRO GOLIA…
La leggenda di un uomo che abbatte un gigante dovrebbe essere la bibbia delle squadre italiane che affrontano i migliori club a livello europeo. Il destino, gli episodi, la serata storta di un rinomato campione straniero, unite a una prestazione magistrale dei nostri giocatori, potrebbe riservare piacevolissime sorprese.

3. …IN ALTO I NOSTRI CUORI!
Liberiamo la mente, gonfiamo il petto teniamo alto lo sguardo. Il nostro compito è quello di superare le epiche gesta di Annibale: risaliamo la penisola iberica, valichiamo le Alpi e arrivati alle porte del nostro più grande sogno diamo l’anima per conquistare il traguardo più ambito, la Coppa dei Campioni.

4. VIVIAMO L’OGGI E SCORDIAMOCI IL PASSATO
Dimentichiamoci di ieri, di domani e viviamo finalmente l'oggi. Le sconfitte del passato sono lontane, tutto ciò che conta è qui ed ora, hic et nunc. Con la mente libera dai retaggi del passato vincere sarà molto più semplice.

5. GIOCARE COME SUL CAMPO DELL’ORATORIO
Recuperiamo quella tranquillità e quella sana passione agonistica che si respira sui polverosi campi dell'oratorio, senza farci ingannare dalle nostre aspettative, talvolta così elevate da schiacciare le nostre energie residue. Giochiamo e basta, fuoco alle polveri!

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Andrea Soglio