Blazer e l'accordo contro Blatter: così l'ex amico di Sepp lavorò per l'Fbi
Pubblicata l'intesa tra il vecchio dirigente Fifa e gli investigatori: sconto di pena in cambio di un'attività sotto copertura
Per quattro lunghi anni ha lavorato sotto copertura per cercare di fornire all'Fbi il materiale necessario ad incastrare Sepp Blatter. Soffiate, documenti e anche l'intercettazione delle riunioni del Comitato esecutivo fatte utilizzando un portachiavi con incorporato uno strumento di registrazione. Non era James Bond, ma Chuck Blazer, all'epoca dei fatti membro influente della Fifa, molto vicino al colonnello svizzero e considerato uno degli uomini potenti del calcio mondiale. Il suo soprannone (Mister Ten Percent) gli derivava proprio dalla capacità riconosciuta di mediare e ottenere vantaggio per tutti, prima di tutto per se stesso. Dal 2011 Blazer è stato la gola profonda dell'Fbi nella lunga inchiesta sul marcio della Fifa e dal 2013 il dirigente statunitense aveva ottenuto anche un accordo scritto con i federali per ricevere qualcosa in cambio della sua collaborazione.
Il documento di 19 pagine è stato reso pubblico nelle scorse ore dopo che un giudice ha dato il via libera alla richiesta di alcuni operatori dell'informazione. Niente più segreti e tutto è stato reso chiaro. L'accordo tra Blazer e il Procuratore generale di New York, sottoscritto il 25 novembre 2013, prevedeva la partecipazione a un'attività sotto copertura e sotto la guida dei procuratori americani che si stavano occupando di Fifa. Patto di segretezza e accettazione di qualsiasi misura di bando decisa dal massimo organismo del calcio senza alcun ricorso. E poi l'ammissione di aver omesso di dichiarare al fisco Usa tasse per un ricavo complessivo di 11 milioni di dollari nel periodo dal 2005 al 2010, l'impegno a rifondere il debito anche attingendo alla propria pensione e una multa concordata da 2,5 milioni.
Cosa ci ha guadagnato Chuck? Il Governo si è impegnato a non richiedere una sentenza specifica per i suoi reati e ad accettare uno sconto qualora nei verdetti fosse chiaramente scritto che Blazer aveva riconosciuto le proprie responsabilità. Una sorta di salvancondotto. E Blazer si dichiarò colpevole nel novembre 2013 di traffici, frode, riciclaggio ed evasione fiscale. La collaborazione tra l'ex numero 2 delle confederazione Nordamericana era nota dallo scorso autunno ed era tornata d'attualità nel momento dell'operazione che ha portato all'arresto di 14 dirigenti Fifa a Zurigo. Ora c'è la conferma dell'accordo.