L'album del giorno: Police, Reggatta de blanc
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L'album del giorno: Police, Reggatta de blanc

Riscopriamo il disco-capolavoro che fotografa l'irresistibile ascesa del trio di Message in a bottle e Walking on the moon

Sono durati sei anni (1978-1983) e cinque i dischi i Police. Il tempo giusto per incidere un segno profondo nella storia della musica. Venivano dal punk i tre "poliziotti" ma non erano punk nell'abilità musicale. In buona parte lo avevano dimostrato nel primo leggendario album della loro carriera, Outlandos d'amour, quello di Roxanne, So Lonely e Next to you, per intenderci.

Con Reggatta del Blanc, registrato in quattro settimane ai Surrey Sound Studios di Londra, i Police si staccano definitivamente dall'onda new wave e si dirigono spediti verso una virtuosa fusione tra reggae, pop e rock ridefinendo il concetto e l'essenza stessa del power trio. Sono in tre ma hanno tutto quello che serve, a cominciare da una sezione ritmica fulminante, resa unica dallo stile libero quanto funambolico e geniale di Stewart Copeland.

Non meno incisivo il lavoro alle chitarre di Andy Summers, l'altra colonna portante del Police sound. Come appare evidente nell'arpeggio che caratterizza Message in a Bottle, esplosiva fin dalle prime battute, un singolo di rara potenza che scala le classifiche di tutto il mondo, la fotografia del magic moment del gruppo, che, in prossimità del giro di boa tra i Settanta e gli Ottanta si pone al centro della scena musicale con la proposta più credibile ed intrigante.

The Police - Walking On The Moonwww.youtube.com

Una conferma che arriva dall'altro classico dell'album, Walking on the moon, una passeggiata sulla luna nel segno del reggae, caratterizzata dall'efficacia della linea vocale e dai giochi di prestigio di Copeland sui tamburi. E poi, ancora, l'energia incontenibile della strumentale title track (premiata con un Grammy award nel 1980 per la miglior interpretazione rock strumentale) l'incedere punk di It's alright for you, il reggae bianco di Bring on the night e The bed's too big without you.

Contiene pezzi memorabili Reggatta De Blanc, ma anche il brano più strambo della produzione del gruppo, ovvero Does Everyone Stare, un inestricabile mix tra il suono di un piano in levare, campionamenti di voci d'opera e poi ancora la linee vocali di Sting e di Stewart Copeland, per arrivare al finale sfumato nel momento del decollo ritmico. Un mistero...

In definitiva, un classic album senza tempo, diventato, a fine anni Settanta, un manifesto d''avanguardia sonora per milioni di musicisti in tutto il mondo. Non mancarono i tentativi di imitazione, ma nessuno riuscì mai ad avvicinarsi, nemmeno lontanamente, all'originale...

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Gianni Poglio