Timothy Moore, il nuovo singolo "5 in the morning"
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Timothy Moore, il nuovo singolo "5 in the morning"

Per la regia e il montaggio di Jacopo Pietrucci, il videoclip in bianco e nero del singolo 5 in the morning dell'artista italo-inglese TIMOTHY MOORE alterna con gusto immagini in slow motion a brevi momenti di time lapse che instaurano tra loro un rapporto di chimica, riuscendo a sottolineare con enfasi cadenze e respiri del brano. Le parole e la musica sembrano fondersi con le gocce che si uniscono alle altre in primissimo piano e con il volto ipnotico dell’unica parte femminile del racconto. Se vivi da sempre la musica come un dono che ti arriva dal cielo, come l’unico mezzo possibile per esprimerti con un approccio alla scrittura totalmente istintivo, mai pianificato a tavolino, ti chiami Timothy Moore. Artista italo-inglese, cantante, autore, musicista, Timothy percepisce le canzoni come entità già presenti nel vento che vanno solamente afferrate al volo. Devono essere carpite dentro l’ispirazione del momento e il suo nuovo singolo 5 in the morning regala agli ascoltatori esattamente quella sensazione libera e leggera di inafferrabilità della vita, delle emozioni, dell’istante vissuto dall’artista. "Cos every time I see your eyes I lose my mind and every time I lose my mind I look for your eyes” - “Perché ogni volta che vedo i tuoi occhi, perdo la testa e ogni volta che perdo la testa, cerco i tuoi occhi” - scrive il cantautore in un passaggio del brano, in quella che è una dichiarazione d’amore, che svela immediatamente un gusto elegante nella scelta delle parole e una sensibilità rara, tipica di chi, viaggiando nelle tenebre più profonde della propria anima, può perdersi per sempre o ritrovare la strada con una luce meravigliosa a sublimarla, come Timothy è riuscito a fare. E di quel vissuto rock’n roll sopra le righe, ne ha fatto musica autentica, genuina, avvolgente. Perdersi per ritrovarsi è stato dunque fondamentale nel percorso umano e artistico di Timothy Moore, cantante dal timbro immediato, riconoscibile, avvolgente e modernamente classico, caratterizzato da una scrittura british pop mai retorica o banale e dalle ampie arcate melodiche. Dai diamanti non nasce niente e dal letame nascono i fiori: le cose meravigliose della vita e la vita stessa non nascono dal lusso, dalla cupidigia e dall’agio ma dalle cose semplici, quelle con cui ci si “sporca le mani” ma che hanno bisogno di cura e di amore. E la lunghissima gavetta di Timothy Moore è stata certamente il potentissimo fertilizzante che lo ha portato ad essere l’artista frizzante che è adesso: carriera indipendente con i Mood (Ventilador Music – Schubert Music), band da lui fondata a Barcellona dove ha vissuto per 13 anni, tour in 9 paesi tra cui Brasile, Canada, Europa e più di 200 concerti all’attivo. E proprio questi anni on the road lo hanno reso un artista dall’attitude punk, unico e temprato, il cui solo e viscerale desiderio è quello di continuare a donarsi sui palchi, nell’incontro diretto col pubblico, senza mai dare rilevanza al lato glam del successo, futile e evanescente. Timothy Moore non fa arte, la vive.

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