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Dom Pérignon
Lifestyle

Se lo champagne accompagna la pizza

A Capri, nello storico ristorante Aurora, la presentazione del Vintage 2010 di Dom Pérignon. Un calice francese abbinato alla regina della cucina partenopea

da Capri

Non è una forzatura abbinare lo champagne alla pizza, specie se non è una qualunque, ma farcita con tocchi di buon gusto, un filo eccentrici e lussuosi (però, combinati insieme, squisiti): uovo, caviale, qualche fogliolina d'oro, come nella foto d'apertura. O ecco una variante con burrata, carpaccio di gambero e una scorzetta di lime, che si sposa con la freschezza agrumata di questo nettare frizzante. Succede per tutta la stagione estiva all'Aurora, il più antico ristorante di Capri, dove la regina della cucina partenopea potrà essere accompagnata, su richiesta, da un calice di Vintage 2010, l'ultimo arrivato tra le bottiglie di Dom Pérignon, da degustare anche nella champagneria très chic del locale, appena rinnovata.

«Lo champagne è un vino estremamente versatile, che ha un carattere giocoso e si presta a svariati esperimenti. Ha il fascino di essere un mito senza tempo, una leggenda intramontabile come quest'isola» dice a Panorama Valeria Righetti, senior brand manager di Dom Pérignon, spiegando perché la presentazione ufficiale del Vintage 2010 sia avvenuta proprio qui a Capri. «Il 2010» racconta Righetti «è stata un'annata che ha molto in comune con il 2020, con la situazione eccezionale che stiamo vivendo. Un evento imprevisto, in quel caso piogge torrenziali concentrate in due giorni, l'equivalente di due mesi di precipitazioni, hanno messo a dura prova i vitigni. Ma gli sforzi, l'impegno della Maison, hanno consentito di ottenere lo stesso un prodotto eccellente. Si tratta di una ricompensa per il coraggio, per la pazienza dell'attesa, sensazioni che tutti stiamo sperimentando dopo il lockdown».

vintage-2010Una bottiglia di champagne Dom Pérignon Vintage 2010

Rimanendo nel terreno delle analogie, come il Dom Pérignon, anche il ristorante Aurora di Capri ha una storia che va indietro di generazioni. La riassume Mia D'Alessio, padrona di casa calorosa, appassionata, elegante: «Da noi venivano scrittori e pittori, mia nonna li sfamava, loro per sdebitarsi dipingevano opere d'arte sui muri». Su quelle pareti, tra gli affreschi, oggi ci sono le fotografie di ospiti illustri, dallo stilista Giorgio Armani, un habitué, al regista Steven Spielberg. La specialità della cucina è la pizza all'acqua: farina e pochissimo lievito nell'impasto. È brevettata, esportata all'estero, leggera, facilmente digeribile. Sembra un velo croccante da mordere. Il nome ha radici meno scontate di quanto si possa immaginare: «L'hanno ribattezzata così alcuni clienti perché nella ricetta originale c'era il peperoncino e li faceva bere molto». Il pregio (o il problema, per gli integralisti della dieta) è che una fetta tira l'altra. Controllarsi, un'impresa. Va assaggiata assolutamente quando si sbarca a Capri. Superfluo puntualizzare quale sia lo champagne perfetto per accompagnarla.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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