Air - La storia del grande salto: Ben Affleck fa canestro con Michael Jordan
Ben Affleck (Warner Bros.)
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Air - La storia del grande salto: Ben Affleck fa canestro con Michael Jordan

Il film ricostruisce lo storico accordo tra Nike e il più grande giocatore di basket di sempre per le scarpe Air Jordan, un patto che ridefinì il marketing nello sport e la figura della superstar Nba. MVP? Viola Davis

«Una scarpa è solo una scarpa fino a quando mio figlio non la indossa». E aveva ragione la signora Deloris interpretata da Viola Davis, mamma di Michael Jordan, il più grande giocatore di basket di sempre - a LeBron James piacendo -, icona culturale, marchio vivente. Air - La storia del grande salto, film di Ben Affleck dal 6 aprile al cinema, ricostruisce la partnership storica sottoscritta nel 1984 tra la Nike e l’atleta, intuizione fulgente che ridefinì il marketing nello sport e la figura della superstar Nba.

Ben Affleck racconta la leggenda senza la leggenda

Gli appassionati di basket siano informati: Air - La storia del grande salto non è la storia di Michael Jordan, ma la storia non sussisterebbe senza di lui. La sua presenza e la sua influenza si fanno sentire nell’arco di tutto il film (di durata di 112 minuti), anche se non appare il suo volto.
Affleck, che del film è regista e attore nei panni del fondatore e Ceo della Nike Phil Knight, ha contattato Jordan prima di girare, che ha condiviso con lui ricordi e impressioni.

«Credo davvero che l'eccellenza umana sia una cosa bellissima; il concetto di “genio” è una delle cose che più mi affascina, e Michael Jordan non è altro che un genio», ha detto Affleck. «C'è un’aurea di mistero intorno a ciò che lo ha reso esattamente quello che è: il suo livello di professionalità e la sua ineguaglianza hanno fatto di lui il più grande giocatore di basket di tutti i tempi. La sua influenza sulla pallacanestro, sullo sport in generale e sugli appassionati del genere, non è quantificabile».

In volo sotto canestro con ai piedi le scarpe Air Jordan, The GOAT, anche prima di entrare in un campo dell’Nba, ha trasformato il mondo del marketing sportivo e il modo in cui gli atleti vengono ricompensati, sostenuto da sua madre che immaginava il suo futuro. La Nike, quando ancora non era la potenza commerciale e iconica che è oggi, intuì presto le potenzialità di Jordan, quando era appena un debuttante.
Tuttora il brand Jordan di proprietà della Nike continua a prosperare e le royalties sulle scarpe costituiscono per l’ex campione la maggior parte dei suoi introiti. Nel 2020 è stato rivelato che Jordan, nel tempo, ha incassato più di un miliardo di dollari dalla Nike.

Matt Damon e Viola Davis in "Air - La storia del grande salto" (Foto: Warner Bros.)

Ben Affleck e Matt Damon ancora insieme

Amici da una vita, da quando uno aveva otto anni e l’altro dieci, da prima che il successo li abbracciasse insieme, Ben Affleck e Matt Damon tornano a collaborare.
Damon, che con Affleck è anche tra i produttori, interpreta il manager della Nike esperto di basket Sonny Vaccaro, che guida la squadra non convenzionale della Nike.

«Abbiamo scritto e prodotto insieme nel corso degli anni, ma lavorare con lui come regista è stata una gioia assoluta e una gratificazione dal punto di vista creativo», ha detto Damon parlando di Affleck. «Tendiamo ad avere lo stesso approccio riguardo a cosa funziona in una scena e cosa no, quindi è stato facile trovarci d’accordo».

Per entrambi la gloria scoccò nel 1997 con il film Will Hunting - Genio ribelle, scritto insieme, recitato insieme, Damon da protagonista, Affleck nella parte del suo migliore amico. E fu subito Oscar alla migliore sceneggiatura originale.
Agli esordi della loro carriera, addirittura i due amici attori avevano un conto corrente insieme, per sostenersi a vicenda per le varie audizioni.
Ancor prima di Will Hunting - Genio ribelle, Affleck e Damon hanno recitato insieme in Scuola d'onore del 1992. Nel 1999 il loro terzo film insieme Dogma. E poi ancora Jay & Silent Bob... Fermate Hollywood!, Duetto a tre,Jersey Girl,Jay e Silent Bob - Ritorno a Hollywood, fino al recente The Last Duel, 2021, al servizio di Ridley Scott.

Quando la Nike non era ancora la Nike

Sonny Vaccaro, l’anticonformista manager della Nike e guru del basket dietro il successo delle Air Jordan, oggi a quasi 40 anni dallo storico accordo ammette: «Nessuno al mondo avrebbe potuto immaginare cosa sarebbero diventate le Air Jordan. Neanche io avrei mai creduto che sarebbe successo, perché nessuno aveva mai fatto quello che ha fatto la Nike».
Le prime scarpe Nike Air Jordan furono lanciate nei primi mesi del 1985 e alla fine dell'anno la linea aveva già generato entrate per oltre 100 milioni di dollari. Ai piedi di Michael Jordan un mix di rosso, bianco e nero – i colori dei Chicago Bulls - mai visto prima, che l'Nba inizialmente considerò una violazione della regola di uniformità della divisa.

Eppure nel 1984 Vaccaro non aveva avuto ancora grande fortuna nel reclutare i migliori giocatori nella neonata divisione basket della Nike. La Converse aveva quasi conquistato il mercato ingaggiando superstar come Magic Johnson e Larry Bird. L'Adidas, esaltando il suo fattore cool, stava attirando i migliori prospetti del draft, corteggiando lo stesso Michael Jordan, allora playmaker dell'Università della Carolina del Nord.

Jason Bateman nel film "Air - La storia del grande salto" (Foto: Warner Bros.)

La Nike all’epoca era considerata un'azienda di scarpe da jogging, che Jordan, inizialmente dubbioso, non associava alla pallacanestro. Ecco allora l’idea della Nike che sapeva di scommessa, poi vinta: creare una scarpa progettata appositamente per Jordan. Fu l’alba di un'industria globale multimiliardaria che avrebbe stabilito un nuovo standard. Oggi progettare una scarpa attorno a un singolo giocatore è normalità, ma allora fu l’origine del fenomeno. La prima volta che una star divenne un marchio.

Vaccaro, per conquistare la fiducia di Michael Jordan, dovette prima conquistare quella della persona di cui lui più si fidava, sua madre Deloris Jordan.
Una curiosità su Air - La storia del grande salto: l'unica attrice di cui Michael Jordan si fidava per interpretare il ruolo della madre era Viola Davis. È stato lui a volere l’attrice, già premio Oscar per Barriere.

Le prime recensioni internazionali

Entusiasta, finora, la critica su Air - La storia del grande salto. L’aggregatore di recensioni internazionali Rotten Tomatoes dà al film il 99% di giudizi positivi. Affleck & Damon fanno canestro.

«Catturando il nesso tra sport e business, in un bagliore di nostalgia degli anni '80, Air è, come il suo ispiratore, un vincitore», ne scrive Cnn.

Secondo il New York Times «è assurdo quanto sia divertente Air visto che si occupa di scarpe, anche se fa gli straordinari per convincerti che riguarda anche altre verità più nobili».

Il San Francisco Chronicle scrive: «È un film vecchio stile nel senso migliore del termine: solido, sicuro di sé, semplice, diretto e assolutamente divertente. È opera di un intelligente classicista».

Rolling Stone loda Viola Davis, che definisce l'MVP (il miglior giocatore) di Air- La storia del grande salto. Così descrive il suo ingresso in scena: «Il regista di Argo ha un tocco più disinvolto del solito, anche se fa molto affidamento sugli aspetti più strani della finzione e sul flusso costante di ironia che fuoriesce dalla sceneggiatura di Alex Convery. Poi entra Viola Davis, e puoi quasi sentire l'aria cambiare nella sequenza e nel cinema in cui sei seduto». Trasforma tutto «in qualcosa di più profondo».

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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