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Televisione

Tutti vogliono farci cambiare tv. Ma non c'è fretta. Lo switch off è slittato

Con la decisione di rimandare l'utilizzo del nuovo standard Dvb-T2 molti apparecchi in grado di ricevere programmi in alta definizione continueranno a funzionare perfettamente. Ma con la scusa del bonus fiscale sta succedendo di tutto: prezzi che salgono, corsa ai negozi, spese insensate.

Ma quale pericolo di non vedere più le trasmissioni preferite, non c'è alcuna fretta per cambiare il televisore, anche se cercando di sintonizzare i canali 100 e 200 vi appare uno schermo nero. La corsa per sfruttare il bonus governativo (che vale anche per i decoder), non è così necessaria come certe emittenti vanno dicendo. Aveva senso se le tempistiche del passaggio al nuovo standard fossero rimaste quelle pre-pandemia, ma il temuto switch-off della prima tv digitale comincerà probabilmente soltanto dal primo gennaio 2023 e durerà almeno un anno. Intanto però basta fare una visita nei negozi di televisori per capire che aria tira: c'è fretta di sostituire i propri apparecchi perché proprio la televisione generalista fino a pochi giorni fa ha comunicato un messaggio che alla luce degli ultimi provvedimenti legislativi si è rivelato fuorviante, di fatto mischiando due informazioni tecniche distinte. La prima: se il vostro televisore vede i canali in alta definizione (HD) continuerà a vederli anche se non riceve i canali 100 e 200. Secondo: lo sbandierato standard Hvec Main-10 è un'altra cosa e le stazioni televisive non hanno affatto l'obbligatorio di utilizzarlo a partire da questo mese, né l'avranno a gennaio 2023.

L'inganno è doppio: economico, perché spinge i consumatori a correre alla sostituzione anche usando l'esca del bonus governativo (che presto finirà), in qualche caso subendo anche un aumento dei prezzi giustificato con la carenza di semiconduttori con i quali vengono costruiti i circuiti (effetto della pandemia o dei furbetti?); ma è anche un inganno tecnico che però, per essere compreso, comporta il dover digerire alcune pillole di tecnologia.

Le sigle Dvb-T2 e Hvec indicano due cose differenti: la prima è la tecnica utilizzata per trasmettere i segnali televisivi ed è uno standard scelto a livello internazionale, la seconda è il metodo elettronico e informatico utilizzato per comprimere i pacchetti di dati nel momento della trasmissione e per poi decomprimerli alla ricezione, similmente a quanto avviene quando alleghiamo un filmato a un messaggio sul telefonino o, più impropriamente ma rende l'idea, quando alleghiamo un documento a un messaggio email e il software del computer lo rende ".zip".

Ma in negozio, davanti a un muro di televisori nuovi e al venditore ci si ritrova bombardati da queste sigle provando finanche una sensazione di inadeguatezza nel non conoscere il Dvb-T2, lo Hvec, il Main-10 eccetera. Per il consumatore quindi c'è possibilità di fare confusione e cadere nella trappola di cambiare televisore anche se non è necessario, almeno in tempi stretti.

Lo Hvec (High efficiency video coding, in italiano "codifica del segnale video ad alta efficienza" é lo standard usato per la compressione dei pacchetti di dati necessaria per trasmettere via etere le immagini. Il ruolo del codificatore (e del decodificatore che c'è nel televisore) è questo: trasformare un qualsiasi video in un contenuto digitale (stringhe di informazioni trasmesse in un certo numero di pacchetti per unità di tempo), in modo che un computer, un tablet, un decoder tv, il telefonino o la tv stessa possano poi riprodurlo "spacchettando" le informazioni e ritraducendole in suoni, immagini e colori, in questo caso con una definizione fino a 8k che però, almeno inizialmente, sarà usata alla metà della sua possibilità, ovvero 4k.

Le immagini che vediamo oggi sui canali tradizionali sono in standard "Mpeg2" mentre se sono in alta definizione in "Mpeg4". E in futuro in Hvec Main-10, nato in realtà come Mpeg-H, dove il numero dieci sta per i bit usati. La scelta è stata fatta in modo che all'interno della larghezza di un canale televisivo della vecchia tv digitale (la porzione dello spettro radio occupato da una emittente), ce ne stessero fino a sei standard o fino a tre in alta definizione e fu chiamato Dvb-T1. Ebbene: il nuovo standard Dvb-T2 è ancora più efficiente perché sfruttando le prestazioni di un codificatore più recente consente di usare un ulteriore 30% in più della banda radio. Ma nessun canale televisivo è costretto dalla legge a trasmettere in alta definizione o addirittura ultra alta e Hvec Main-10, perché oggi ben poche persone potrebbero vedere i programmi e le emittenti si darebbero la zappa sui piedi.

Dunque il nostro tv potrebbe non essere predisposto per il Dvb-T2 ma decodificare perfettamente Mpeg2 ed anche Mpeg 4, quindi farà perfettamente il suo lavoro ben oltre il Mondiale di Calcio del 2022 e naturalmente sarà adeguato per riprodurre trasmissioni in alta definizione (Tipo RaiUno-HD o Canale5-HD, eccetera), ancora per quasi due anni, in barba allo spot trasmesso su commessa del Ministero dello Sviluppo Economico (Mise), che invita a controllare la ricezione dei canali 100 e 200. Questi, a dire il vero, erano stati giustamente realizzati quando si pensava di attuare il passaggio al Dvb-T2 dal giugno 2022. Ovviamente qualora li riceveste già, sarete tra coloro non cambieranno la tv.

Non snobbate i decoder esterni

La scelta di un buon decoder al posto della sostituzione del televisore oltre a comportare una spesa che può essere da 10 a 20 volte inferiore a quella di un nuovo schermo, consente alcuni vantaggi a fronte di pochi svantaggi. Primo: è un acquisto meno impegnativo che estende la connettività dell'impianto esistente, può inglobare anche un ricevitore satellitare e, per chi non ha la smart-tv, anche la scheda WiFi o la presa di rete per la connessione al Web. Certamente è un apparato a sé stante, con un suo telecomando e la necessità di essere collegato a uno dei connettori posteriori della tv, ma se di buona costruzione (non troppo economico) consentirà di risparmiare ricevendo tutti i canali a portata d'antenna. A proposito, questa non deve essere sostituita, ma il centralino dell'impianto potrebbe dover essere aggiornato perché nel tempo cambieranno le frequenze trasmesse, come la banda dei 700 Mhz che è ora riservata al 5G.

Le tappe del cambio

1 gennaio 2017: vietata la vendita di apparecchi televisivi incompatibili al Dvb-T2.

27 luglio 2021: il Mise comunica che la dismissione della codifica Mpeg2 a favore dell'Mpeg4 può essere avviata dal 15 novembre 2021 invece che dal primo settembre, mentre la dismissione definitiva e generalizzata della codifica Mpeg-2 sarà decisa con un successivo provvedimento da emanare entro la fine del 2021. L'attivazione del Dvbt-2 a livello nazionale sarà invece disposta a partire dal 1 gennaio 2023 invece che da giugno 2022, sulla base del numero esiguo di nuovi apparati venduti.

1 gennaio 2023: passaggio progressivo al Dvb-T2 secondo l'ultima agenda approvata dal governo. Le emittenti hanno facoltà e non obbligo di trasmettere soltanto in alta definizione (HD in standard Mpeg4).

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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